Israele – Hamas, le notizie di 5 marzo sulla situazione a Gaza e in Medio Oriente

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avvertito che i leader di Hamas hanno un’ultima possibilità di lasciare Gaza, aumentando la  pressione affinché i militanti rilascino gli ostaggi. \”Sto inviando a  Israele tutto ciò di cui ha bisogno per finire il lavoro, non un solo  membro di Hamas sarà al sicuro se non fate come dico io\”, ha scritto sul  social Truth. \”Questo è il vostro ultimo avvertimento! Per la  leadership, è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una  possibilità\”.\n

Gli Stati Uniti stanno trattando direttamente con Hamas sul rilascio degli ostaggi americani a Gaza e su un accorso più ampio per mettere fine alla guerra. Lo riporta Axios citando alcune fonti. La Casa Bianca accoglie con favore il \”contributo\” delle nazioni arabe per il futuro di Gaza, pur insistendo che Hamas non può rimanere al potere. \”Il presidente Trump è stato chiaro sul fatto che Hamas non può continuare a governare Gaza\”. \”Pur mantenendo la sua coraggiosa visione di una Gaza postbellica, il presidente accoglie con favore il contributo dei nostri partner arabi nella regione. È chiaro che le sue proposte hanno spinto la regione a sedersi al tavolo piuttosto che permettere che la questione si trasformasse in un’ulteriore crisi\”, ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, secondo quanto riportato dal Times of Israel. Il piano della Lega araba è stato invece già bocciato da Israele.

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\”Per la leadership – di Hamas – ora è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una possibilità. Inoltre, dico al popolo di Gaza: un futuro meraviglioso ti attende, ma non se tieni degli ostaggi. Se lo fai, sei morto! Prendi una decisione intelligente. Rilascia gli ostaggi ora, o ci sarà l’inferno da pagare più tardi!\”. Lo scrive Donald Trump su Truth.

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L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. DI CHI SI TRATTA

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Donald Trump ha dato \”l’ultimo avvertimento\” ad Hamas perchè liberi subito tutti gli ostaggi e restituisca immediatamente tutti i cadaveri delle persone che ha assassinato, altrimenti – ha minacciato – \”ci sarà l’inferno da pagare più tardi!\”.

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Mosca e Teheran sono sempre più vicini. I presidenti Putin e Pezeshkian hanno  firmato un \”trattato di partenariato strategico globale\” con cui è  stata potenziata la cooperazione militare e d’intelligence. Un accordo  definito \”una vera svolta\” che amplierà la proiezione russa nel settore  dell’energia nucleare iraniana. LEGGI L’ARTICOLO

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Ottanta  mense comunitarie che forniscono ogni giorno i pasti a migliaia di  palestinesi rischiano la chiusura se Israele continuerà a bloccare il  flusso degli aiuti, come avviene da giorni. Lo ha detto il portavoce  dell’Onu Stephane Dujarric, che ha lanciato l’allarme nel corso  dell’incontro quotidiano con i media internazionali. Intanto l’appello  dell’Onu a raccogliere quattro miliardi di dollari per garantire gli  aiuti umanitari alla popolazione si è rivelato finora inascoltato: è  stato coperto solo meno del 4 per cento del budget richiesto.

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L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente   offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione  che  va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una  soluzione.  Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO

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Immagini diffuse sui social da Gaza mostrano la popolazione che  prepara un Iftar collettivo, il pasto serale che interrompe il digiuno  durante il Ramadan, a Rafah, nel sud della Striscia, tra le rovine  rimaste dopo i combattimenti LE IMMAGINI

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Funzionari di Hamas hanno confermato oggi all’Afp contatti diretti con l’inviato di Washington per il rilascio degli ostaggi americani detenuti nella Striscia di Gaza. \”Ci sono state diverse comunicazioni tra Hamas e vari canali americani, l’ultima è stata con un inviato americano ed è stata sollevata la questione dei prigionieri israeliani di nazionalità americana, vivi o morti\”, ha detto un primo funzionario che ha richiesto l’anonimato. Un altro alto funzionario del movimento islamico palestinese, anche lui parlando in condizione di anonimato, ha confermato lo svolgimento di \”due incontri diretti tra Hamas e funzionari americani nei giorni scorsi a Doha\”.

