Banche in ordine sparso sulle mine antipersona

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Le principali banche

Anche in UniCredit gli Etf in questione sono sottoscrivibili. «UniCredit ha adottato una policy interna per conformarsi ai requisiti normativi previsti dalla Legge 220 – spiegano dalla banca –. UniCredit prevede blocchi in acquisto di titoli emessi dalle società coinvolte che si applicano a tutta la clientela. Non sono invece previsti blocchi in acquisto su iniziativa del cliente di Etf». Intesa Sanpaolo (Isp) fa sapere che ci sono delle interlocuzioni in corso anche a livello interno sul tema, non fornisce però la posizione sulla trattazione degli Etf di Vaneck che, secondo quanto risulta a Plus24, non sono stati bloccati per i clienti. Intesa ricorda che in tema armamenti sin dal 2007 la banca ha una normativa interna in materia, aggiornata nel 2024. «In coerenza con i valori e i principi espressi nel Codice Etico, Isp formula l’espresso divieto di porre in essere ogni tipo di attività bancaria e/o di finanziamento connessa con la produzione e/o la commercializzazione di armi controverse e/o bandite da trattati internazionali – spiegano da Intesa –. A ciò si aggiunge quanto introdotto dalla Legge 220 del 2021 che in via interpretativa si estende a ricomprendere determinate categorie di investimenti.

Le Sim e la raccolta ordini

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Anche Directa Sim consente ancora l’operatività sugli Etf in questione e non blocca neppure i titoli nella blacklist di Nummus . «La Legge 220/2021 vieta il finanziamento diretto o indiretto di società coinvolte nella produzione di mine antiuomo, munizioni e sub munizioni cluster – spiegano a Directa –. Tuttavia, è fondamentale distinguere tra le diverse tipologie di operatività. Directa Sim non investe per conto proprio né si occupa di risparmio gestito, ma fornisce esclusivamente accesso ai mercati ai clienti retail, eseguendo ordini su loro richiesta». E ancora: «la normativa riguarda il finanziamento di tali società, ma non limita l’operatività dei clienti che agiscono in autonomia. Per questo Directa non applica restrizioni alla negoziazione su questi titoli ed Etf nel rispetto della piena libertà operativa del cliente che non è destinatario di alcun divieto».

Le compagnie assicurative

L’applicazione della legge sulle mine antipersona e le bombe a grappolo coinvolge anche le compagnie assicurative e i fondi pensione. L’Ania ha risposto a Plus24 che «ha fornito alle proprie associate una costante informativa sui contenuti della legge e delle istruzioni pubblicate dalle autorità di vigilanza al fine di agevolare una conoscenza completa e approfondita delle nuove norme. La legge 220/2021 prevede l’obbligo di consultare almeno un elenco pubblicamente disponibile delle società che operano nei settori vietati. Tuttavia, a oggi, nessun elenco è stato predisposto e/o trasmesso dai soggetti istituzionali preposti ai controlli sull’attuazione della legge – fa notare Ania –; di conseguenza le imprese assicuratrici (anche con il supporto di provider specializzati) hanno dovuto creare autonomamente le liste contenenti l’elenco delle società che operano nei settori vietati». Secondo l’associazione «non possono essere inseriti in portafoglio tutti i titoli inerenti a società a qualsiasi titolo coinvolte, anche indirettamente, nella produzione di mine antipersona e/o di munizioni a grappolo o in attività commerciali relative a dette armi – spiega l’Ania –. Si segnala inoltre che, per quanto attiene agli aspetti meramente operativi, le imprese assicuratrici devono anche fornire apposite istruzioni ai propri gestori finanziari e organizzare la propria compliance interna ai fini della verifiche sulla corretta applicazione della normativa». Più nel dettaglio Ania spiega che devono essere escluse: azioni e obbligazioni di produttori diretti e indiretti (dei business indicati nella legge) e anche gli Etf contenenti questi titoli anche se emessi da emittenti di Etf, nonchè i fondi comuni d’investimento con titoli delle società individuate come coinvolte.

Percorso Esg

Va detto che da tempo le compagnie stanno comunque cercando di rendere i propri portafogli e le proprie gestioni separate sempre più Esg e quindi lo scarto dei titoli dei gruppi attivi nella produzione delle armi bandite è già in buona parte avvenuto come dimostrano anche le rendicontazioni.

Lo stesso di può dire per i fondi pensione. Come è noto i soldi gestiti da questi organismi sono dei lavoratori e i sindacati, coinvolti nella governance insieme alle associazioni dei datori di lavoro, sono da sempre sensibili al rispetto delle convenzioni internazionali da parte di società e Stati scelti per gli investimenti.



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