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Pubblichiamo due interventi del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, tenuti in rappresentanza del Governo italiano alla 68esima sessione della Commissione Droga delle Nazioni Unite (CND). Le traduzioni sono redazionali.
STATEMENT ITALIANO IN PLENARIA ALLA 68 SESSIONE DELLA CND – 10 MARZO
Honourable Chair, Distinguished Authorities and Delegates,
Italy fully aligns with the statement delivered by the European Union and allow me to add few remarks in our national capacity.
Let me start with a specific case. In August 2021, a key member of an Italian criminal organisation, believed to be one of the most influential facilitators of international drug trafficking, was arrested in Dubai. The investigation that led to his arrest revealed the methods he used:
– The use of money mules, i.e. people who provide their identity in order to open current accounts and/or credit cards that are credited with the proceeds of illicit trafficking;
– Use of hawala channels, i.e. money transfers without banking or financial transactions;
– The creation of legal entities in different jurisdictions to provide non-existent services (so-called “shell companies”);
– Use of virtual currencies;
– Investment operations in real estate;
– The purchase of large quantities of gold, up to 40 kilos per month.
It is an interesting illustration – in a single person – of the main aspects that characterise the current phenomenon of drug trafficking. Methods of financial evasion are increasingly polluting global economic and financial ecosystems. The consolidated overlap between organised crime and economic and financial crime is characterised by the proximity of the most financially powerful mafia groups and certain sectors of the national and international legal financial world, with the aim of laundering and reinvesting money, with real distortions of the normal market dynamics.
The activities of the Italian boss, captured in Dubai, also highlight the role of new technologies, especially digital.
They have made it possible to create parallel markets to those of the “traditional” drug trade: digital markets where supply and demand meet at retail level, thanks in particular to the dark web, with money moving anonymously through cryptocurrencies, without the intermediation of banking institutions.
One of the new and alarming aspects is the fact that the so-called ‘over-the-counter’ web has numerous companies specialising in import/export, which act as trading platforms for the substances. This is a worrying qualitative leap that points to the expansion of drug trafficking, even at lower levels of criminal organisation.
All these innovations are having an impact on the methods used to combat drug trafficking, reducing the effectiveness of some traditional investigative techniques and focusing on digital storage systems that allow access to cryptocurrencies. The fact that drug trafficking is not a crisis is reflected in the figures for all the main indicators: the total amount of drugs seized is increasing and the number of criminal ‘cartels’ that manage to play a major role in the global drug trade is growing.
Contrasting the cartels is not enough. A qualitative leap is needed. Any effort is doomed to failure if we do not address the cultural problem of drugs with a whole-of-society approach. More than fifty years ago, the Italian writer Pier Paolo Pasolini – certainly not a prohibitionist – said that he was alarmed by the fact that drugs had gone from being a phenomenon essentially affecting a few elites to becoming a mass phenomenon; he defined this as a “cultural vacuum”, understood not as a lack of “erudition” but as a loss of principles and horizons in the face of life’s challenges.
The dramatic images coming out of North America – men and women, many of them very young, bent over or collapsed on the ground, completely unconscious from the ingestion of fentanyl – tell us of something that is no accident, but the consequence of “cultures” and distorted notions of freedom that have been in vogue since the 1960s. In this sense, it is worth considering the possibility of a correlation between the pandemic peaks of this tragedy and local experiences of legalisation.
Finally, I would like to remind you that this is the last year of the Italian Presidency of the Pompidou Group and that Italy will host the Ministerial Conference at the end of 2025. Through working groups and specific projects, we have deepened cooperation in established areas of work, promoted cooperation in regional networks and implemented the Group’s new mandate, which now extends to non-substance addictions.
The fight against drugs – all drugs – must start from the conviction that we cannot remain silent in the face of the “nothingness” that hundreds of thousands of young people escape by taking drugs, and the denial of the need for hope and meaning that characterises every human life. Italy is in the front line.
Onorevole presidente, distinte autorità e delegati,
L’Italia si allinea pienamente alla dichiarazione resa dall’Unione europea consentendomi di aggiungere poche osservazioni sul nostro impegno.
