Il bazooka fiscale tedesco stende Bund e BTP, prezzi da occasione

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Fatto

Pioggia di soldi sull’economia, tempesta sui bond

Nel 2012 il Whatever it takes di Mario Draghi aveva provocato un crollo dei rendimenti dei bond governativi europei, soprattutto quelli della periferia. Tredici anni dopo, la stessa espressione, ripresa due giorni fa da Friedrich Mertz nell’annunciare un colossale piano di spesa pubblica in Germania, ha innescato un rialzo dei tassi di interesse delle obbligazioni mai visto negli ultimi trent’anni.

 

Soffre il Bund tedesco, ma anche il BTP

Il movimento prosegue oggi, con il decennale tedesco arrivato a 2,86%, da 2,79% del giorno prima: stamattina il team Corporate&Investment Bank di MPS segnalava anche il deciso rialzo dei tassi breakeven del Bund a dieci anni, in prossimità del 2%, massimi da luglio 2024.

Microcredito

per le aziende

 

In scia alla carta tedesca si muove anche quella italiana. Il BTP sulla stessa scadenza vola in prossimità del 4%, sui massimi da quest’estate. I governativi italiani non avrebbero dovuto essere sulla linea più calda del fronte, anzi, avrebbero dovuto essere i beneficiari del movimento in termini di possibile restringimento dello spread, ma il mercato in questo momento non sembra voler distinguere troppo e va strascico.

 

Il movimento ha messo in allarme il Tesoro

Ieri il ministro Giancarlo Giorgetti è stato ruvido con Ursula von Der Leyen e i suoi appelli al riarmo: “La difesa e sicurezza europea implicano un programma ragionato e meditato di investimenti in infrastrutture militari che abbiano un senso e non fatto in fretta e furia senza una logica”. La precisazione non ha stemperato le tensioni in quanto anche l’Italia, in qualche modo, dovrà dare un contributo alla pioggia di soldi che i governi hanno deciso di far cadere sulle industrie: anche se l’eventuale aumento del debito non rileva per i parametri dell’Unione Europea, l’eventuale indebolimento dei conti pubblici potrebbe mettere in allarme le agenzie di rating.

 

Un bazooka tedesco da mille miliardi

Rischia un declassamento, o un avvertimento, anche la Germania, che intende finanziare i programmi di rilancio economico e di riarmo con un boom di prestiti calcolato da Goldman Sachs in quasi mille miliardi di euro.

La banca d’affari vede ricadute positive in termini di crescita economica della Germania (circa lo 0,2% percento di PIL già nel 2025) ma a fronte di un forte aumento del tasso di rendimento del Bund, stimato dagli analisti al 3,75% nel medio termine.

 

Bund e BTP su livelli d’ingresso

Mauro Vicini, il Co-Fondatore Websim ritiene che questi prezzi siano un’occasione d’acquisto per due ragioni.

La prima è la seguente: le dimensioni attuali del mercato globale dei bond governativi consentono di assorbire senza alcun shock un incremento dell’offerta di “carta” soprattutto se arriva da uno degli emittenti (la Germania) più solidi e apprezzati del mondo. Peraltro, non è che i 500 miliardi, o più, arriveranno in un colpo solo, ma saranno diluiti nel tempo.

La seconda: se Trump, come sembra, riuscirà a fermare la guerra in Ucraina, all’Europa dovrebbero arrivare importanti benefici in termini di calo del costo dell’energia (petrolio e soprattutto gas naturale), quindi minore inflazione. Già il prezzo del Brent da inizio anno è sceso del -7%, mentre il prezzo del Gas (oggi 41,5 euro) potrebbe tornare intorno ai 15/20 euro/mwh del periodo pre-conflitto.

 

Tedeschi pronti a comprare Bund

La pensa più o meno nello stesso modo Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS IM, “Curve più ripide e una certa stabilizzazione dei rendimenti ai livelli attuali sono lo scenario più probabile per il momento” si legge nella nota di commento di oggi.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

L’analista calcola che il “bazooka fiscale” potrebbe aggiungere circa lo 0,2% del PIL nel 2025, lo 0,5% nel 2026 e meno dell’1% nel 2027. Per quanto riguarda l’impatto sull’inflazione sarà da vedere quale sarà la reazione iniziale delle famiglie.

“I consumatori tedeschi tendono a risparmiare molto e a spendere con cautela. Se la mossa coraggiosa dovesse cambiare l’istinto dei tedeschi, allora assisteremmo a un’accelerazione della spesa e forse a qualche pressione inflazionistica. Detto ciò, si tratta di un’eventualità tutt’altro che scontata, in quanto l’attuale aumento dei tassi potrebbe essere visto dai consumatori tedeschi come un’opportunità per aumentare i loro risparmi precauzionali e rimandare la spesa una volta che vi sarà maggiore chiarezza nel medio termine”.

 

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