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L’Iran ha annunciato che effettuerà una terza ondata di attacchi missilistici contro Israele \”al momento opportuno\”. Lo ha detto il numero due dei Guardiani della rivoluzione, generale Ali Fadavi, in dichiarazioni riportate dall’agenzia di stampa iraniana Mehr e riprese da Times of Israel. Nel corso del 2024, Teheran lanciò due attacchi contro Israele scatenando la reazione dello Stato ebraico: in particolare la seconda risposta israeliana, a ottobre, distrusse gran parte dei sistemi di difesa aerea iraniana e alcune importanti strutture militari. LEGGI L’ARTICOLO

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Cambio al vertice delle forze armate israeliane: dopo poco più di due anni in carica, Herzi Halevi ha passato il testimone a Eyal Zamir, nuovo capo di Stato maggiore. A lui il compito di guidare l’Idf, impegnato su sette fronti all’estero, con l’ottavo in patria nella sfida di contenere le ingerenze politiche – in primis dell’estrema

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destra, alleato fondamentale del premier Benjamin Netanyahu nel governo – e ristabilire il rapporto di fiducia con l’opinione pubblica. Non e’ stata una luna di miele con l’esecutivo e andando via, due anni in anticipo, Halevi non lo ha nascosto. Alla cerimonia di passaggio di consegne, davanti a Netanyahu e ai capi di Mossad e Shin Bet, David Barnea e Ronen Bar, così come al capo del Centcom, Michael Kurilla, il capo di Stato maggiore uscente ha ribadito la richiesta dell’istituzione di una commissione d’inchiesta statale sul 7 ottobre, \”necessaria e vitale, non per dare la colpa, ma per scoprire prima di tutto la radice dei problemi e rendere possibile risolverli\”. Questa è vista come fumo negli occhi dal premier che continua a respingerla: di recente ha denunciato che il risultato sarebbe \”già scritto\”, tutto diretto contro una sola parte, e ne ha chiesta una \”non politicizzata\” dopo la fine della guerra a Gaza. . – Del resto, Netanyahu non si e’ mai assunto chiaramente e pubblicamente la responsabilità di quanto avvenuto, puntando il dito piuttosto proprio contro militari e intelligence. Al contrario, Halevi fin da subito aveva dichiarato il \”fallimento\” dell’esercito sotto il suo comando nella \”sua missione di proteggere i cittadini di Israele\” e aveva prospettato le dimissioni non appena fosse stato possibile. Quel momento e’ stato annunciato a fine gennaio, in concomitanza con l’avvio della prima fase dell’accordo per il cessate a fuoco a Gaza. Una tempistica precisa, secondo un ex alto funzionario israeliano citato dal Washington Post, convinto che in questo ci fosse un \”messaggio\” da parte dell’allora capo di Stato maggiore. \”Halevi non crede che avverrà la seconda fase, in cui la guerra finisce e il resto degli ostaggi viene restituito. Poiché’ sa che la seconda fase non avverrà e crede che dovrebbe (avvenire), si dimette. Sta dicendo, ‘non mi farete combattere di nuovo, nella seconda fase’\”. Una previsione che si è avverata, vista l’impasse in cui si trova l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia, dopo la fine della prima fase e il mancato avvio dei negoziati per la seconda, come previsto dall’intesa. Ma non c’è stato solo il riferimento alla commissione d’inchiesta statale. Nel suo discorso di commiato Halevi, rivendicando \”il bene dello Stato come valore principale\” e di non essere \”mai stato leale solo a una persona\”, ha citato altre due questioni delicate: gli ostaggi e la leva militare obbligatoria per i giovani ultraortodossi. Quest’ultima è una necessità secondo il generale, che in più occasioni nell’ultimo anno e’ tornato a chiedere l’arruolamento degli haredi, il cui numero deve aumentare per ridurre la pressione sui riservisti, condividere il peso della difesa del Paese e onorare il sacrificio dei caduti. Quanto al dramma degli ostaggi, Halevi nel suo discorso ha ricordato che l’Idf non può mai lasciare soldati feriti \”in territorio nemico\”. \”Dobbiamo fare di tutto per riportare a casa tutti i rapiti, questo e’ fondamentale per la vittoria\”, ha sottolineato. E come primo atto dopo il passaggio di consegne, ha fatto visita alla ‘Piazza degli Ostaggi’ a Tel Aviv e ha parlato con familiari e attivisti presenti. Ora il comando passa a Zamir. Il cinquantanovenne subentra in un momento delicato, con l’accordo di cessate il fuoco bloccato in un’impasse, l’estrema destra che fa pressioni per \”aprire le porte dell’inferno a Gaza\” e il presidente Usa Donald Trump che sogna una ricostruzione della Striscia in stile ‘Riviera’ di lusso, senza palestinesi. Alta tensione anche in Cisgiordania, dove per la prima volta in 20 anni sono stati schierati di nuovo i carri armati israeliani, a Jenin, mentre resta sul tavolo il dossier nucleare iraniano, con le discussioni in corso su come affrontare Teheran, alla luce dei duri colpi subiti dal suo ‘Asse del male’ in Libano e Siria. \”L’Idf ha ottenuto risultati impressionanti sul campo. Abbiamo vinto battaglie a Gaza e in Libano, abbiamo colpito lontano in Yemen e in Iran. Hamas ha ricevuto un duro colpo, ma non e’ stato ancora sconfitto. La missione non è ancora stata completata\”, ha affermato il nuovo capo di Stato maggiore, che ha rassicurato i familiari degli ostaggi sul \”dovere morale\” di \”riportare tutti a casa, in qualsiasi modo possibile e il piu’ rapidamente possibile\”. Il generale ha poi fatto riferimento alla questione dell’obbligo militare per gli ultraortodossi, mettendo l’accento sul bisogno di \”coesione\” ed esortando \”tutti i segmenti della società