Vorrei iniziare con un caso specifico. Nell’agosto 2021, un membro chiave di un’organizzazione criminale italiana, ritenuto uno dei più influenti facilitatori del traffico internazionale di droga, è stato arrestato a Dubai. L’indagine che ha portato al suo arresto ha rivelato i metodi che usava:
– l’uso di “muli di denaro”, ovvero persone che forniscono la loro identità al fine di consentire l’apertura di conti correnti (e/o carte di credito) sui quali vengono accreditati i proventi del traffico illecito;
– utilizzo dei canali “hawala”, ovvero trasferimenti di denaro senza transazioni bancarie o finanziarie;
-la creazione di persone giuridiche in giurisdizioni differenti per ka fornitura di servizi inesistenti (cosiddette “shell companies”);
– uso di valute virtuali;
– operazioni di investimento nel settore immobiliare;
– acquisto di grandi quantità di oro, fino a 40 chili al mese.
È un’illustrazione interessante – in una sola persona – degli aspetti principali che caratterizzano l’attuale fenomeno del traffico di droga. Le tecniche di evasione finanziaria stanno sempre più inquinando gli ecosistemi economici e finanziari globali. La sovrapposizione consolidata tra criminalità organizzata e criminalità economica e finanziaria è caratterizzata dalla vicinanza tra gruppi mafiosi finanziariamente potenti e settori del mondo finanziario legale nazionale e internazionale, con l’obiettivo di riciclaggio e reinvestimento di denaro, con reali distorsioni sulle normali dinamiche di mercato.
Le attività di quel boss italiano, catturato a Dubai, evidenziano anche il ruolo delle nuove tecnologie, in particolare di quelle digitali.
Esse hanno permesso di creare mercati paralleli rispetto a quelli del “tradizionale” commercio di droghe: i mercati digitali in cui domanda e offerta si incontrano nella vendita al dettaglio, grazie in particolare al dark web, con denaro che si muove in modo anonimo attraverso le criptovalute, senza l’intermediazione degli istituti bancari.
Uno degli aspetti nuovi e allarmanti è il fatto che il cosiddetto web “da banco” può poggiare su numerose società specializzate in import/export, che fungono da piattaforme di trading per le sostanze stupefacenti. Questo è un grande salto qualitativo che indica l’espansione del traffico di droga, anche dai livelli più bassi delle organizzazioni criminali.
Tutte queste innovazioni hanno un impatto sui metodi utilizzati per combattere il traffico di droghe, riducendo l’efficacia di alcune tecniche investigative tradizionali e concentrandosi su sistemi di archiviazione digitale che consentono l’accesso alle criptovalute. Il fatto che il traffico di droga non sia in crisi si riflette nelle cifre esposte da tutti gli indicatori principali: la quantità totale di droghe sequestrate è in aumento e il numero di “cartelli” criminali che riescono a svolgere un ruolo importante nel commercio globale della droga sta crescendo.
Contrastare i cartelli non è sufficiente. È necessario un salto qualitativo. Qualsiasi sforzo è condannato al fallimento se non si affronta il problema culturale delle droghe con un approccio sociale a tutto campo. Più di cinquant’anni fa, lo scrittore italiano Pier Paolo Pasolini – certamente non un proibizionista -affermava di essere allarmato dal fatto che le droghe erano passate dall’essere un fenomeno che riguardava alcune élite a un fenomeno di massa; definiva questo come un “vuoto culturale”, inteso non come una mancanza di “erudizione” ma come una perdita di principi e orizzonti di fronte alle sfide della vita.
Le immagini drammatiche che arrivano dal Nord America – uomini e donne, molti delle quali molto giovani, piegati o riversi per terra, completamente incoscienti a causa dell’utilizzo di fentanyl – ci raccontano qualcosa che non è un incidente, ma la conseguenza di “culture” e distorti significati di libertà che sono stati diffusi dagli anni ’60. In questo senso, vale la pena considerare la possibilità di una correlazione tra i picchi pandemici di questa tragedia e le esperienze dei Paesi dove si è inteso operare una legalizzazione.
Infine, vorrei ricordare che questo è l’ultimo anno della presidenza italiana del gruppo Pompidou e che l’Italia ospiterà la conferenza ministeriale alla fine del 2025. Attraverso gruppi di lavoro e progetti specifici, abbiamo approfondito la cooperazione nelle aree di lavoro individuate, abbiamo promosso la cooperazione nelle reti regionali e implementato gli obiettivi del gruppo che ora si estendono anche alle dipendenze non da sostanze..
La lotta contro le droghe – tutte le droghe – deve iniziare dalla convinzione che non possiamo tacere di fronte al “nulla” dal quale centinaia di migliaia di giovani fuggono assumendo droghe e dalla negazione del bisogno di speranza e significato che caratterizza ogni vita umana. L’Italia è in prima linea.
