Turisti e viaggiatori che frequentano i B&B hanno ormai imparato a conoscere bene i termini inglesi “key box” e “self check-in”. Si tratta delle scatolette apribili con un codice numerico in cui i gestori degli appartamenti destinati agli affitti brevi lasciano le chiavi dell’appartamento. In questo modo, i turisti possono accedere direttamente all’alloggio senza incontrarsi fisicamente con il proprietario. Insomma, il check-in viene sostituito da un self check-in, una sorta di “controllo fai da te”. Un sistema che negli ultimi anni ha preso piede in moltissimi B&B anche nel nostro territorio, che tuttavia adesso è stato dichiarato illegale.
A ribadirlo è stata pochi giorni fa una circolare del dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno inviata a tutte le Prefetture d’Italia. Ma perché vietare le key box? Il provvedimento riguarda tutti i tipi di strutture ricettive, ma è plausibile che il suo impatto ricadrà maggiormente sugli appartamenti turistici. Infatti, prenotando su AirBnb, Booking e altri portali simili non è raro che il check-in venga effettuato a distanza. La chiavi dell’alloggio vengono inserite in una piccola cassaforte chiamata key box, e la combinazione per aprirla viene comunicata solo al momento dell’ingresso, senza che ci sia un contatto tra locatori e conduttori. Le key box vengono spesso appese su pali e ringhiere nelle città e sono considerate uno dei simboli dell’overtourism. Questa modalità, tuttavia, non rispetta gli standard di sicurezza stabiliti delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Queste prevedono che gli ospiti possano essere accettati solo se provvisti di un documento di identità valido. Un controllo da remoto, con una foto inviata per email o su WhatsApp come spesso accade, non è sufficiente a garantire il rispetto del requisito, poiché l’identificazione telematica non può essere considerata certa. Non si può escludere infatti che, dopo l’invio dei documenti in via informatica, la struttura possa essere occupata da uno o più soggetti le cui generalità restano ignote al proprietario e, dunque, alla Questura competente, comportando in questo modo un potenziale pericolo per la sicurezza della collettività.
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