nuovo piano regolatore per edifici a 0 emissioni

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Boston rivoluziona l’urbanistica: edifici a zero emissioni per un futuro verde e sostenibile

Boston segna una svolta decisiva nel cammino verso la neutralità carbonica (o emissioni zero), diventando la prima città degli Stati Uniti a richiedere che tutti i nuovi edifici di grandi dimensioni siano a zero emissioni di carbonio dal giorno della loro apertura.

Con l’introduzione del nuovo codice urbanistico-emendamento Net Zero Carbon Zoning (NZC) zona a zero emissioni di carbonio – tutti i progetti con almeno 15 unità abitative o una superficie superiore a 20.000 piedi quadrati (~1.855 mq) dovranno rispettare rigorosi standard di decarbonizzazione, riducendo drasticamente l’impronta di carbonio della città. Questa iniziativa riguarda sia le emissioni operative che quelle incorporate nei materiali da costruzione, spingendo verso una maggiore efficienza energetica e una transizione rapida verso energie rinnovabili.

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Con questa politica innovativa, Boston afferma la propria leadership nella lotta contro i cambiamenti climatici, e compie un passo importante nella strategia cittadina per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, allineandosi agli impegni internazionali dell’Accordo di Parigi.

L’Accordo di Parigi e le sfide globali

Firmato nel 2015 durante la COP21, l’Accordo di Parigi si propone di limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico.

Affinché l’accordo fosse ritenuto valido, era necessaria la ratifica di almeno 55 Paesi che rappresentassero il 55% delle emissioni di gas serra a livello globale.  L’Unione europea ha aderito agli accordi il 21 aprile 2016 vedendo poi la ratifica, nel corso degli anni, di 197 Paesi inclusi alcuni dei principali inquinatori su scala globale come Cina, Stati Uniti e India. Mappa alla mano, l’Accordo di Parigi ha ottenuto un consenso generalizzato da parte della comunità internazionale, ma alcuni stati, distribuiti equamente tra i vari continenti, ad eccezione dell’Oceania, devono ancora ratificarlo. La grande partecipazione globale, con la presenza di Paesi come il Brasile, la Russia, il Giappone e altri, sottolinea l’importanza di un impegno collettivo per il futuro del pianeta.

Gli Stati firmatari si sono impegnati a ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e a rivedere i propri piani climatici ogni cinque anni, tuttavia, a un decennio dalla sua stipula, il mondo sembra ancora lontano dal raggiungere gli obiettivi prefissati e l’azione concreta stenta a decollare.

In questo scenario, l’approvazione della normativa NZC di Boston rappresenta un esempio tangibile di come le città possano agire autonomamente per contribuire agli obiettivi globali. Con un piano mirato a ridurre il consumo energetico, promuovere l’elettrificazione e incentivare l’uso di energie rinnovabili, Boston affronta direttamente le emissioni degli edifici, responsabili del 71% delle emissioni di carbonio della città.

Il piano a emissioni zero di Boston: un modello per il futuro

“In tutto il mondo e anche qui a Boston, i pericoli del cambiamento climatico sono evidenti e in continuo peggioramento. Per proteggere le famiglie nei nostri quartieri e garantire il funzionamento della nostra città, dobbiamo agire con urgenza per rafforzare la resilienza e garantire sicurezza e benessere a tutti i cittadini” – ha dichiarato la sindaca Michelle Wu – “Integrando la sostenibilità nei nuovi progetti, mettiamo Boston su una strada diretta verso un futuro più pulito e più sano per le generazioni a venire.”

A partire da luglio 2025, tutte le nuove costruzioni dovranno rispettare i criteri a emissioni zero di NZC, monitorando le emissioni di carbonio dei materiali utilizzati ed effettuando un’analisi del ciclo di vita per i progetti più complessi. Questo piano si allinea ai più recenti codici edilizi statali e alle normative cittadine esistenti, come il Building Emissions Reduction and Disclosure Ordinance (BERDO) e lo Specialized Stretch Energy Code.

Richiedendo che i nuovi edifici di grandi dimensioni siano a emissioni zero fin da subito, acceleriamo la tempistica della BERDO e riduciamo la necessità di costose ristrutturazioni. Inoltre, miglioriamo la qualità dell’aria, proteggendo la salute delle nostre famiglie,” – ha dichiarato Hessann Farooqi, direttore esecutivo del Boston Climate Action Network – “costruendo nel modo giusto, possiamo affrontare il cambiamento climatico in maniera più rapida ed economica. Sono entusiasta che Boston stia facendo questo passo storico, creando un modello per le città di tutto il mondo”.