INTERVENTO SIDE EVENT 10 MARZO 2025 Vienna – (Piano italiano Fentanyl)
The new synthetic drugs – led by fentanyl – are revolutionising the geography of drug trafficking.
From the point of view of illicit producers, fentanyl and similar substances are preferable to traditional drugs: they have low production costs, are cheap, highly addictive and easy to manufacture using a variety of common chemicals that are readily available, concentrated and therefore easy to conceal and smuggle.
The production of synthetic drugs on the massive scale we have seen in recent years is only possible thanks to the extensive chemical industries of sufficiently large and complex economies. This means that drugs no longer come exclusively from Latin American or Southeast Asian countries, where local agricultural production could be used to synthesise substances for the rich Western markets.
Analysis of major cryptocurrency platforms (Elliptic, TRM and Chainalysis) has uncovered several companies supplying fentanyl precursors, more than 90 of which are based in China. Ninety percent of these companies accept payments in the cryptocurrencies bitcoin and tether, facilitating the laundering of billions of dollars. Seventeen of these companies have even publicly offered to supply fentanyl, despite the Chinese government’s 2019 ban. Other companies offer a range of chemicals, including synthetic opioid precursors, amphetamines and methamphetamines.
These operators’ cryptocurrency wallets – electronic payment instruments that can generate and store cryptocurrency value, send and receive payments in crypto, monitor the balances of stored values, and connect to the various blockchain networks – receive tens of millions of dollars through thousands of transactions, with an increasing number of payments sent to addresses shared by precursor suppliers. This enables the acquisition of additional precursors for the production of fentanyl.
Artificial Intelligence also plays a key role in the field of new drugs. The latter is exploited not only by “professional” illicit laboratories, to identify new chemical synthesis processes, but also by neophytes, to easily acquire the notions useful in the chemical processing of substances from legally acquired products and tools.
Italy was one of the first countries to develop a national plan to prevent the abuse of fentanyl and other synthetic opioids in 2024.
There is no current emergency in Italy, but we want to be prepared and able to respond quickly if one were to occur.
The characteristic feature of this plan is that it involves, under the coordination of Department for AntiDrugs Policies and other Addictions, all the main actors whose actions are relevant in this field, namely: most Italian ministries, law enforcement agencies, research centres, poison control centres, forensic toxicologists and, of course, the Italian National Drug Early Warning System.
The plan is divided into two main parts: the first covers prevention measures and the second emergency management.
For each agency involved, it outlines both the actions to be activated and the transversal actions involving the support and cooperation of several agencies.
Preventive measures include: strengthening controls to prevent the diversion of medicinal substances, increasing the monitoring of the Internet and providing law enforcement agencies with rapid identification tools for synthetic drugs.
We have also set up a network of forensic toxicology laboratories throughout the country to improve the ability to carry out toxicological tests on seized substances. Meanwhile, we aim to raise awareness of the phenomenon of fentanyl and synthetic drugs among judicial authorities so that they request thorough analyses in cases of suspected acute intoxication or violent deaths.
We have also standardised the protocols of hospital laboratories and forensic toxicology laboratories and activated emergency rooms, intensive care units and emergency clinical laboratories to carry out targeted analysis in cases of acute intoxication. The plan also includes training for law enforcement officers, health professionals and social workers.
Finally, I would like to say that our action has not been limited to drawing up the plan, as we are holding regular coordination meetings in order to have a constantly updated overview of the situation.
Thank you very much for your attention, and I would particularly like to thank Executive Director Waly for being with us today, as well as her colleagues from UNODC, and the panellists for their very interesting contributions to our discussion.
In the face of new challenges, it is crucial to be able to count on the expertise and cooperation of specialised international agencies and all our partners around the world.
Le nuove droghe sintetiche – guidati dal fentanyl – stanno rivoluzionando la geografia del traffico di droga.
Dal punto di vista dei produttori criminali, le sostanze come il fentanyl e simili sono preferibili alle droghe “tradizionali”: hanno bassi costi di produzione, sono economiche, danno enorme assuefazione e sono facili da fabbricare usando una varietà di sostanze chimiche comuni che sono prontamente disponibili, concentrate e quindi facili da nascondere e contrabbandare.
