IRCCS: in Lombardia nuove concessioni per spacchettamento

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Il Giornale “la Repubblica”, nell’edizione del 6 marzo 2025[1], articolo di Alessandra Corica, informa che lo storico Istituto Buzzi vocato alle malattie pediatriche di interesse clinico e chirurgico, una istituzione per Milano e dintorni, avrà un nuovo status giuridico. La Regione, infatti, varerà a giorni la delibera di costituzione di un IRCCS, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico ex novo. L’Ospedale sarà dunque aziendalizzato, reso autonomo amministrativamente dal suo omologo cui era collegato Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli, attraverso la costituzione di una Fondazione, pari a quella del Policlinico Cà Granda e dell’Istituto Neurologico Besta. Devono gioirne i pazienti? Avranno in questo modo maggiore soddisfazione della domanda di salute dei loro piccoli?  La risposta verrà alla fine dell’articolo, che dovrà sviluppare il ruolo degli IRCCS, la loro distribuzione nel territorio e capire la necessità di questo scorporamento.

 Cosa sono gli IRCCS e come si inscrivono nel dissesto della sanità pubblica

Il D.Lgs 16 ottobre 2003, n. 288, nell’istituirli, definisce gli IRCCS come “enti a rilevanza nazionale dotati di autonomia e personalità giuridica che, secondo standard di eccellenza, perseguono finalità di ricerca, prevalentemente clinica e traslazionale, nel campo biomedico e in quello dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari, unitamente a prestazioni di ricovero e cura di alta specialità”. Quindi, istituti di eccellenza che costituiscono una galassia di 51 strutture, di cui 30 Enti Privati convenzionati e 21 strutture pubbliche, con un finanziamento statale pari a 148,42 mln/anno. In Lombardia troviamo 20 strutture, 4 di diritto pubblico e ben 16 di diritto privato, cui è destinata una quota, assegnata in base alla performance, pari a 74,84 mln €, l’esatto 50% dell’intero fondo. Tra gli Enti Privati annoveriamo il gruppo GDS, Gruppo San Donato che raggiunge il 35% della componente privata del settore, mentre pesa per il 14% sull’intera valorizzazione dei ricoveri delle strutture pubbliche e private in regione. In sintesi, il Gruppo è costituto da 19 ospedali di cui 3 IRCCS (Policlinico San Donato, Ospedale San Raffaele e Istituto Ortopedico Galeazzi) per un totale di 5.568 posti letto e 4.300.000 pazienti curati ogni anno, con un surplus di bilancio pari a 2.500 milioni di € [2]. Il Gruppo Humanitas del Gruppo Techint in Lombardia conta 5 strutture di ricovero (una delle quali è un IRCCS) collocate in 3 province e in altrettante ATS. Opera anche in altre due Regioni italiane. Ha da poco fondato una propria Facoltà di Medicina con corsi solo in inglese, dopo essere stato a lungo polo universitario dell’Università Statale di Milano. A Pavia è presente il Gruppo Maugeri. Dal 1°ottobre 2016, tutte le sue attività sanitarie sono state conferite a ICS Maugeri Spa Società Benefit IRCCS. È in terza posizione in Lombardia: 5.3% sul totale della valorizzazione dei ricoveri trattati dai privati. È presente in 6 province lombarde e in altrettante ATS e conta sedi dislocate in altre 6 Regioni italiane. Non ultimo l’ex Gruppo Veronesi che gestisce due IRCCS: Istituto Europeo Oncologico (IEO) e Ospedale Cardiologico Monzino (gruppo IEO Monzino)[3].Attribuire il 50% del fondo alla sola componente lombarda fa pendant nella rincorsa alle distorsioni alle decisioni del legislatore di sanare i debiti di altre strutture, questa volta romane, i Policlinici Universitari privati (Policlinico A. Gemelli e Campus Biomedico) e Ospedale Bambino Gesù. In toto gli IRCCS lombardi sono 19 su un totale di 53 e di questi quattro (Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Istituto Neurologico Carlo Besta, con Arexpo) hanno costituito la Fondazione per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico (FITT) per un percorso di collaborazione istituzionale avviato nel 2019 su nuove tecnologie, nuovi device e nuovi farmaci. Sono le “teste di serie” delle strutture pubbliche che vengono demandate a compiti di eccellenza in campo di ricerca e dell’innovazione. A tutte le altre, sostanzialmente private tranne INRCA di Casatenovo e S. Gerardo, Monza, vanno demandati i compiti assistenziali. Secondo il recente studio di MedioBanca, riportato anche su Ilsole24h da Antonella Olivieri, su 29.354 strutture ospedaliere operanti in Italia il 57% è di natura privata e il 43% di natura pubblica. I ricavi delle strutture private, dopo il rebound post-Covid, ascendono a circa 10.6 miliardi di euro.