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Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di  distruzione in un’area così piccola e densamente popolata. Le stime per  la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il  completamento delle tre fasi dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas,  sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà  ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e  Israele e sulla conta dei danni. PER SAPERNE DI PIÙ

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“,”postId”:”ccd8a9e6-4ad9-4306-898d-a925ce4dc213″},{“timestamp”:”2025-03-05T19:43:24.778Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T20:43:24+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Delegazione lettone discute cooperazione economica con Israele”,”content”:”

Una delegazione di quaranta imprenditori lettoni, guidata dal ministro dell’Economia del Paese baltico,  Viktors Valainis, ha concluso una visita di quattro giorni in Israele, nel corso della quale si è discusso  delle possibilità di collaborazione economica nei settori dell’aviazione, dell’energia e del fintech. I colloqui hanno portato alla stipula di un accordo di cooperazione tra la Latvian FinTech Association, la Latvian Blockchain Association e l’Israeli Financial Technology Centre con l’obiettivo di sviluppare il settore della criptovalute in Lettonia, e tra la Camera di commercio e dell’industria lettone e la Federazione delle camere di commercio israeliane al fine di aumentare la penetrazione degli esportatori lettoni in Medio oriente. Sono state inoltre avviate trattative con Doral group, uno dei principali fondi israeliani per le energie rinnovabili, in vista dello sviluppo di alcuni progetti di energia verde in Lettonia, e con Israeli aerospace industries in vista dello sviluppo di progetti di assistenza tecnica degli aeromobili nel Paese baltico

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Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la  situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza  nei Paesi dell’area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla,  la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia  rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è  parlato nella puntata dell’11 febbraio di \”Numeri\”, approfondimento di  Sky TG24. LEGGI QUI

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Dopo che la Casa Bianca ha confermato che l’amministrazione Trump ha avuto colloqui diretti con Hamas, Israele afferma di aver fatto sapere a Washington i suoi sentimenti in merito ai contatti, ma non fornisce ulteriori dettagli secondo il Times of Israel. \”Nei nostri contatti con gli Stati Uniti\”, afferma l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, \”Israele ha espresso la sua posizione sui colloqui diretti con Hamas\”. La Casa Bianca ha dichiarato stasera che Israele è stato consultato sui colloqui.