La produzione di droghe sintetiche su vasta scala che abbiamo visto negli ultimi anni è possibile solo grazie alle ampie industrie chimiche in economie sufficientemente grandi e complesse. Ciò significa che le droghe non provengono più esclusivamente dai paesi latinoamericani o del sud -est asiatico, dove la produzione agricola locale potrebbe essere usata per sintetizzare sostanze per i ricchi mercati occidentali.
L’analisi delle principali piattaforme di criptovaluta (Elliptic, TRM and Chainalysis) ha scoperto diverse aziende che forniscono precursori del fentanyl, oltre 90 delle quali hanno sede in Cina. Il novanta per cento di queste società accetta i pagamenti nelle criptovalute Bitcoin e Tether, facilitando il riciclaggio di miliardi di dollari. Diciassette di queste società si sono persino offerte pubblicamente di fornire fentanyl, nonostante il divieto del governo cinese del 2019. Altre aziende offrono una serie di sostanze chimiche, tra cui precursori di oppiacei sintetici, anfetamine e metanfetamine.
I portafogli di criptovaluta di questi operatori – strumenti di pagamento elettronico che possono generare e archiviare il valore della criptovaluta, inviare e ricevere pagamenti in criptovaluta, monitorare i saldi dei valori memorizzati e connettersi alle vari reti blockchain – ricevono decine di milioni di dollari attraverso migliaia di transazioni, con un numero crescente di pagamenti inviati agli indirizzi condivisi dai fornitori di precursori. Ciò consente l’acquisizione di ulteriori precursori per la produzione di fentanyl.
Anche l’intelligenza artificiale svolge un ruolo chiave nel campo delle nuove droghe. Quest’ultima è sfruttata non solo da laboratori “professionali” illeciti, per identificare nuovi processi di sintesi chimica, ma anche da neofiti, per acquisire facilmente le nozioni utili nella lavorazione chimica di sostanze da prodotti e strumenti legalmente acquisiti.
L’Italia è stata uno dei primi paesi a sviluppare un piano nazionale per prevenire l’abuso di fentanyl e altri oppioidi sintetici nel 2024.
Non esiste un’emergenza al momento in Italia, ma vogliamo essere preparati e in grado di rispondere rapidamente se dovesse verificarsi.
La caratteristica di questo piano è che coinvolge, sotto il coordinamento del Dipartimento per le politiche degli antidroga e altre dipendenze, tutti i principali attori le cui azioni sono rilevanti in questo campo, vale a dire la maggior parte dei ministeri italiani, le forze dell’ordine, i centri di ricerca, i centri antiveleni, i tossicologi forensi e, naturalmente, l’Italian National Drug Early Warning System.
Il piano è diviso in due parti principali: le prima riguarda le misure di prevenzione e la seconda la gestione delle emergenze.
Per ogni agenzia coinvolta, il piano delinea sia le azioni da attivare sia le azioni trasversali che richiedono il supporto e la cooperazione di più agenzie.
Le misure di prevenzione includono: il rafforzamento dei controlli per prevenire lo sballo da sostanze stupefacenti, aumentando il monitoraggio del web e fornendo alle forze dell’ordine strumenti di identificazione rapida delle droghe sintetiche.
Abbiamo anche istituito una rete di laboratori tossicologici forensi in tutto il paese per migliorare la capacità di eseguire test tossicologici sulle sostanze sequestrate. Nel frattempo, miriamo a sensibilizzare sul fenomeno del fentanyl e delle droghe sintetiche le autorità giudiziarie in modo che richiedano analisi approfondite in caso di sospetta intossicazione acuta o morti violente.
Abbiamo anche standardizzato i protocolli dei laboratori ospedalieri e dei laboratori tossicologici forensi e dei pronto soccorso, attivato unità di terapia intensiva e laboratori clinici di emergenza per effettuare analisi mirate in casi di intossicazione acuta. Il piano include anche la formazione per le forze dell’ordine, gli operatori sanitari e gli assistenti sociali.
Infine, vorrei dire che la nostra azione non si è limitata a elaborare il piano, poiché stiamo organizzando regolari riunioni di coordinamento per avere una panoramica costantemente aggiornata della situazione.
Grazie mille per la vostra attenzione e vorrei in particolare ringraziare il direttore esecutivo Waly per essere stato con noi oggi, così come i suoi colleghi dell’UNODC e i relatori per i loro contributi molto interessanti alla nostra discussione.
Di fronte a nuove sfide, è fondamentale poter contare sull’esperienza e la cooperazione di agenzie internazionali specializzate e su tutti i nostri partner in tutto il mondo.
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