“Riunione esplosiva alla Casa Bianca”. Lo scontro tra Donald Trump e Elon Musk

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La relazione speciale tra Donald Trump ed Elon Musk è alla vigilia di una rottura insanabile? Il sospetto è emerso nelle scorse ore con la pubblicazione da parte di Politico del resoconto di una riunione di governo svoltasi ieri alla Casa Bianca. Il sito ben informato sulle vicende di Washington, citando due funzionari dell’amministrazione repubblicana, riportava che il presidente degli Stati Uniti aveva convocato il meeting, a cui ha partecipato lo stesso imprenditore sudafricano, per trasmettere un preciso messaggio ai membri del suo governo: “siete voi a dirigere i vostri dipartimenti, non Elon Musk”. Nulla era trapelato però dello scontro acceso andato in scena al 1600 di Pennsylvania Avenue tra i membri del gabinetto di Trump e il capo del dipartimento dell’Efficienza governativa (Doge).

A darne conto è il New York Times che in un articolo appena pubblicato ha rivelato dettagli su un vertice definito “esplosivo” arrivato al termine di settimane di tensione crescente per i tagli draconiani imposti da Musk in diverse branche del governo federale. Una delle discussioni più vivaci ha riguardato il padrone di Tesla e il segretario di Stato Marco Rubio al quale il braccio destro di Trump ha rimproverato di non aver licenziato “nessuno”. Difficile per l’ex senatore della Florida mantenere la calma, considerato che già da tempo l’ex senatore della Florida esprimeva in privato il suo disappunto nei confronti di Musk. Oggetto dell’astio: lo smantellamento da parte del Doge dell’Usaid, l’agenzia che fornisce aiuti umanitari e assistenza allo sviluppo in decine di Paesi in tutto il mondo e che tecnicamente dipende dal dipartimento di Stato.

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Davanti alla ventina di persone presenti alla riunione, Rubio ha risposto contestando le accuse di Musk e ricordandogli i circa 1500 funzionari che sono andati in pensione in anticipo. Trump ha assistito in silenzio e con le braccia conserte alla discussione che si è trascinata “per un tempo imbarazzante”. Quando è intervenuto lo ha fatto per difendere il segretario di Stato dichiarando che sta facendo un “ottimo lavoro” e aggiungendo che “tutti devono lavorare insieme”.

Il tycoon ha cercato di chiudere la questione elogiando entrambe le parti e ha chiarito di sostenere ancora la missione affidata a Musk precisando però che è arrivato il momento di essere “un po’ più raffinati nell’approccio” e che in futuro saranno i vari segretari a prendere le decisioni mentre il team del miliardario avrà un ruolo unicamente consultivo. Un concetto ribadito poco dopo dal presidente in un post sul social Truth nel quale ha scritto che per decidere sui licenziamenti si userà “il bisturi piuttosto che l’ascia” e che “man mano che i segretari capiscono le persone che lavorano per i vari dipartimenti, possono essere molto precisi su chi rimarrà e chi se ne andrà“. Il commander in chief ha aggiunto inoltre che terremo queste riunioni ogni due settimane finché non sarà completato l’aspetto di questo lavoro molto necessario“.

Poco prima del botta e risposta tra Musk e Rubio, anche il responsabile dei Trasporti, Sean Duffy, alle prese con diversi gravi incidenti aerei in tutto il Paese, si è lamentato dei tentativi dello staff del Doge di licenziare i controllori di volo. Discorso simile per il segretario degli Affari dei veterani, Doug Collins, che ha messo in guardia dall’effettuare tagli che potrebbero avere ripercussioni su uno dei bacini elettorali più importanti per il leader Usa. Musk si è difeso dalle accuse ricordando ai presenti che ha creato diverse aziende da miliardi di dollari partendo da zero e che sa bene come si assumono persone in gamba.

L’incontro nella Cabinet Room della Casa Bianca, scrive il New York Times, rappresenta “la prima indicazione che Trump è disposto a porre dei limiti a Musk”. Il presidente è consapevole dei malumori generati dal responsabile del Doge che gli sono stati riferiti da diversi parlamentari repubblicani. Oltretutto, il potere indiscriminato di Musk è arrivato anche nelle aule dei tribunali dove un giudice federale del Rhode Island ha affermato che “l’esecutivo si è posto al di sopra del Congresso“.

Dopo il burrascoso vertice di ieri che potrebbe aprire la strada ad una frattura irreparabile con Trump, un’altra notizia avrà guastato l’umore dell’imprenditore visionario: l’agenzia Bloomberg ha riportato che Tesla è calata del 48% dal picco raggiunto con l’elezione di The Donald mandando quasi in fumo i 700 miliardi di dollari di guadagni realizzati dopo

il voto. Un calo che viene legato alla diminuzione delle vendite in Cina e Europa e ai timori che l’impegno politico di Musk sia divenuto una pericolosa distrazione dagli affari per il suo amministratore delegato.



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