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Secondo State Street, il 2024 si è chiuso con il segno più su tutti i fronti. E quest’anno il Vecchio Continente supererà i 2.800 miliardi di dollari di asset grazie anche a nuovi emittenti e nuovi prodotti
Un 2024 da incorniciare e un 2025 che si preannuncia persino migliore. Il mercato globale degli exchange traded fund ha appena archiviato un anno in crescita su tutti i fronti: in ogni angolo del mondo, in tutte le asset class e con ogni generazione di investitori. I flussi in entrata hanno infatti raggiunto 1.900 miliardi di dollari, facendo toccare al patrimonio complessivo quota 14.700 miliardi. A tirare le somme è il ‘2025 Global Etf Outlook’ di State Street, secondo cui all’orizzonte non si intravedono battute d’arresto, anzi. Tra nuovi prodotti, nuovi emittenti e nuovi investitori, i prossimi mesi segneranno altri record storici. Con l’Europa destinata a superare i 2.800 miliardi di dollari di asset.
2024: più prodotti, più gestori, più investitori
Lo scorso anno tutti i principali mercati degli Etf hanno registrato afflussi tra il 20 e il 30%. Azioni, reddito fisso, attivi, passivi, materie prime, valute e asset digitali hanno chiuso tutti con il segno più. Stando al report, le indagini indicano che nei prossimi cinque anni gli investitori di tutte le fasce demografiche aumenteranno la loro quota di asset investibili in questi strumenti. Non solo. Nel 2024 gli investitori hanno indicato chiaramente le loro preferenze e gli asset manager li hanno ascoltati, lanciando nuovi prodotti per soddisfare le crescenti richieste dei clienti. E il mercato ha visto l’ingresso di molti nuovi importanti gestori. “Abbiamo anche visto le piattaforme di broker aumentare il numero di Etf attivi che sono disposte a utilizzare”, sottolineano gli analisti della banca depositaria. Aggiungendo che si tratta di una buona notizia sia per questi strumenti sia per gli investitori che li utilizzano: “Stiamo assistendo a una maggiore scelta di prodotti da parte di una più ampia gamma di gestori di fondi professionali”.
Nuovo record per l’Europa: flussi per 270 miliardi di dollari nel 2024
Quanto al Vecchio Continente, dopo l’esplosiva crescita post-Covid e il successivo rallentamento, nel 2024 gli Etf hanno ripreso vita e stabilito un nuovo record. I flussi in entrata hanno infatti superato i 270 miliardi di dollari, segnando un aumento di quasi il 40% rispetto al massimo precedente. La raccolta è stata positiva in tutte le classi di attività (azioni, reddito fisso, criptovalute) e strategie (attive, Esg, a leva/inverse, passive, smart beta). E secondo State Street è destinata a continuare con l’espansione del mercato al di là degli investitori istituzionali e con l’accelerazione dell’adozione da parte del retail. Anche il fatto che la frammentazione del mercato, composto da 25 giurisdizioni e 29 borse, si sta modernizzando con l’avvento di un sistema consolidato influirà positivamente. “Infine, ci aspettiamo di assistere a un’espansione dei gestori locali e globali che entrano nel mercato europeo degli Etf, offrendo una maggiore scelta e innovazione al mercato”, si legge nel report.
La corsa degli attivi
Altro trend importante riguarda gli Etf attivi. L’anno scorso l’Europa ha registrato lo stesso boom che il mercato statunitense ha sperimentato a partire dal 2019: c’è stato infatti un forte aumento dei flussi grezzi (da 7 a 20 miliardi di dollari), dei prodotti (da 103 a 178) e degli emittenti (da 28 a 35). Il dato più significativo è che i flussi del 2024 in questo segmento rappresentano il 74% del patrimonio gestito dell’anno precedente. “Prevediamo che questo trend continuerà con l’ingresso sul mercato di un maggior numero di emittenti e prodotti. Ciò comprenderà una combinazione di strategie autonome e l’espansione di fondi non quotati che lanciano una share class quotata”, affermano gli analisti di State Street. A loro parere, infatti, l’Europa consente oggi questa struttura e, stando alle conversazioni della banca depositaria con i clienti, c’è un notevole interesse a sfruttarla. Un’ulteriore spinta per il 2025 è rappresentata poi dalla decisione della Commission de Surveillance du Secteur Financier del Lussemburgo di esentare gli Etf attivi dalla tassa di sottoscrizione e di consentire la divulgazione differita del portafoglio. “Ci aspettiamo che altre giurisdizioni seguano l’esempio”, precisa il report.
