«Me lo sentivo, vittoria meritata. Voglio rimanere»

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A 37 anni è il calciatore più vincente dell’attuale Serie A, ma non smette di collezionare record. Al Milan aveva segnato soltanto nella fase a gironi di Champions League con la maglia del Barcellona il 13 settembre 2011, ma a San Siro aveva segnato solo all’Inter il 20 aprile 2010, sempre con i blaugrana. Il 30° gol con la Lazio – 1 il 10° stagionale – dovevano avere un sapore speciale per Pedro Rodríguez Ledesma, che alla Scala del Calcio ha regalato il 2-1 alla Lazio siglando il secondo gol più tardivo dei biancocelesti nell’ultimo ventennio di Serie A. Lo spagnolo ha gonfiato la rete di Maignan dopo 97 minuti e 9 secondi di gioco del posticipo domenicale. Soltanto il gol a Cagliari di Felipe Caicedo del 16 dicembre 2019 era arrivato più tardi, dopo 97 minuti e 28 secondi. Non basta. Quello siglato al Meazza è soltanto il primo gol dal dischetto della carriera di Pedro nei massimi campionati. Tra Serie A (Lazio, Roma), Premier League (Chelsea) e Liga (Barcellona), non era mai capitato all’attaccante di Santa Cruz de Tenerife di segnare un calcio di rigore. Con la Lazio aveva segnato dagli 11 metri a Rotterdam contro il Feyenoord in Champions League (sconfitta 3-1), e in carriera aveva calciato e segnato un penalty solamente nelle coppe nazionali: nel 9-0 all’Hospitalet in Coppa del Re del dicembre 2011, così come nel 4-0 (da capitano) all’Elche nel gennaio 2015 e infine nel 7-1 al Grimsby Town in EFL Cup ai tempi del Chelsea (settembre 2019). L’unica altra marcatura dal dischetto, sempre in Champions League ai tempi del Barcellona, contro il BATE Borisov nel dicembre 2011.

LE PAROLE – Marco Baroni lo ha definito “immenso” in conferenza stampa, dopo aver rivelato alle televisioni di un rendimento quasi impeccabile dagli 11 metri in allenamento.  In zona mista Pedro è stato l’osservato speciale del club biancoceleste, che lo ha intervistato dopo Milan-Lazio 1-2. «È sempre difficile calciare un rigore negli ultimi minuti, è praticamente l’ultima giocata della partita che può dare la vittoria alla squadra. Io avevo fiducia e volevo calciarlo. Per fortuna alla fine è andata bene e penso che la vittoria era meritata, perché abbiamo fatto una bellissima prestazione e alla fine siamo tutti contenti di averla fatta qui in questo stadio, dove è sempre molto difficile per tutti».

La testa, però, è già all’impegno di giovedì sera alle ore 21.00 in Europa League. «Io penso che questa vittoria abbia dato tanta fiducia e tanta forza alla squadra per affrontare questa partita in Repubblica Ceca, che è un ottavo di finale. Ovviamente è un’altra competizione, è l’Europa e sappiamo che sarà molto difficile andare là. Ma dobbiamo fare una bella partita e una bella prestazione di nuovo, se vogliamo ottenere qualcosa: il Viktoria è una squadra difficile, non sembra ma è una squadra molto pericolosa e difficile da battere, sarà una partita complicata».

LA CONFERENZA – Pedro ha proseguito in sala stampa. «Avremmo dovuto chiuderla prima, dobbiamo crescere in cinismo. Subentrare dalla panchina è complicato, ma io sono contento quando posso aiutare la squadra, che è molto giovane e sta prendendo fiducia. Il tempo ci manca, non ne abbiamo molto per allenarci, ma stiamo migliorando. Non so se sarà la svolta, ma sono 3 punti pesanti», ha ammesso il numero 9 della Lazio. «Quando contro le grandi non hai vinto quasi mai, anzi solo a Napoli, non è semplice venire a San Siro con questa attitudine. Deciderò presto il mio futuro, vedremo cosa vorrà fare la società, io sto bene qua e la società lo sa, ne parleremo tranquillamente. Non sarò mai un problema per la Lazio, ma sempre e solo una soluzione. Se mi vogliono, sarei contento di rimanere», ha rivelato. La chiosa è sugli errori arbitrali recenti e sul Plzeň. «Abbiamo preso tanti gialli per protesta, in questa stagione abbiamo avuto parecchi episodi contro, ma dobbiamo pensare al campo. Per giovedì dovremo lavorare sul timbrare: in Europa devi segnare ad ogni occasione. Anche chi ci sta davanti in Serie A ha spesso poche occasioni, ma segna tanto. Le primissime concretizzano quasi tutto, noi un po’ meno».

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