I tagli della Bce al costo del denaro spingono verso il basso i tassi dei mutui. Ma allo stesso tempo sgonfiano il tasso di interesse riconosciuto ai clienti sui depositi.
Questi ultimi sono tornati ai livelli del 2022, a quota 1.811 miliardi. Il rallentamento della crescita economica, invece, imbriglia la domanda di prestiti. L’Abi nel suo rapporto mensile fotografa un tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni al 3,23% a novembre. Il tasso a ottobre si attestava al 3,27% e al 4,42% a dicembre dello scorso anno. L’ultimo taglio di 25 punti base operato dalla Bce risale a questa settimana: nei primi giorni di dicembre, anticipando la mossa di Francoforte e in vista dei futuri tagli, il mercato ha ridotto ancora i tassi con l’Euribor a 3 mesi al 2,88%, in diminuzione di 13 punti base rispetto a novembre, quando l’asticella si posizionava un pelo sopra il 3%. Arretra al 4,47% il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese, dal 4,73% di ottobre. Il tasso viaggiava intorno al 5,5% alla fine del 2023. Il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,55% dal 4,62% di ottobre.
L’ANDAMENTO
Il rallentamento della crescita economica, sottolinea l’Abi, continua tuttavia «a deprimere la domanda di prestiti bancari». A novembre, indica il rapporto mensile dell’associazione, i prestiti a imprese e famiglie sono risultati in flessione dell’1,6% rispetto a un anno fa, stesso valore del mese precedente. Un dato negativo ma che, se confrontato con l’andamento degli ultimi mesi, lascia comunque intravedere qualche segnale di ripresa. A ottobre i prestiti alle imprese si erano contratti del 3,1% e quelli alle famiglie dello 0,2%.
A novembre dello scorso anno, in piena stretta monetaria, il calo dei finanziamenti a imprese e famiglie era stato pari al -3%. Come detto i tagli della Bce stanno portando giù anche il tasso di interesse sui depositi, il cui rendimento a novembre si abbassa al 3,01% nel caso dei depositi a durata prestabilita. A ottobre si posizionava al 3,31%, addirittura sopra la media dell’area euro (2,94%). Il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti) è stato lo 0,93% (contro lo 0,96% di ottobre). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è pari allo 0,47% (sotto lo 0,49% di ottobre ma comunque abbondantemente sopra allo 0,02% registrato a giugno 2022). Infine il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a novembre è stato il 2,26%, con un incremento di 95 punti base rispetto a giugno del 2022, quando era l’1,31 per cento. La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, è aumentata poi di circa 174 miliardi tra ottobre 2023 e ottobre 2024.
LE CATEGORIE
Di questi 60,9 miliardi provengono dalle famiglie, 13,7 miliardi dalle imprese e il restante dagli altri settori, dalle assicurazioni alla pubblica amministrazione. A novembre la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto a un anno fa del 7% (+8,9% nel mese precedente). I soli depositi, nelle varie forme, a novembre sono aumentati del 4,1% su base annua. Per quanto riguarda la raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a novembre si è registrato un incremento del 4,5% su base annua. Prosegue così la dinamica positiva in corso da inizio anno.
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