Dissalatore al Fiume Tara: una scelta non sostenibile

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Negli ultimi anni, la gestione della crisi idrica in Italia è diventata una questione sempre più urgente.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ha evidenziato come il cambiamento climatico stia aggravando la siccità, rendendo necessaria una pianificazione efficace delle risorse idriche. Tuttavia, il progetto del dissalatore sul fiume Tara, promosso dall’Acquedotto Pugliese (AQP), si configura come una soluzione controversa e insostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico.

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Secondo il rapporto del CNR sulla siccità, in Italia viene raccolto e utilizzato solo l’11% delle acque meteoriche, mentre il resto si disperde inutilmente. Questo dato dimostra come la gestione delle risorse idriche debba puntare su strategie di conservazione, il miglioramento delle infrastrutture esistenti e l’ottimizzazione delle risorse disponibili, piuttosto che su opere invasive e dall’impatto ambientale significativo.

Affrontare la scarsità d’acqua richiede un approccio integrato, che consideri non solo il bilancio idrologico, ma anche le implicazioni socio-economiche e ambientali. In questo contesto, il dissalatore non rappresenta una risposta efficace e, anzi, rischia di aggravare il problema.

Mentre altre regioni del mondo investono in soluzioni realmente sostenibili, in Puglia si insiste su un’infrastruttura costosa, impattante e controversa. Esistono alternative più efficienti e meno dannose per l’ecosistema, già suggerite da esperti del settore:

  • Ripristino degli invasi esistenti: Il report del CNR evidenzia come il potenziamento e l’ottimizzazione degli invasi artificiali rappresentino una soluzione efficace per la gestione della crisi idrica. Tuttavia, AQP ha ignorato questa possibilità, nonostante molti invasi pugliesi siano attualmente sottoutilizzati o addirittura abbandonati.
  • Recupero e riuso delle acque reflue: In molte regioni italiane ed europee, il riutilizzo delle acque trattate per l’irrigazione e altri usi sta riducendo la pressione sulle risorse idriche naturali. In Puglia, invece, manca un piano concreto per implementare questa strategia.
  • Riduzione delle perdite idriche: Un problema gravissimo della rete idrica pugliese è la dispersione dell’acqua potabile, che in alcune aree raggiunge il 50% del totale immesso. Investire in una gestione più efficiente delle infrastrutture idriche sarebbe una scelta molto più sostenibile ed efficace rispetto alla costruzione di un dissalatore.
  • Tecnologie innovative per la raccolta dell’acqua: Progetti come Warka Water, sviluppato in Etiopia, dimostrano che esistono soluzioni a basso costo e ad alto impatto per la raccolta dell’acqua atmosferica. Tecnologie di questo tipo potrebbero essere adattate al contesto pugliese per supportare l’agricoltura senza gli impatti negativi legati alla desalinizzazione.

Il dissalatore del Tara viene presentato come una soluzione necessaria, ma in realtà è il sintomo di una cattiva gestione delle risorse idriche. Il report del CNR evidenzia che la frammentazione delle competenze tra enti locali, Autorità di Bacino e Regione ha impedito una pianificazione a lungo termine basata su dati certi e strategie di gestione integrate. L’assenza di una regolamentazione chiara sui prelievi idrici e la mancata ottimizzazione delle infrastrutture esistenti hanno portato la Puglia a una crisi idrica evitabile.

Il dissalatore non è la soluzione, ma un palliativo che rischia di creare nuovi problemi ambientali e di aggravare il deficit idrico, fino ad un vera e propria bancarotta idrica, sottraendo ulteriormente acqua al fiume Tara e minacciando il delicato equilibrio dell’ecosistema locale.

La crisi idrica in Puglia è reale e richiede interventi immediati, ma il dissalatore del fiume Tara non è la risposta giusta. Servono investimenti in soluzioni diffuse, integrate e realmente sostenibili.

È tempo che AQP e le istituzioni ascoltino le comunità locali, il cui dissenso non si basa su posizioni ideologiche, ma su evidenze scientifiche. L’amore per la nostra terra ci spinge ad agire, ma è la forza della scienza a guidare le nostre parole.

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Fonte del nostro Approfondimento: CNR- Siccità scarsità e crisi idriche.

Il contributo della ricerca a supporto della definizione del bilancio idrico. A cura di E, Romano e I. Portoghese



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