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Le strutture direttamente convenzionate e accreditate sono 1.029 su tutto il territorio regionale lombardo. Ma nel frattempo, poiché il dibattito verte sull’aumento o meno del Fondo nazionale, ogni quale volta si aumenta il plafond si ingenera uno shunt finanziario verso le strutture private, quando vengano accreditate come IRCCS, una sorta di elevazione di rango sanitario per poter godere dei fondi nazionali riservati a questa categoria di eccellenza.

Lo scorporamento del Buzzi

Detto scorporamento oggi all’attenzione degli osservatori porterà vantaggi? Innanzitutto graverà ulteriormente sul bilancio del Sistema Regionale per una moltiplicazione della Dirigenza Apicale. Saranno istituiti CdA, la triade dei Direttori, Generale, Sanitario, Amministrativo, Scientifico per un possibile piano di emolumenti pari a circa 800.000 €/anno. Verranno poi integrati i fondi di trasferimento regionale con un congruo assegno potenziato per la ricerca e comunque questo nuovo ingresso negli IRCCS segue il percorso politico ministeriale di ampliamento fino a 10 nuovi soggetti.

Cosa vuol dire?

1-Aumento delle fasce dirigenziali di diretto rapporto con l’Agenda Politica;

2- Ampliamento delle Concessioni di Titolo che negli ultimi anni spesso prescinde dalle motivazioni originali con cui la legge istitutiva dava ai soggetti recipienti: eccellenza nella ricerca e solide basi scientifiche testimoniate da parametri vari quali numero di pubblicazioni nazionali e internazionali, impact factor etc.

3- Senza nulla togliere alla validità scientifica e assistenziale del Buzzi, oggi si assiste ad una moltiplicazione delle concessioni, indipendentemente dalla loro attribuibilità.

È evidente che nuova filiera amministrativa ha un sapore vagamente clientelare, è in linea con la politica della Regione Lombardia di privilegiare la filiera amministrativa e dell’alta dirigenza, piuttosto che investire in nuove strutture – Policlinico escluso poiché la sua costruzione era indispensabile- nuove attrezzature e soprattutto in Case della Salute e dell’Accoglienza che rappresentano oggi il clou della Medicina Territoriale perennemente negletta.

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Ecco dunque la ragione per istituire un Osservatorio Indipendente sulla Sanità Pubblica della Città Metropolitana di Milano, onde evitare provvedimenti poco utili come quello di cui l’articolo tratta.

[1] Corica A. Rivoluzione al Buzzi, diventa Istituto di Ricerca e si stacca dal Fatebene, “la Repubblica” 6.03.2025

[2] Il Gruppo San Donato (56 sedi in Italia con 6.660 unità di personale medico e 5 mi lioni di pazienti) con Gksd sta operando l’acquisizione del gruppo polacco Scanmed e così con soliderà il suo posizionamento in Polonia e aumenterà il fatturato a circa 2,5 miliardi, mentre i posti letto saliranno complessivamente a 8.260 e i pazienti saranno oltre 5,5 milioni ( Luca Mancini, Ilsole24h, 05.05.24).

[3] (38) Mentre il Centro-Cardiologico Monzino- IEO chiude L’esercizio con un utile pari ad ¤ 1.009.604 (utile di ¤ 264.509 nel 2021) considerato l’impatto negativo di imposte per tassazione corrente e differita per ¤ 397.983 (¤ 772..015 nel 2021), nonché ammortamenti e svalutazioni per complessivi ¤ 6.896.572 (¤ 6.134.745 nel 2021). La posizione finanziaria netta del Centro Cardiologico è pari a 49,4 milioni (37,9 milioni nel 2021) e considera, oltre a disponibilità liquide per ¤ 36,9 milioni, per ¤ 12,5 milioni il credito verso la controllante Istituto Europeo di Oncologia S.r.l. derivante dalle operazioni di cashpooling con la stessa.( fonte MilanoFinanza, 08.05.24)



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