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Netanyahu spinge per cambiare le carte in tavola rispetto all’accordo di gennaio: Israele vuole che Hamas accetti di prolungare la tregua per altre sei settimane, dopo le quali aprire la seconda fase che, secondo il piano dell’inviato Usa Steve Witkoff, prevederebbe il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti nelle mani dei palestinesi. Mentre i mediatori si trovano al Cairo, nella Striscia sono stati uccisi almeno 115 civili dal cessate il fuoco e si allunga l’ombra della carestia. L’APPROFONDIMENTO

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Steve Witkoff, l’inviato per il Medio Oriente del presidente americano Donald Trump, ha annullato una visita prevista per questa settimana in Qatar. Lo riferisce il Jerusalem Post, mentre si susseguono le notizie di colloqui diretti che ci sarebbero stati in Qatar tra Stati Uniti e Hamas.-

\n”,”postId”:”f9e2feb3-3268-4e39-9524-7df907cbfe66″},{“timestamp”:”2025-03-05T18:41:13.594Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T19:41:13+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Fonte Hamas conferma colloqui diretti con Usa”,”content”:”

Hamas riconosce di aver avuto colloqui diretti con l’Amministrazione Trump. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya che dà notizia della conferma da parte di una fonte anonima di Hamas dopo le rivelazioni di Axios e dopo che una fonte diplomatica di alto livello aveva parlato alla stessa tv di colloqui diretti a Doha, in Qatar, che hanno visto impegnati l’inviato Usa Adam Boehler e rappresentanti del gruppo per parlare degli ostaggi con cittadinanza americana tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. La Casa Bianca ha confermato che un inviato americano ha parlato direttamente con Hamas. \”Israele è stato consultato su questo argomento\”, ha detto la portavoce Karoline Leavitt. \”Dialogare e parlare con persone di tutto il mondo per fare ciò che è nell’interesse del popolo americano è qualcosa che il presidente ritiene giusto\”, ha aggiunto la funzionaria

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Ill Papa, \”nel corso della mattina, ha chiamato padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza\”, riferisce la Sala stampa vaticana. \”Nel pomeriggio ha alternato il riposo al lavoro\”, aggiunge.

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avvertito che i leader di Hamas hanno un’ultima possibilità di lasciare Gaza, aumentando la  pressione affinché i militanti rilascino gli ostaggi. “Sto inviando a  Israele tutto ciò di cui ha bisogno per finire il lavoro, non un solo  membro di Hamas sarà al sicuro se non fate come dico io”, ha scritto sul  social Truth. “Questo è il vostro ultimo avvertimento! Per la  leadership, è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una  possibilità”.

Gli Stati Uniti stanno trattando direttamente con Hamas sul rilascio degli ostaggi americani a Gaza e su un accorso più ampio per mettere fine alla guerra. Lo riporta Axios citando alcune fonti. La Casa Bianca accoglie con favore il “contributo” delle nazioni arabe per il futuro di Gaza, pur insistendo che Hamas non può rimanere al potere. “Il presidente Trump è stato chiaro sul fatto che Hamas non può continuare a governare Gaza”. “Pur mantenendo la sua coraggiosa visione di una Gaza postbellica, il presidente accoglie con favore il contributo dei nostri partner arabi nella regione. È chiaro che le sue proposte hanno spinto la regione a sedersi al tavolo piuttosto che permettere che la questione si trasformasse in un’ulteriore crisi”, ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, secondo quanto riportato dal Times of Israel. Il piano della Lega araba è stato invece già bocciato da Israele.

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Trump: “Leadership Hamas lasci ora Gaza finché puo”

“Per la leadership – di Hamas – ora è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una possibilità. Inoltre, dico al popolo di Gaza: un futuro meraviglioso ti attende, ma non se tieni degli ostaggi. Se lo fai, sei morto! Prendi una decisione intelligente. Rilascia gli ostaggi ora, o ci sarà l’inferno da pagare più tardi!”. Lo scrive Donald Trump su Truth.

Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora

L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. DI CHI SI TRATTA

Ultimatum Trump ad Hamas: “Liberi ostaggi o sarà l’inferno”

Donald Trump ha dato “l’ultimo avvertimento” ad Hamas perchè liberi subito tutti gli ostaggi e restituisca immediatamente tutti i cadaveri delle persone che ha assassinato, altrimenti – ha minacciato – “ci sarà l’inferno da pagare più tardi!”.