Un approccio graduale per settori critici

L’emendamento prevede una fase di transizione per edifici con esigenze energetiche specifiche, così da conciliare le esigenze operative di settori energivori con gli obiettivi di sostenibilità. Va notato infatti che la normativa NZC a emissioni zero non si applica alle ristrutturazioni, agli ampliamenti inferiori a 50.000 piedi quadrati (~4.650 mq)  e ai cambi di destinazione d’uso, incentivando progetti di riutilizzo su larga scala che integrino miglioramenti in termini di efficienza energetica. La norma prevede inoltre un’implementazione graduale per ospedali, impianti di produzione generale e laboratori. In particolare, i nuovi laboratori dovranno conformarsi agli standard di emissioni zero entro il 2035, mentre ospedali e impianti di produzione generale avranno tempo fino al 2045. Grazie a questa politica, gli edifici più moderni e all’avanguardia di Boston avranno un impatto massimo sulla riduzione delle emissioni di gas serra.

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L’Unione Europea e la sfida della decarbonizzazione

Inevitabile è chiedersi a questo punto quale sia lo stato dell’arte in Europa e Italia dal punto di vista di emissioni zero e sostenibilità ambientale.

L'Unione Europea e la sfida della decarbonizzazioneL'Unione Europea e la sfida della decarbonizzazione

L’Unione Europea ha cercato di posizionarsi come leader nella lotta al cambiamento climatico, adottando la Legge Europea sul Clima, che sancisce l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050. A tal fine, ha introdotto il Green Deal Europeo, un piano strategico che mira a trasformare l’economia del continente, riducendo del 55% le emissioni di CO₂ entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Tra le misure principali figurano l’espansione delle energie rinnovabili, il potenziamento dell’efficienza energetica e la creazione di una tassa sul carbonio per penalizzare le industrie più inquinanti. Inoltre, il pacchetto “Fit for 55” stabilisce politiche mirate per settori chiave come i trasporti e l’agricoltura.

Uno degli aspetti cruciali della transizione energetica è proprio il settore edilizio, responsabile del 40% del consumo finale di energia nell’UE e del 36% delle emissioni di gas serra. La direttiva Case Green, approvata dal Parlamento europeo nel marzo 2023, prevede che gli Stati membri riducano del 16% i consumi energetici del patrimonio edilizio entro il 2030 e del 20% entro il 2035. Inoltre, tutte le nuove costruzioni dovranno essere a emissioni zero entro il 2030, mentre il 43% delle abitazioni con le peggiori prestazioni energetiche dovrà essere ristrutturato per garantire un miglioramento dell’efficienza energetica.

Oltre all’energia e all’edilizia, l’UE sta lavorando per una transizione verso un’economia circolare e sostenibile entro il 2050. Il piano d’azione per l’economia circolare prevede misure per ridurre i rifiuti e migliorare il riutilizzo e il riciclo delle risorse in settori chiave come imballaggi, plastica, elettronica, costruzioni, batterie e veicoli. In particolare, nell’aprile 2023, il Parlamento ha adottato una legge per impedire l’importazione di merci che abbiano contribuito alla deforestazione o al degrado forestale.

Italia e le sfide della transizione ecologica

Anche l’Italia sta cercando di allinearsi agli standard europei attraverso il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e la strategia nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra. Il nostro paese ha già raggiunto l’obiettivo del Protocollo di Kyoto (1997) di ridurre le proprie emissioni del 6,5% rispetto ai livelli del 1990 nel periodo 2008-2012 e ha contribuito al raggiungimento degli obiettivi del Consiglio Europeo del 2007 per la riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020. Tuttavia, l’adeguamento alle nuove direttive europee, in particolare alla normativa sulle “Case Green”, rappresenta una sfida complessa per il Paese, caratterizzato da un patrimonio edilizio storico vasto e da una forte dipendenza dal gas naturale.

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Nonostante queste difficoltà, l’Italia sta cercando di incrementare la quota di energie rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica, ma l’implementazione delle politiche è ostacolata da sfide strutturali. In particolare, le lentezze burocratiche, la resistenza da parte di alcuni settori industriali e la scarsità di risorse finanziarie necessarie per investire in una transizione ecologica effettiva sono criticità che rallentano il progresso. Se da un lato l’UE e l’Italia stanno adottando misure legislative ambiziose, dall’altro resta fondamentale garantire che queste politiche non rimangano sulla carta e siano accompagnate da un’azione concreta per ridurre le emissioni e promuovere la sostenibilità ambientale. La transizione energetica, pertanto, non può essere solo un obiettivo politico, ma deve essere sostenuta da politiche e investimenti che rispondano alle esigenze strutturali di ogni Paese, garantendo al contempo un futuro sostenibile per le generazioni future

Boston come modello globale

Con la sua politica innovativa, Boston non solo affronta le sfide climatiche locali, ma si propone come modello a livello internazionale. Le ripercussioni di questa normativa superano i confini urbani, dimostrando concretamente come un’azione mirata sul territorio possa accelerare la lotta contro il cambiamento climatico. Grazie al suo impegno verso la neutralità carbonica, la capitale del Massachusetts diventa un punto di riferimento per altre metropoli, incoraggiandole ad adottare strategie analoghe per contrastare la crisi ambientale. L’introduzione di standard a emissioni zero per i nuovi edifici rappresenta un passo decisivo verso un futuro più sostenibile ed ecologico, non solo per la comunità locale, ma per l’intero pianeta.

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