La carica del retail
Sebbene gli istituzionali costituiscano ancora la stragrande maggioranza del mercato europeo, gli investitori retail stanno diventando una voce importante. I piani di risparmio in Etf sono aumentati di oltre il 40% nell’ultimo anno, passando da 7,7 milioni a 10,8 milioni. E, stando allo studio, questo trend è destinato a intensificarsi. Gli investitori retail che utilizzano questi prodotti sono in genere più giovani di quelli che investono in altri strumenti e si trovano nell’età dei primi guadagni (e risparmi). Di conseguenza, non solo continueranno ad aumentare numericamente, ma salirà anche l’ammontare degli asset detenuti in Etf. Molti di questi hanno poi piani di risparmio con più piattaforme digitali, neobroker e robo advisor.
Per Denis Dollaku, country head italia e head of business di State Street Bank International, il mercato europeo si prepara a un anno di crescita record, in cui consoliderà il forte slancio dei dodici mesi precedenti. L’esperto fa notare che, per rispondere all’incremento della domanda di strumenti indicizzati da parte degli investitori europei, i gestori patrimoniali stanno ampliando l’offerta, puntando su soluzioni sempre più innovative e personalizzate, mentre nuovi provider fanno il loro ingresso nel mercato. “Anche la crescente attenzione degli investitori retail verso gli Etf come veicolo di investimento rappresenta un driver che guiderà l’evoluzione dell’industria nel prossimo futuro, aprendo la strada a nuove strategie di distribuzione più ampie e diversificate”, assicura.
Nel 2025 l’Europa supererà i 2.800 miliardi di dollari di asset
L’outlook stima che il mercato europeo crescerà di almeno 25 punti percentuali e supererà i 2.800 miliardi di dollari di asset, con l’emissione oltre 400 nuovi prodotti e con gli strumenti a gestione attiva a fare la parte del leone. Si assisterà poi a una crescita di Etf lanciati da emittenti e di altre nuove soluzioni white label per facilitarne l’ingresso di nuovi sul mercato. “Entreranno nel mercato almeno dieci nuovi emittenti o emittenti che passeranno dai passivi agli attivi. La maggior parte di questi nuovi operatori si presenterà principalmente con strategie attive”, si legge. Almeno due dei nuovi operatori lo faranno aggiungendo share class di Etf alla gamma di fondi comuni esistenti.
E gli emittenti esistenti ricorreranno all’acquisizione per aumentare la propria scala, oppure i gestori di fondi tradizionali ricorreranno all’acquisizione di un emittente esistente di strumenti indicizzati per entrare nel mercato. La riduzione dei requisiti di trasparenza del portafoglio sarà estesa all’Irlanda (attualmente è abilitata in Lussemburgo) e almeno un gestore sfrutterà questa possibilità. Gli strumenti attivi passeranno dal 3% al 4% degli aum e dal 7% al 10% dei flussi.
Anche l’utilizzo di share class quotate e non quotate è destinato ad espandersi: un gestore di fondi comuni di investimento si espanderà negli Etf aggiungendo una share class quotata alla sua gamma di fondi non quotati e un emittente si espanderà nei fondi comuni aggiungendo una share class non quotata alla sua gamma di Etf quotati. Il 2025 vedrà poi anche l’aumento dell’adozione da parte dei retail attraverso programmi di risparmio in Etf, piattaforme di consulenza digitale e accordi tra emittenti e neobroker: l’adozione da parte del retail continuerà ad accelerare, con tassi di detenzione che passeranno dal 20-25% al 30-35%. L’espansione degli asset digitali sarà invece contenuta. Almeno un nuovo operatore lancerà un prodotto Etp su questi asset. E la crescita avverrà in ritardo rispetto ad altre giurisdizioni, in quanto le criptovalute rimarranno non ammissibili ai sensi della normativa vigente. Arriverà però l’approvazione per lanciare il primo Etf tokenizzato.
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