Dalla difesa alle infrastrutture, Russia e Iran sempre più vicini

Mosca e Teheran sono sempre più vicini. I presidenti Putin e Pezeshkian hanno  firmato un “trattato di partenariato strategico globale” con cui è  stata potenziata la cooperazione militare e d’intelligence. Un accordo  definito “una vera svolta” che amplierà la proiezione russa nel settore  dell’energia nucleare iraniana. LEGGI L’ARTICOLO

Onu: 80 mense per i palestinesi a rischio chiusura

Ottanta  mense comunitarie che forniscono ogni giorno i pasti a migliaia di  palestinesi rischiano la chiusura se Israele continuerà a bloccare il  flusso degli aiuti, come avviene da giorni. Lo ha detto il portavoce  dell’Onu Stephane Dujarric, che ha lanciato l’allarme nel corso  dell’incontro quotidiano con i media internazionali. Intanto l’appello  dell’Onu a raccogliere quattro miliardi di dollari per garantire gli  aiuti umanitari alla popolazione si è rivelato finora inascoltato: è  stato coperto solo meno del 4 per cento del budget richiesto.

La questione israelo palestinese, cos’è e come è nata

L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente   offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione  che  va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una  soluzione.  Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO

Gaza: un lungo tavolo tra le macerie per la cena di Ramadan. FOTO

Immagini diffuse sui social da Gaza mostrano la popolazione che  prepara un Iftar collettivo, il pasto serale che interrompe il digiuno  durante il Ramadan, a Rafah, nel sud della Striscia, tra le rovine  rimaste dopo i combattimenti LE IMMAGINI

Hamas conferma contatti diretti con inviato Usa sui loro ostaggi

Funzionari di Hamas hanno confermato oggi all’Afp contatti diretti con l’inviato di Washington per il rilascio degli ostaggi americani detenuti nella Striscia di Gaza. “Ci sono state diverse comunicazioni tra Hamas e vari canali americani, l’ultima è stata con un inviato americano ed è stata sollevata la questione dei prigionieri israeliani di nazionalità americana, vivi o morti”, ha detto un primo funzionario che ha richiesto l’anonimato. Un altro alto funzionario del movimento islamico palestinese, anche lui parlando in condizione di anonimato, ha confermato lo svolgimento di “due incontri diretti tra Hamas e funzionari americani nei giorni scorsi a Doha”.

Guerra Israele, Iran annuncia terzo attacco missilistico “al momento opportuno”

L’Iran ha annunciato che effettuerà una terza ondata di attacchi missilistici contro Israele “al momento opportuno”. Lo ha detto il numero due dei Guardiani della rivoluzione, generale Ali Fadavi, in dichiarazioni riportate dall’agenzia di stampa iraniana Mehr e riprese da Times of Israel. Nel corso del 2024, Teheran lanciò due attacchi contro Israele scatenando la reazione dello Stato ebraico: in particolare la seconda risposta israeliana, a ottobre, distrusse gran parte dei sistemi di difesa aerea iraniana e alcune importanti strutture militari. LEGGI L’ARTICOLO

Cambio guardia a guida Idf, ora fedelissimo Bib

Cambio al vertice delle forze armate israeliane: dopo poco più di due anni in carica, Herzi Halevi ha passato il testimone a Eyal Zamir, nuovo capo di Stato maggiore. A lui il compito di guidare l’Idf, impegnato su sette fronti all’estero, con l’ottavo in patria nella sfida di contenere le ingerenze politiche – in primis dell’estrema

