La corsa delle rinnovabili. Edison investe 2 miliardi per creare nuovi impianti

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Secondo il rapporto Renewables 2024 pubblicato a ottobre dall’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), nei prossimi cinque anni la crescita massiccia delle rinnovabili a livello mondiale eguaglierà l’intera capacità energetica delle principali economie di oggi.

Si tratta di 5.500 Gigawatt di nuova capacità energetica, quasi tre volte l’aumento registrato tra il 2017 e il 2023. Una rivoluzione green alla quale Edison tiene il passo. Il gruppo di Foro Buonaparte ha attualmente aperto cantieri per 400 Megawatt di nuova energia rinnovabile con in corso investimenti per 500 milioni di euro e ha oltre 3,3 Gigawatt in fase di autorizzazione, con un investimento complessivo di 2 miliardi di euro per l’avvio di altri cantieri nel prossimo biennio.

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IL PROGRAMMA

«Anno dopo anno stiamo accelerando il ritmo di crescita organica nelle rinnovabili, concorrendo concretamente e con responsabilità agli obiettivi nazionali di decarbonizzazione», afferma Marco Stangalino, vicepresidente esecutivo power asset Edison. Il piano di sviluppo al 2030 del gruppo prevede infatti di raggiungere nel giro di sei anni 5 GW di capacità rinnovabile installata tra eolico, fotovoltaico e idroelettrico rispetto agli attuali 2,1 GW, coprendo almeno il 40% del mix di generazione elettrica con un investimento di 10 miliardi di euro dedicato alla transizione energetica. E la tabella di marcia, spiega Stangalino, procede spedita: «In questi primi mesi dell’anno abbiamo ottenuto l’Autorizzazione unica dalle singole Regioni per ulteriori 250 MW, che si sommeranno ai 400 MW di cantieri già aperti. Inoltre stiamo procedendo con l’iter autorizzativo per oltre 3,3 GW tra eolico e fotovoltaico, di cui circa 1 GW ha recentemente ottenuto i decreti di Valutazione di impatto ambientale positivi da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica». Più nel dettaglio, per i cantieri già aperti si tratta di oltre 300 MW di nuovo fotovoltaico e di circa 100 MW di eolico, concentrati in prevalenza nel Mezzogiorno, per un investimento complessivo di circa 500 milioni di euro. I lavori sono coordinati dalla Divisione Ingegneria di Edison e impiegano complessivamente oltre 900 persone e 200 imprese fornitrici. La messa in esercizio dei nuovi impianti è prevista tra quest’anno e il 2026. «Siamo inoltre al lavoro per affiancare a questa nuova potenza green i necessari strumenti di stoccaggio e flessibilità, come le batterie elettrochimiche e i pompaggi idroelettrici. Questi ultimi hanno anche il grande vantaggio di assicurare ricadute nelle filiere storiche italiane del comparto civile e manifatturiero, incrementare la quota di energia sostenibile in rete e contribuire a limitare i rischi legati a eventi climatici estremi, come siccità o piene», sottolinea Stangalino. Per un operatore energetico come Edison, l’azione per il clima e il contrasto al climate change hanno una duplice valenza: da una parte la mitigazione degli impatti ambientali delle proprie attività, con lo sviluppo di sistemi di produzione a ridotte emissioni, e dall’altra l’adattamento ai cambiamenti climatici, garantendo la continuità di erogazione delle infrastrutture anche nei momenti di emergenza.

I VANTAGGI

Il programma green del gruppo di Foro Buonaparte, con un’accelerazione sulle rinnovabili, comporta anche vantaggi in bolletta poiché il prezzo dell’energia è fissato in base al gas, che è parte fondamentale nella produzione di elettricità per molte ore durante la giornata. Il mix energetico del futuro, illustra Stangalino, «sarà prevalentemente costituito dalle rinnovabili e da centrali nucleari di piccola taglia», perché sono le più «gestibili sul territorio italiano». Secondo le stime del gruppo, al 2050 sarà indispensabile raggiungere una combinazione «all’80 per cento da energia rinnovabile e al 20 per cento da energia programmabile», come appunto il nucleare e i cicli combinati di ultima generazione. «In questo secondo caso, si tratta di impianti come quelli che abbiamo realizzato in Veneto e Campania, pronti per l’impiego di idrogeno e decarbonizzabili con i sistemi di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica. Una base di energia programmabile si rende necessaria per abbassare i costi del sistema energetico e incrementare la sicurezza della rete elettrica», rimarca il vicepresidente. Al primo trimestre 2025, Edison ha in sviluppo cinque progetti di pompaggio idroelettrico in Basilicata, Calabria Puglia, Sardegna e Sicilia, al momento in corso di autorizzazione. L’obiettivo strategico del gruppo è costruire almeno 500 MW di strumenti di accumulo, infrastrutture altamente strategiche per la transizione ecologica e la sicurezza energetica nazionale. Tra la fine del 2023 e il 2024 Edison ha messo in esercizio circa 100 MW di nuova capacità fotovoltaica (in Piemonte e in Sicilia) e avviato le integrali ricostruzioni eoliche di 80 MW in Abruzzo. E lo scorso anno ha prodotto circa 5.500 GWh di energia rinnovabile, arrivando a coprire il 28% del proprio mix di generazione. Azioni complessive che hanno evitato l’emissione di 2,8 milioni di tonnellate di CO2.

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