La sicurezza degli edifici non può essere mai messa a rischio. Le norme antisismiche non sono solo un obbligo, ma una garanzia per la stabilità strutturale e la tutela di vite e proprietà. Scopriamo cosa ha stabilito recentemente la Corte di Cassazione in merito al divieto di sopraelevazione.
Un vincolo indispensabile per la sicurezza strutturale
Il diritto di sopraelevare un edificio, previsto dall’articolo 1127 del Codice Civile, è strettamente regolamentato per salvaguardare la stabilità degli immobili. Secondo la normativa, il proprietario dell’ultimo piano o del lastrico solare può costruire nuovi piani o strutture, ma solo se le condizioni statiche dell’edificio lo permettono.
Questo limite diventa assoluto qualora le strutture non siano idonee a sostenere nuovi carichi o a resistere a forze di origine sismica.
La normativa antisismica prescrive specifiche cautele tecniche da adottare, tenendo conto delle caratteristiche geologiche e del rischio sismico del territorio. L’inosservanza di tali norme è considerata un grave pericolo per la sicurezza pubblica, con una presunzione legale di pericolosità che rende vietata qualsiasi sopraelevazione inadeguata.
Il caso concreto: quando la sopraelevazione diventa contesa
Una recente sentenza della Corte di Cassazione, del 4 dicembre 2024, n. 31032, ha affrontato una disputa tra condomini, mettendo in luce i rischi connessi a interventi edilizi che non rispettano le norme antisismiche.
Nel caso specifico, un condominio aveva innalzato la falda del sottotetto, provocando proteste da parte dei vicini dell’edificio adiacente, collegato tramite una scala comune. I condomini dell’altro stabile temevano un aumento del carico strutturale, denunciando un pericolo per la stabilità dell’immobile e un incremento del rischio sismico. La loro richiesta era chiara: il ripristino dello stato dei luoghi e un risarcimento danni per i rischi subiti. Il caso, complesso e articolato, ha attraversato diversi gradi di giudizio, fino ad arrivare in Cassazione.
Sopraelevazioni e requisiti tecnici: un equilibrio tra diritto e sicurezza
Il diritto di sopraelevare è subordinato al rispetto di precise condizioni tecniche e strutturali. I giudici della Cassazione hanno sottolineato che, in caso di sopraelevazione, l’edificio deve essere in grado di sopportare sia il peso della nuova costruzione sia le sollecitazioni dovute a eventi sismici.
Quando ciò non avviene, la sopraelevazione è vietata, a meno che non vengano effettuati lavori di consolidamento preventivi. Inoltre, in presenza di rischi statici o sismici, è necessario ottenere il consenso unanime degli altri condomini.
Nel caso analizzato, la consulenza tecnica ha rilevato che l’edificio era stato oggetto di interventi di miglioramento sismico in passato, rendendo sicura la struttura nonostante l’intervento sul sottotetto. Questo elemento ha giocato un ruolo determinante nel rigetto delle richieste di risarcimento e ripristino.
Nel caso di specie la sentenza della Cassazione ha confermato che la sopraelevazione realizzata non aveva compromesso la sicurezza dell’edificio, poiché le condizioni statiche erano adeguate e non vi erano rischi accertati. Tuttavia, questo caso evidenzia quanto sia cruciale effettuare verifiche tecniche approfondite e rispettare rigorosamente le norme antisismiche.
Alcuni precedenti giurisprudenziali
In argomento la recente della Corte di Cassazione non appare isolata. Riportiamo, a tal proposito, altre pronunce in tema che evidenziano l’importanza di rispettare le norme antisismiche nelle opere di sopraelevazione.
La Sentenza del Consiglio di Stato n. 8687 del 31 ottobre 2024 ha confermato l’illegittimità di un titolo edilizio in sanatoria rilasciato in assenza dell’autorizzazione sismica. Il Consiglio di Stato ha sottolineato che il rispetto delle norme sismiche è un presupposto necessario per ottenere il permesso di costruire, e che la verifica della conformità alle normative tecniche deve avvenire sia al momento della realizzazione dell’opera che al momento della richiesta di sanatoria.
L’Ordinanza della Cassazione n. 32281 del 21 novembre 2023 ha stabilito che la sopraelevazione è vietata se le condizioni statiche dell’edificio non lo consentono, in particolare per quanto riguarda le sollecitazioni sismiche. La Cassazione ha chiarito che l’inosservanza delle normative antisismiche implica una presunzione di pericolosità della sopraelevazione, e che la prova della sicurezza deve gravare su chi realizza l’opera
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