destra, alleato fondamentale del premier Benjamin Netanyahu nel governo – e ristabilire il rapporto di fiducia con l’opinione pubblica. Non e’ stata una luna di miele con l’esecutivo e andando via, due anni in anticipo, Halevi non lo ha nascosto. Alla cerimonia di passaggio di consegne, davanti a Netanyahu e ai capi di Mossad e Shin Bet, David Barnea e Ronen Bar, così come al capo del Centcom, Michael Kurilla, il capo di Stato maggiore uscente ha ribadito la richiesta dell’istituzione di una commissione d’inchiesta statale sul 7 ottobre, “necessaria e vitale, non per dare la colpa, ma per scoprire prima di tutto la radice dei problemi e rendere possibile risolverli”. Questa è vista come fumo negli occhi dal premier che continua a respingerla: di recente ha denunciato che il risultato sarebbe “già scritto”, tutto diretto contro una sola parte, e ne ha chiesta una “non politicizzata” dopo la fine della guerra a Gaza. . – Del resto, Netanyahu non si e’ mai assunto chiaramente e pubblicamente la responsabilità di quanto avvenuto, puntando il dito piuttosto proprio contro militari e intelligence. Al contrario, Halevi fin da subito aveva dichiarato il “fallimento” dell’esercito sotto il suo comando nella “sua missione di proteggere i cittadini di Israele” e aveva prospettato le dimissioni non appena fosse stato possibile. Quel momento e’ stato annunciato a fine gennaio, in concomitanza con l’avvio della prima fase dell’accordo per il cessate a fuoco a Gaza. Una tempistica precisa, secondo un ex alto funzionario israeliano citato dal Washington Post, convinto che in questo ci fosse un “messaggio” da parte dell’allora capo di Stato maggiore. “Halevi non crede che avverrà la seconda fase, in cui la guerra finisce e il resto degli ostaggi viene restituito. Poiché’ sa che la seconda fase non avverrà e crede che dovrebbe (avvenire), si dimette. Sta dicendo, ‘non mi farete combattere di nuovo, nella seconda fase'”. Una previsione che si è avverata, vista l’impasse in cui si trova l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia, dopo la fine della prima fase e il mancato avvio dei negoziati per la seconda, come previsto dall’intesa. Ma non c’è stato solo il riferimento alla commissione d’inchiesta statale. Nel suo discorso di commiato Halevi, rivendicando “il bene dello Stato come valore principale” e di non essere “mai stato leale solo a una persona”, ha citato altre due questioni delicate: gli ostaggi e la leva militare obbligatoria per i giovani ultraortodossi. Quest’ultima è una necessità secondo il generale, che in più occasioni nell’ultimo anno e’ tornato a chiedere l’arruolamento degli haredi, il cui numero deve aumentare per ridurre la pressione sui riservisti, condividere il peso della difesa del Paese e onorare il sacrificio dei caduti. Quanto al dramma degli ostaggi, Halevi nel suo discorso ha ricordato che l’Idf non può mai lasciare soldati feriti “in territorio nemico”. “Dobbiamo fare di tutto per riportare a casa tutti i rapiti, questo e’ fondamentale per la vittoria”, ha sottolineato. E come primo atto dopo il passaggio di consegne, ha fatto visita alla ‘Piazza degli Ostaggi’ a Tel Aviv e ha parlato con familiari e attivisti presenti. Ora il comando passa a Zamir. Il cinquantanovenne subentra in un momento delicato, con l’accordo di cessate il fuoco bloccato in un’impasse, l’estrema destra che fa pressioni per “aprire le porte dell’inferno a Gaza” e il presidente Usa Donald Trump che sogna una ricostruzione della Striscia in stile ‘Riviera’ di lusso, senza palestinesi. Alta tensione anche in Cisgiordania, dove per la prima volta in 20 anni sono stati schierati di nuovo i carri armati israeliani, a Jenin, mentre resta sul tavolo il dossier nucleare iraniano, con le discussioni in corso su come affrontare Teheran, alla luce dei duri colpi subiti dal suo ‘Asse del male’ in Libano e Siria. “L’Idf ha ottenuto risultati impressionanti sul campo. Abbiamo vinto battaglie a Gaza e in Libano, abbiamo colpito lontano in Yemen e in Iran. Hamas ha ricevuto un duro colpo, ma non e’ stato ancora sconfitto. La missione non è ancora stata completata”, ha affermato il nuovo capo di Stato maggiore, che ha rassicurato i familiari degli ostaggi sul “dovere morale” di “riportare tutti a casa, in qualsiasi modo possibile e il piu’ rapidamente possibile”. Il generale ha poi fatto riferimento alla questione dell’obbligo militare per gli ultraortodossi, mettendo l’accento sul bisogno di “coesione” ed esortando “tutti i segmenti della società

Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni

Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di  distruzione in un’area così piccola e densamente popolata. Le stime per  la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il  completamento delle tre fasi dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas,  sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà  ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e  Israele e sulla conta dei danni. PER SAPERNE DI PIÙ

