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Inizia il lungo percorso di ridefinizione del sistema delle detrazioni fiscali per i bonus edilizi al fine di allinearsi alle Direttive europee e ottimizzare gli incentivi. La nuova strategia punta a premiare solo gli interventi che migliorano concretamente l’efficienza energetica degli edifici, abbandonando la logica degli incentivi generalizzati.

In data 4 marzo 2025, con la relazione della maggioranza in votazione in Commissione Ambiente, è partito ufficialmente l’iter che mira ad un riordino strutturato per allineare gli strumenti di agevolazione agli obiettivi di decarbonizzazione, garantendo maggiore gradualità nell’applicazione della EPBD4.

Il Governo traccia le linee guida per un sistema di incentivi più efficace e razionale mediante un nuovo paradigma per il rilancio della riqualificazione edilizia. Il nuovo sistema sarà meno generoso rispetto al passato, ma più efficace nel sostenere la transizione ecologica.

Un nuovo assetto per gli incentivi in edilizia

La relazione sottoposta al voto della Commissione Ambiente della Camera rappresenta un punto di svolta nella ridefinizione degli strumenti di incentivazione nel settore edilizio.

Il documento evidenzia la necessità di superare l’attuale frammentazione normativa, eliminando sovrapposizioni e conflitti tra le misure esistenti. L’approccio proposto punta a una maggiore selettività e modulazione delle agevolazioni, basandosi su parametri chiave:

  • performance energetiche;
  • livello di reddito dei beneficiari;
  • caratteristiche degli edifici.

L’obiettivo è rendere gli incentivi più efficaci nel promuovere interventi strutturali e duraturi, coerenti con gli indirizzi europei, ma con un’implementazione più graduale rispetto alle attuali previsioni della Direttiva Case Green.

L’ampliamento del perimetro degli incentivi

Un elemento di novità emerge con forza nel documento della maggioranza: la volontà di ampliare il perimetro degli incentivi, spostando il focus dal singolo edificio a un contesto urbano più ampio.

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  • a interventi di rigenerazione urbana su scala estesa, in grado di generare benefici non solo in termini di efficientamento energetico;
  • e concentrarsi anche sulla riqualificazione del patrimonio edilizio e del territorio.

Se da un lato non mancano osservazioni critiche nei confronti del Superbonus, accusato di aver generato distorsioni e disallineamenti di bilancio, dall’altro la maggioranza cerca un punto di equilibrio, sfruttando le opportunità offerte dal PNIEC per costruire un sistema di incentivi più sostenibile nel lungo periodo.

L’orientamento generale resta quello di garantire la convergenza con gli obiettivi europei, cercando però margini di flessibilità nell’attuazione della EPBD4 per un impatto più armonico sul settore edilizio italiano.

Incentivi bonus edilizi: verso un nuovo modello

Partendo dal presupposto che la definizione di un quadro di strumenti stabile è essenziale per evitare distorsioni sui prezzi e garantire la sostenibilità degli investimenti, offrendo tutela a famiglie e operatori economici, occorre razionalizzare i meccanismi di incentivazione, escludendo le spese che sarebbero sostenute anche senza aiuti, e semplificare il sistema sia normativamente, magari predisponendo un testo unico delle agevolazioni.

È fondamentale una modulazione delle aliquote di incentivo basata sulla povertà energetica, sull’efficienza degli edifici e sul risparmio energetico ottenuto. Gli incentivi devono essere mirati al raggiungimento degli obiettivi climatici e di autonomia energetica, utilizzando criteri basati sulle emissioni risparmiate per metro quadrato. È necessaria una maggiore attenzione alla qualità degli interventi, incentivando l’uso di tecnologie innovative e materiali ecosostenibili.

Infine, gli edifici pubblici e l’edilizia sociale devono avere un ruolo centrale nella strategia di efficientamento energetico, con una revisione del conto termico e il monitoraggio degli strumenti previsti dal PNRR per migliorare l’accesso ai finanziamenti destinati alla riqualificazione del patrimonio pubblico.



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