il Ministero revoca definitivamente i fondi Pnrr per il Biodigestore. La Provincia dice addio a 6,4 milioni di euro / Il caso #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Il Ministero dell’Ambiente ha notificato alla Provincia di Imperia la revoca definitiva del finanziamento da 6 milioni e 400 mila euro (6.441.488€) per il Biodigestore di Colli a Taggia. Ne consegue che la Provincia dice addio ai fondi del Pnrr che sarebbero potuti servire per alleviare il peso delle bollette Tari a carico dei cittadini.

Il Ministero boccia anche la proposta alternativa elaborata dalla Provincia con i consulenti della Avalon Srl di Piacenza

Dopo l’avvio da parte del Ministero dell’Ambiente della procedura di revoca del finanziamento Pnrr , la Provincia aveva cercato di fare al Ministero una controproposta, avanzando l’ipotesi di realizzare, sempre a Colli, anche un impianto per il trattamento dei rifiuti vegetali, ma, evidentemente il Ministero non ha ritenuto valida la proposta “di ripiego”.

Del resto, se i fondi fossero stati erogati per il Biodigestore, il denaro avrebbe potuto essere impiegato per diminuire la Tari (Tassa sui rifiuti) che pagano i cittadini, mentre con la seconda proposta il denaro avrebbe dovuto essere impiegato quasi interamente per realizzare il nuovo impianto.

Il Biodigestore infatti verrà realizzato a prescindere dai fondi Pnrr, in quanto l’intervento è a carico del privato,  Waste Recycling Imperia Srl, società costituita dall’ATI Idroedil Srl (mandataria) e Waste Treatment Technologies D.V. (mandante), aggiudicataria della procedura aperta con la quale la Provincia di Imperia ha affidato la realizzazione e la successiva gestione dell’impianto. E proprio per questo motivo i fondi Pnrr sarebbero stati un flusso aggiuntivo che avrebbe consentito alla Provincia di valutare una riduzione della Tari.

Alla Avalon un incarico da oltre 138 mila euro per garantire l’ottenimento del finanziamento. Ma così non è stato

Ad occuparsi della pratica del finanziamento è stata la Avalon Srl di Piacenza, che ha ricevuto per questo un incarico dalla Provincia del valore di 138 mila euro, oltre Iva e oneri, di cui finora sono stati liquidati 30 mila euro.

Nella determina dirigenziale con la quale è stato disposto l’affidamento della consulenza ad Avalon, è scritto nero su bianco che l’affidamento è volto a “garantire l’esatto adempimento degli obblighi e delle prescrizioni tecniche necessarie, al fine di evitare qualsiasi situazione di potenziale definanziamento”. Esattamente il contrario di quanto realmente accaduto.

Al centro della revoca del finanziamento da parte del Ministero vi è il mancato rispetto della conformità dell’intervento al principio eurocomunitario del ‘DNSH’ (‘Do No Significant Harm’ – ‘non arrecare danno significativo all’ambiente’), che preclude la possibilità di realizzare discariche. Mentre nel progetto del Biodigestore è da sempre prevista una discarica di servizio. Un aspetto macroscopico, del quale evidentemente i consulenti di Avalon non avevano tenuto conto, se non quando era ormai troppo tardi.

Il primo a sollevare dubbi sulla correttezza dell’operazione, nel settembre scorso, era stato il consigliere comunale di opposizione imperiese Luciano Zarbano. Che proprio dai banchi del Consiglio comunale aveva chiesto che si facesse chiarezza sulla vicenda. Ora l’epilogo, con la definitiva bocciatura del finanziamento Pnrr di 6,4 milioni di euro da parte del Ministero dell’Ambiente.

“Ciò non intralcia l’esecuzione dei lavori per la costruzione dell’intero impianto che inizieranno nel prossimo mese di gennaio e che seguiranno il cronoprogramma già stabilito – dice il dirigente del settore Ambiente della Provincia Michele Russo, che aggiunge – siamo fortemente dispiaciuti del fatto che non siamo state accolte le nostre osservazioni, ma ne prendiamo atto.

Il contributo in questione era finalizzato esclusivamente alla riduzione della tariffa relativa allo smaltimento e al recupero delle frazioni dell’organico e del verde, una riduzione della tariffa pari a 0,22 euro a tonnellata di rifiuto organico”.