Delegazione lettone discute cooperazione economica con Israele

Una delegazione di quaranta imprenditori lettoni, guidata dal ministro dell’Economia del Paese baltico,  Viktors Valainis, ha concluso una visita di quattro giorni in Israele, nel corso della quale si è discusso  delle possibilità di collaborazione economica nei settori dell’aviazione, dell’energia e del fintech. I colloqui hanno portato alla stipula di un accordo di cooperazione tra la Latvian FinTech Association, la Latvian Blockchain Association e l’Israeli Financial Technology Centre con l’obiettivo di sviluppare il settore della criptovalute in Lettonia, e tra la Camera di commercio e dell’industria lettone e la Federazione delle camere di commercio israeliane al fine di aumentare la penetrazione degli esportatori lettoni in Medio oriente. Sono state inoltre avviate trattative con Doral group, uno dei principali fondi israeliani per le energie rinnovabili, in vista dello sviluppo di alcuni progetti di energia verde in Lettonia, e con Israeli aerospace industries in vista dello sviluppo di progetti di assistenza tecnica degli aeromobili nel Paese baltico

La situazione a Gaza e il ruolo degli Usa: i possibili scenari su rifugiati e aiuti

Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la  situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza  nei Paesi dell’area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla,  la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia  rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è  parlato nella puntata dell’11 febbraio di “Numeri”, approfondimento di  Sky TG24. LEGGI QUI

Israele conferma, consultati da Usa su contatti Hamas

Dopo che la Casa Bianca ha confermato che l’amministrazione Trump ha avuto colloqui diretti con Hamas, Israele afferma di aver fatto sapere a Washington i suoi sentimenti in merito ai contatti, ma non fornisce ulteriori dettagli secondo il Times of Israel. “Nei nostri contatti con gli Stati Uniti”, afferma l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, “Israele ha espresso la sua posizione sui colloqui diretti con Hamas”. La Casa Bianca ha dichiarato stasera che Israele è stato consultato sui colloqui.

Gaza, la tregua è in bilico: civili a rischio fame per il blocco degli aiuti

Netanyahu spinge per cambiare le carte in tavola rispetto all’accordo di gennaio: Israele vuole che Hamas accetti di prolungare la tregua per altre sei settimane, dopo le quali aprire la seconda fase che, secondo il piano dell’inviato Usa Steve Witkoff, prevederebbe il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti nelle mani dei palestinesi. Mentre i mediatori si trovano al Cairo, nella Striscia sono stati uccisi almeno 115 civili dal cessate il fuoco e si allunga l’ombra della carestia. L’APPROFONDIMENTO

Media israeliani: inviato Usa annulla visita in Qatar

Steve Witkoff, l’inviato per il Medio Oriente del presidente americano Donald Trump, ha annullato una visita prevista per questa settimana in Qatar. Lo riferisce il Jerusalem Post, mentre si susseguono le notizie di colloqui diretti che ci sarebbero stati in Qatar tra Stati Uniti e Hamas.-

Fonte Hamas conferma colloqui diretti con Usa

Hamas riconosce di aver avuto colloqui diretti con l’Amministrazione Trump. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya che dà notizia della conferma da parte di una fonte anonima di Hamas dopo le rivelazioni di Axios e dopo che una fonte diplomatica di alto livello aveva parlato alla stessa tv di colloqui diretti a Doha, in Qatar, che hanno visto impegnati l’inviato Usa Adam Boehler e rappresentanti del gruppo per parlare degli ostaggi con cittadinanza americana tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. La Casa Bianca ha confermato che un inviato americano ha parlato direttamente con Hamas. “Israele è stato consultato su questo argomento”, ha detto la portavoce Karoline Leavitt. “Dialogare e parlare con persone di tutto il mondo per fare ciò che è nell’interesse del popolo americano è qualcosa che il presidente ritiene giusto”, ha aggiunto la funzionaria

Nuova telefonata del Papa alla parrocchia di Gaza

Ill Papa, “nel corso della mattina, ha chiamato padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza”, riferisce la Sala stampa vaticana. “Nel pomeriggio ha alternato il riposo al lavoro”, aggiunge.



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