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La manovra dei mini-ritocchi. I correttivi premiano Musk, scuole paritarie, criptovalute e ippica #finsubito prestito immediato


Doveva essere un maxi-emendamento, arriva una serie di mini ritocchi in una manovra che è un cantiere che fatica a chiudere. Cinquanta piccoli correttivi, in tutto, che riscrivono in buona parte la legge di Bilancio in discussione alla Camera e distribuiscono qualche risorsa qua e là. Come i 50 milioni che arrivano per le scuole paritarie, o gli interventi a favore di Elon Musk e della sua Starlink. Soprattutto arriva un segnale alle imprese così da provare a invertire la rotta di una produzione industriale ferma da 21 mesi e della crescita economica che non gira come il governo vorrebbe.

La stessa idea di maxi-emendamento è in realtà saltata. L’esecutivo aveva provato a presentarne uno nel mezzo della notte. Le opposizioni si sono rivoltate, chiamando in causa il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Un unico testo con tutte le modifiche avrebbe messo Partito democratico, Verdi-Sinistra, centristi e Movimento 5 Stelle nell’impossibilità di votare proposte ritenute valide perché incatenate ad altre considerate irricevibili. Di fatto si sarebbe trattato di un modo surrettizio per riscrivere completamente la manovra. Il maxi sarà quindi spacchettato e presentato in più proposte. Slitta però l’approdo in Aula alla Camera
rispetto al calendario, che prevedeva la discussione generale lunedì alle 15, ma sul testo è ancora stallo in Commissione Bilancio, che attende il deposito degli emendamenti del governo. Tra le proteste delle opposizioni, la Commissione è stata aggiornata a lunedì e il lavoro che potrebbe terminare solo martedì. 

Il taglio dell’Ires per le imprese che tengono gli utili in azienda, investono e assumono sarà di solo quattro punti percentuali, non di cinque chiesti da Confindustria. Per giunta il premio è legato a mille paletti: gli utili trattenuti devono essere l’80% del totale, gli investimenti di almeno 20mila euro, il numero dei dipendenti non deve calare. Nella commissione Bilancio della Camera già si studiano possibili cambiamenti alla proposta del governo. Di fatto l’Ires premiale è finanziata con una stretta sulla possibilità per le banche di portare in deduzione le perdite fiscali. Ma la percentuale scelta sembra essere troppo restrittiva, scendendo dal 65% al 54%. Le imprese incassano anche la decontribuzione per il Sud. Sarà di poca cosa, il 25%, ma comunque un segnale per le associate meridionali di Confindustria.

Sulle pensioni l’intervento scelto è permettere ai lavoratori di chiedere un aggiunta contributiva del 2%, che il datore potrà dedurre dalle tasse, in modo da rendere un po’ più pesanti gli assegni un volta lasciato il proprio posto. E si allarga anche la platea dell’assegno di inclusione. I numeri dei nuovi beneficiari anon ci sono. Per ora l’unica cosa certa è che sale da 9.360 euro a 10.140 euro la soglia di reddito Isee da non superare per richiedere il contributo statale. Sale inoltre da 6.000 a 6.500 euro il valore del reddito familiare massimo, e da 7.560 a 8.190 euro la soglia di reddito massima per i nuclei composti da anziani o disabili.

La Lega ottiene un contentino sulla tassazione di Bitcoin e criptovalute: anziché salire al 43% dal prossimo anno, la tassazione sulle plusvalenze da criptoasset, secondo la bozza di emendamento, sarà portata dal 26% al 33%, ma soltanto nel 2026. Sulla web tax il segnale è stato dato a Forza Italia: l’imposta del  3% sulle transazioni digitali è stata limitata ai grandi, alle aziende con 75 milioni di fatturato a livello globale. Sono salvi gli editori e le pmi tricolori. Resta da capire come reagiranno gli Stati Uniti, visto che i colossi della Silicon Valley saranno quelli a dover pagare. Ma proprio per questo le amministrazioni Usa hanno minacciato dazi contro i Paesi europei che come l’Italia hanno adottato la web tax. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, aveva incluso anche le piccole aziende italiane per evitare le accuse di Washington e rendere più digeribile l’imposta. Ora si torna alla vecchia impostazione.

