CREMONA – Nelle pieghe del bilancio comunale è il capitolo del diritto allo studio a dividere, in particolare le risorse destinate alle scuole paritarie. A far esplodere il caso è il consigliere Jane Alquati (Lega), prima con il suo voto contrario in commissione, poi con la nota diffusa nelle scorse ore. La questione sta in poche parole: il calo delle risorse stanziate dall’amministrazione nel biennio 2024-25 rispetto al biennio 2023-24. Si parla di 140mila euro in meno, dei quali circa 112 mila euro ‘sottratti’, appunto, alle paritarie.
«Ho espresso in commissione bilancio un voto contrario al bilancio di previsione 2025. In quella sede — spiega Alquati — mi sono soffermata in particolare sul diritto allo studio, che disciplina i contributi alle scuole pubbliche e paritarie, e relativi tagli. Ho chiesto al presidente della commissione la delibera relativa alle annualità 2023 e 2024 per paragonarle a quelle in votazione, inerenti le annualità 2024 e 2025. Se da gennaio 2023 a dicembre 2024 le risorse stanziate ammontavano a 878.250 euro, da gennaio 2024 a dicembre 2025 le risorse scendono a 737.730 euro, circa 140.000 euro in meno, un taglio importante per le scuole cremonesi che da anni affrontano criticità sempre maggiori e bisogni educativi sempre più complessi».
«La vicesindaco, in sede di presentazione, ha dichiarato che il bilancio costruito ‘non avrebbe lasciato indietro nessuno’ a conti fatti, è il caso di dirlo, lascia indietro gli studenti cremonesi. Quattro voci compongono il diritto allo studio, una voce afferisce alla convenzione che regola i rapporti tra il Comune e le scuole infanzia paritarie Adasm Fism, il bilancio riporta un taglio di 112.000 euro (l’80% dei tagli complessivi citati di 140.000 euro), la convenzione precedente prevedeva un importo biennale di 380.000 euro, la convenzione da approvare passerebbe a 268.130, con un ingente riduzione di contributo che metterebbe seriamente in difficoltà le scuole infanzia paritarie che garantiscono un servizio importantissimo alla città, contribuendo alla ricchezza del panorama cremonese di scuole infanzia».
«Giovedì ne discuteremo anche in commissione istruzione ma inizio a porre l’attenzione su questo tema cogliendo già l’allarme del mondo Adasm Fism, che teme di non poter più fornire servizi educativi a quasi 400 bambini. Nella delibera si vede anche la riduzione della convenzione con i nidi privati accreditati che passerebbe da 330.000 euro a 300.000 (riduzione del 10%) e la riduzione del contributo alla Federazione Oratori e dei servizi prescuola e doposcuola dei privati accreditati che ammonterebbe a soli 55.000 euro con una riduzione del 50%».
«Anche da questi tagli al diritto allo studio – conclude Alquati – si comprende un’impostazione del bilancio che non mi appartiene, che ha una visione di un bilancio assistenzialistico che tagli i servizi legati alla promozione del benessere e che non riconosce il valore dei soggetti privati che svolgono una funzione pubblica».
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