Ogni giorno è una piccola battaglia contro i numeri: quelli delle bollette, della benzina, del carrello della spesa. Per molti sardi, la fine del mese è un traguardo che si raggiunge con fatica e rinunce. Famiglie che lavorano, giovani coppie, single con stipendi precari: il potere d’acquisto si sgretola di fronte all’aumento dei prezzi e anche una semplice cena fuori – specialmente a Cagliari – o un pieno di benzina diventano scelte da ponderare. In una terra dove la stabilità economica è spesso garantita più dai sacrifici delle generazioni precedenti che dalle certezze del presente, la quotidianità è fatta di compromessi. Una situazione sempre più comune, vissuta da tante giovani coppie, neo genitori ma anche single, che si ritrovano a dover fare i conti a fine mese con il conto in banca e le scadenze da pagare.
Per capire la portata del problema può essere utile dare un’occhiata ai prezzi degli alimenti più comuni, come il latte. Nel 2014 un litro in offerta poteva essere acquistato in un supermercato a poco più di 50 centesimi di euro. Dieci anni dopo la stessa confezione non la si può portare a casa con meno di 80/90 centesimi. Un aumento di circa il 50% a carico delle famiglie sarde che hanno visto nel frattempo aumentare i propri salari non più del 10/12%.
Tuttavia la stangata sui portafogli dell’Isola non si ferma qui: l’impennata del costo della vita nell’ultimo decennio ha fatto in media un balzo doppio, forse triplo, rispetto ai redditi, facendo diventare più povera un’intera isola. Migliaia di cittadini non possono quindi più permettersi di pagare con la stessa tranquillità una casa, un’auto o più semplicemente la spesa al market. Se non a costo di sacrifici ben più pesanti del passato.
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