Geografia giudiziaria, Coa di Avezzano preoccupato

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Revisione della revisione. Può sembrare una bizzarria – in questo caso legislativa -, ma è una strada che alcuni esponenti del governo sono disposti a percorrere. Già, perché in più occasioni è stata preannunciata l’approvazione di un disegno di legge per rivedere alcune scelte del 2012, in materia di riforma della geografia giudiziaria. Tredici anni fa sotto la mannaia del ministero della Giustizia finirono molto Tribunali, chiusi perché non rispecchiavano più alcuni parametri messi in piedi in via Arenula. Ora, per alcuni uffici giudiziari le porte potrebbero riaprirsi. Tutt’altra storia per i Tribunali abruzzesi di Avezzano, Vasto, Lanciano e Sulmona. Il loro destino sembra segnato, a meno che entro la fine di quest’anno non si verifichino colpi di scena e segnali di vita da parte del legislatore.

La preoccupazione, mista ad amarezza, tra gli avvocati è tanta. «Il Tribunale di Avezzano – commenta Roberto Di Pietro, presidente del Coa di Avezzano -, come quelli di Vasto, Lanciano e Sulmona, si salvò dalla scure del 2012 a causa del terremoto del 2009 le cui ferite erano drammaticamente vive e poi a causa del terremoto del 2016. Ci sono state varie proroghe, l’ultima fissata al 31 dicembre prossimo nel decreto legge cosiddetto “Mille proroghe”, emanato dal Consiglio dei Ministri nel dicembre 2023. Ricordo che il Tribunale di Avezzano è uno dei più grandi dell’Abruzzo, serve un bacino di utenza di circa 150mila abitanti. Parliamo di un presidio nevralgico sotto il profilo della tutela della legalità e della sicurezza dei cittadini vista la contiguità della Marsica ad aree a forte rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. Infiltrazioni che fino ad oggi sono state in parte scongiurate grazie all’importante lavoro della Procura della Repubblica di Avezzano».

L’eventuale revisione della riforma della geografia giudiziaria dovrebbe tenere conto, secondo il presidente Di Pietro, di esigenze specifiche dei territori onde evitare alcuni errori fatti in passato. «La necessità di rivedere la riforma del 2012 – commenta il rappresentante degli avvocati

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di Avezzano -, in alcune aree del Paese, è emersa in modo palese nel corso di questi ultimi anni e di questa necessità si sono fatte portavoce anche le massime istituzioni locali, in primis la Regione Abruzzo, se pensiamo che pendono dinanzi al Senato ben undici disegni di legge di iniziativa regionale che tendono a tale revisione attraverso una formula che le vede impegnate a sostenere i costi di funzionamento delle strutture giudiziarie da riaprire. È un segnale forte lanciato dai rappresentanti di metà dell’Italia che governo e Parlamento non possono più ignorare. Per noi di Avezzano e degli altri Tribunali sub provinciali abruzzesi è fondamentale che il preannunciato disegno di legge governativo veda la luce al più presto, in modo che lo stesso possa percorrere rapidamente le sue tappe in Parlamento e diventare legge prima del 31 dicembre. Chiediamo perciò al governo e al Parlamento di procedere in tal senso nel più breve tempo possibile».

Il presidente del Coa di Avezzano evidenzia che l’opera di sensibilizzazione per salvare i quattro Tribunali abruzzesi che rischiano di chiudere deve proseguire a più livelli. «In questi ultimi anni – commenta Di Pietro – i sindaci delle quattro città di Avezzano, Vasto, Lanciano e Sulmona, unitamente ai presidenti dei rispettivi Ordini forensi, hanno continuato a sollecitare sia formalmente che informalmente gli organi di governo, i parlamentari abruzzesi e il presidente della Regione per la salvaguardia in via definitiva dei rispettivi Tribunali e Procure della Repubblica e per risolvere le carenze di organico del personale amministrativo che si sono create a causa di un anticipato accorpamento disposto dal ministero di Giustizia delle piante organiche con quelle degli uffici giudiziari accorpanti. La giustizia di prossimità è un valore fondamentale che non si può misurare con una metrica puramente economica, come avvenne con la riforma del 2012. Solo una giustizia che sia facilmente accessibile a cittadini e imprese, in grado di dare risposte rapide ed efficienti, è la cartina di tornasole del livello di sviluppo di un Paese».



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