Pomeriggio all’insegna della collettività per l’Us Avellino 1912 con una folta delegazione del gruppo squadra che si è ritrovata con i tifosi presso lo Store Ufficiale di Via Cannaviello. Un incontro importante a cui ha partecipato anche il direttore sportivo Mario Aiello che ha rilasciato delle dichiarazioni importanti in vista del mercato di gennaio.
Le dichiarazioni del direttore Mario Aiello
IL PUNTO SUL MERCATO – «Ci sono da fare un po’ di cose. Il primo discorso è lavorare sulla rosa a disposizione e quindi sui rinnovi. È un discorso che sarà reso pubblico nelle prossime settimane. Ne stiamo parlando abbondantemente nei nostri uffici. A parte Palmiero per cui c’è il rinnovo automatico (alle prossime due presenze in campionato, ndr) stiamo lavorando. In questo momento non vogliamo destabilizzare la squadra perché ci aspettano tre partite importanti. Sul mercato in entrata, attualmente abbiamo una rosa di 26 calciatori. Dobbiamo fare sicuramente delle uscite, perché andiamo oltre il numero consentito. Nel momento in cui riusciremo a fare queste uscite, cercheremo di fare qualche intervento per andare a puntellare la squadra».
CHI FARÀ IL MERCATO? – «L’allenatore ha il ruolo di indicare le caratteristiche dei giocatori che possono servire. La scelta viene fatta dall’area tecnica e al momento ci sono io».
IL RITORNO DI SGARBI? – «È un giocatore che stimiamo tanto, che ha fatto bene in questa piazza. In queste settimane ha avuto modo di seguire spesso l’Avellino. È rimasto molto legato all’ambiente. Lo stimiamo ed è giusto dire che, attraverso l’esperienza dello scorso anno con l’Avellino, si è conquistato un mercato diverso. Di categoria superiore. Pur non avendo giocato con continuità al Bari, continua ad avere richieste su quel tipo di mercato. Per poter immaginare un arrivo di Lorenzo Sgarbi si dovrebbero allineare parecchi astri: non avere una piazza B di suo gradimento, che la società di appartenenza (il Napoli, ndr) ritenga che un altro anno in Serie C possa contribuire alla sua crescita, o la sua volontà. Si devono allineare un po’ di cose, non è facile».
L’INTERESSE PER TODISCO DEL SORRENTO – «Ha dei requisiti per fare uno step superiore. Non è un giocatore che abbiamo trattato però ha un identikit che può piacere».
IL POSSIBILE ADDIO DI GORI – «Non c’è stato nessuna chiacchierata in relazione al mercato. Parliamo spesso, ma per stimolarlo a fare sempre meglio. È un giovane attaccante, un 1999. Intendiamo continuare a puntare. Deve uscire fuori nel percorso di mister Biancolino».
LE CESSIONI – «Abbiamo 26 giocatori. Le uscite saranno sicuramente per quelli che non rientrano nel numero minimo del discorso. Non abbiamo messo calciatori in uscita perché, secondo noi, sono tutti calciatori validi. Che meritano di poter stare nella piazza di Avellino. Se qualcuno non è contento per il poco minutaggio o perché non si sente protagonista e ha l’esigenza di andare via, è un discorso che possiamo affrontare. Al momento nessuno ha avuto richieste. Siamo concentrati solo sul campo. Sono tutti discorsi che verrano fatti in seguito».
L’INCOGNITA TRIBUZZI – «Una serie di coincidenze non l’hanno portato ad essere protagonista in questo gruppo. Tutti abbiamo grandissima stima di Alessio. A partire dal presidente, passando per me, il mister e i compagni. Abbiamo ridato valore a tutti. Contiamo ancora di riuscire a recuperarlo anche perché è un giocatore universale, che nel tempo ha ricoperto vari ruoli. A Frosinone la mezzala, a Crotone l’esterno alto. Ha fatto il quinto. Oggi si può riadattare in tante situazioni. Nelle prime giornate era infortunato, poi ha cominciato a subentrare. Secondo me, a Benevento è entrato anche bene poi, purtroppo, a fine partita ci fu quell’espulsione che gli costò altre due giornate di stop. Si sono verificati una serie di eventi che ne hanno rallentato il recupero ma i giocatori forti vengono recuperati».
LA STRATEGIA DEL MERCATO – «Non deve esserci una linea integralista. Non siamo orientati ad avere tutti over né soli giovani. Esiste il giusto mix a seconda dell’intervento da fare. Secondo me, un orientamento come quello che abbiamo avuto portando Mutanda e Campanile in prima squadra, può essere importante. Le società come l’Avellino, oltre a dover vincere, devono avere come obiettivo la sostenibilità. È un argomento che va portato avanti e non a caso la società investe molto anche nel settore giovanile. Ci piacciono i giovani, ma ciò non esclude l’over. Perché l’over che fa la differenza va comunque tenuto in considerazione. Ci sarà un giusto mix».
LA POSSIBILITÀ DEI PRESTITI – «Il discorso prestito va innanzitutto concordato con la società che detiene il cartellino. Immagino a una squadra di categoria superiore. Molte società, quando scelgono la via del prestito, è perché vogliono far maturare quel giocatore. Può essere una soluzione. Questa logica può essere valutata sotto un altro aspetto: abbiamo cinque giocatori in prestito della prima squadra. Qualcuno rientrerà. Esempio: rientra un centrocampista, che ci piace, il prestito può essere una soluzione per non andare ad avere un numero eccessivo di giocatori da dover gestire nella nuova gestione».
POSSIBILE RIENTRO DAL PRESTITO DI SALVATORE PEZZELLA? – «Pezzella mi piace. Lo sto seguendo».
LA SFIDA AVELLINO – «Sono in una piazza che ha degli obiettivi, ha un blasone, ha una storia. È un potenziale diverso dalle pizze dove sono stato. Seppur della stessa categoria. Viviamo per fare questo. Non ci fa paura niente. Mi prenderò le mie responsabilità su ogni scelta. La mia modalità di approccio è valorizzare innanzitutto quello che c’è. Per me non esistono stravolgimenti. Se poi c’è da limate qualcosa si interviene. Ma su questo ci sono le idee chiare già dall’inizio. Quello che faremo oggi già è stato previsto qualche mese fa».
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