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Alcolisti anonimi quest’anno compie 90 anni. Nata ad Akron, in Ohio da due alcolisti, per la precisione, un chirurgo e un agente di borsa, oggi vanta gruppi in tutto il mondo. Sul territorio regionale del Trentino Alto Adige ce ne sono 8, alcuni dei quali di lingua tedesca.

Alcolisti Anonimi è inoltro noto per essere stato il primo gruppo di auto muto aiuto. I fondatori, incontrandosi, hanno avuto la possibilità di raccontarsi quali fossero le vicissitudini che li avevano spinti al consumo di alcol. Parlando, si sono sentiti capiti vicendevolmente, ma soprattutto, per tutta la durata dell’incontro non hanno pensato al bicchiere.

A parlarci dell’attività di questi gruppi sono oggi, in forma anonima, alcuni membri di una associazione trentina. 

I partecipanti si iscrivono di propria spontanea iniziativa, oppure c’è bisogno di un’intermediazione giudiziaria?

“I membri arrivano a noi di loro spontanea volontà. Per partecipare infatti non è prevista alcuna iscrizione. Molti sono venuti a conoscenza dell’Associazione tramite tv, giornali e sempre di più grazie i social network. I nostri incontri si svolgono sottoforma di riunioni chiuse e sono dedicate esclusivamente a consumatori cronici di alcol. L’anonimato garantisce ad ogni persona di frequentare il gruppo senza venir giudicato, qualunque sia la sua professione o il suo ceto sociale.  L’alcolismo è una malattia considerata “della vergogna”; pertanto, fra i componenti del gruppo non deve mai mancare la fiducia reciproca.”

Qual è lo scopo finale del percorso, la disintossicazione totale, oppure la possibilità di controllare quella che nel tempo è diventata una dipendenza?

“L’obiettivo del percorso è quello di lavorare sul carattere del singolo, spronandolo ad affrontare le diverse situazioni della vita senza l’aiuto del bicchiere. Si cerca quindi di aiutare la persona ad uscire dalla compulsione che provoca la dipendenza dall’alcol.

Per noi, infatti, l’alcolismo è una malattia psichica, fisica, cronica e compulsiva. Per definizione, non si può controllare una dipendenza, ma si può cercare di stare lontani dal primo bicchiere. Già soltanto quest’azione ci consente di non ricadere nella compulsione.”

Qual è la durata media del percorso?

“Più che un percorso potremmo definirlo quasi un cammino, all’interno del quale ognuno è libero di stabilirne la durata. Per molti questo durerà per tutta la vita e sarà uno strumento prezioso per non incorrere in ricadute molto dolorose. Alcuni di noi, diventando analcolisti per scelta, partecipano alle riunioni per portare la propria testimonianza, dando speranza a coloro che stanno ancora combattendo.”

Qual è l’età media dei partecipanti?

“L’età media varia da Gruppo a Gruppo, anche se solitamente si aggira tra i 40 e i 50 anni. In questi ultimi anni però stiamo accogliendo persone sempre più giovani. Questo però non significa che l’alcolismo colpisca solo persone adulte. Purtroppo i ragazzi faticano a riconoscere il problema e spesso, l’eccessivo orgoglio e l’illusione di farcela da soli, li porta a sottovalutare quella che è effettivamente una dipendenza.”

Qual è il fabbisogno economico dell’associazione?

“Un principio fondamentale di Alcolisti Anonimi è l’autosufficienza. Nel nostro statuto non sono infatti ammessi contributi esterni e questo ci permette di mantenere l’anonimato dei membri di ciascun gruppo.  L’autosufficienza insegna inoltre all’alcolista ad essere responsabile di se stesso, senza dover ricorrere ad aiuti. Ogni membro dunque contribuisce economicamente con quello che può. Per noi alcolisti i soldi poi, sono stati spesso causa di numerose discussioni e litigate. Così facendo, evitiamo che ci creino ulteriori problemi.”

Quali benefici possono portare l’auto-muto-aiuto e la costruzione di relazioni sociali a persone che affrontano problemi legati alle dipendenze?

“Per noi l’auto mutuo aiuto è fondamentale perché, aiutando gli altri, si aiuta in primis se stessi. Questa malattia ci isola dal mondo esterno, portandoci spesso alla perdita del lavoro e a distruggere le relazioni con la nostra famiglia.  Inoltre, provoca in noi enormi difficoltà nelle relazioni sociali: molti di noi hanno avuto la sensazione di non sentirsi più considerati nemmeno dagli amici.”

Che ripercussioni può avere il problema dell’alcolismo sulla famiglia?

“Noi diciamo che l’alcolismo è una malattia della famiglia e quindi colpisce direttamente tutte le persone che ne vengono in contatto. Esiste un percorso parallelo di auto muto aiuto per i famigliari, che consente anche a loro di recuperarsi emotivamente e vivere una vita serena, qualunque sia la decisione che prenderà l’alcolista.”

Come Alcolisti Anonimi, vi occupate anche di progetti di prevenzione?

“Con gli alcolisti la prevenzione non funziona. Chi soffre di questa malattia infatti, finché non ha davvero toccato il fondo non sarà mai disposto a chiedere aiuto.  Come gruppo cerchiamo però di fare informazione mediante locandine, opuscoli, interviste oppure nei luoghi in cui ci permettono di parlare. Il tutto, ovviamente, in completo anonimato.”

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