Chi può festeggiare è Starlink: la società di comunicazioni satellitari del magnate Elon Musk, prossimo capo del dipartimento per l’efficienza governativa dell’amministrazione di Donald Trump, potrebbe presto fornire connessioni nella penisola. Un emendamento sullo sviluppo del 5G e della Banda ultralarga apre le porte ai satelliti del miliardario sudafricano, naturalizzato statunitense, e adegua gli obiettivi fissati dal Pnrr con quelli previsti nelle convenzioni siglate da Infratel – la partecipata pubblica che si occupa delle infrastrutture di connessione – con i soggetti aggiudicatari incaricati di posare la fibra, nello specifico OpenFiber (controllata da Cdp e dal fondo Macquarie) e FiberCop, l’ex rete di Tim ora controllata dal fondo statunitense Kkr assieme al ministero dell’Economia. Tutto nasce dalla revisione del Pnrr contrattata un anno fa e per la quale l’Italia ha avuto l’ok dalla Ue lo scorso dicembre. Il vecchio piano e i relativi bandi prevedevano infatti una mappa dei civici da connettere sballata, dove figuravano anche rampe d’ingresso ai garage e terreni. Con la revisione il nuovo target Pnrr è stato fissato a 3,4 milioni di civici. Infratel ne prende in considerazione 3,55 milioni. La proposta permette alle due aziende di modulare l’attuazione, limitando le connessioni, una prima fase all’80% di quanto stabilito dai vari lotti di gara. Secondo quanto riportato da Reuters, intanto, a gennaio partirà una sperimentazione di Starlink. Una volta completata, per ottemperare al piano di copertura sia FiberCop sia OpenFiber potranno affidarsi anche ai servizi di Musk per connettere le aree remote nelle quali non arriva la fibra.

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In materia di partecipate pubbliche, come anticipato da HuffPost, una riformulazione arrivata in commissione, amplia la provvista che Poste Italiane può investire in titoli di Stato. Un numero imprecisato di norme è fatto poi di piccoli incrementi di tariffe e tasse. I pedaggi autostradali saliranno dell’1,8% dal primo gennaio; sale dello 0,5% la tassa sui diritti d’imbarco sui voli extra Ue, dovuta dagli aeroporti ai Comuni -ma il cui ricavato va in parte all’Inps- e che di solito viene caricata sul prezzo dei biglietti; aumenta la tassazione sulle scommesse online e in agenzia e per i poker a torneo. Nel mondo dei giochi si salva soltanto l’ippica, dove la tassazione diminuisce. Cinque milioni in più per la salvaguardia della Laguna di Venezia inclusi in uno degli emendamenti firmati dal governo danno l’idea del vorrei ma non posso. 

Nel novero dei rincari c’è spazio anche le richieste di cittadinanza. I comuni potranno chiedere agli stranieri con antenati italiani fino a 600 euro come contributo amministrativo per sbrigare la pratica.  Ironia del calendario, la norma arriva in commissione all’indomani della cittadinanza assegnata al presidente argentino Javier Milei, con un nonno italiano “Ciccio”, ma anche fiero oppositore da anarcocapitalista e iperliberista, di balzelli e burocrazia.

Tra le novità arrivate già sabato, la garanzia statale del Fondo mutui per chi compra la prima casa sarà concessa “esclusivamente” e non più “prioritariamente” alle giovani coppie o ai “nuclei familiari monogenitoriali con figli minori”, oltre a chi vive nelle case popolari e ai giovani sotto i 36 anni. È un emendamento del governo a cambiare la norma sull’accesso al Fondo che assicura una garanzia del 50% su un finanziamento fino a 250 mila euro (all’80% per chi ha un Isee fino a 40 mila euro e richiede un mutuo superiore all’80% del prezzo d’acquisto dell’immobile).



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