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“Abbiamo paura perché la Giunta regionale ce lo sta dicendo. Nel momento in cui sia da Roma sia qua in Piemonte parlano di più criteri, di restrizioni e di tagli, noi sappiamo che questa cosa accadrà e ci dobbiamo opporre perché non possiamo pensare di andare avanti in un momento di crisi economica con meno risorse per il diritto allo studio”. A dirlo è Matteo Buggini di Alter Polis, uno dei collettivi studenteschi universitari che questa mattina – martedì 11 marzo 2025 – si sono radunati davanti al consiglio regionale per protestare contro la revisione dei criteri di assegnazione delle borse di studio. Nei fatti è stato solo un piccolo assaggio di quelli che saranno i prossimi mesi, che si preannunciano di scontro tra collettivi studenteschi e Regione Piemonte.
Parola d’ordine razionalizzazione
Nessuno usa la parola ‘tagli’ – anche se Fabrizio Ricca in consiglio regionale ascolta il dibattito tenendo in mano un paio di forbici luccicanti – ma si parla di razionalizzazione. Tutto parte da un atto politico presentato dallo stesso leghista Ricca, un ordine del giorno con il quale in sostanza si dice che si deve contenere la spesa per le borse di studio concesse ogni anno. “Il 100% erogato quest’anno non sarà il 100% dell’anno prossimo”, spiega Ricca, “perché i soldi che servono quest’anno non basteranno l’anno prossimo. Le risorse dal 2019 al 2025 sono aumentate del 140%, come possiamo pensare di spendere 200 milioni di euro per le borse di studio nel 2029? Se non si mette un freno oggi ci troveremo nella condizione di non riuscire a pagarle davvero”.
Come fare dunque? “Bisogna cambiare i criteri di merito. Quel che noi possiamo cominciare a fare oggi è mettere un’asticella oltre la quale non si va. Ci sono regioni che non fanno neanche un terzo di quel che facciamo noi con il doppio degli studenti”, conclude Ricca. E ci sono Regioni che ricevono un contributo (anche il 20%) dagli atenei.
I numeri
Il Piemonte è una regione che attrae gli universitari, probabilmente anche perché da circa un decennio garantisce il pagamento del 100% delle borse di studio. I numeri però dicono che gli aventi diritto in dieci anni sono raddoppiati: nel 2014 erano poco meno di 10.000 mentre quest’anno sono state erogate oltre 18.000 borse di studio. Numeri che preoccupano la maggioranza di centrodestra: “Questa Regione nel 2019 ha ereditato una spesa sulle borse di studio di 41 milioni di euro per 13.000 borsisti, oggi abbiamo una spesa che si avvicina ai 120 milioni di euro per quasi 20.000 borsisti”, spiega l’assessore regionale Gian Luca Vignale.
“L’ordine del giorno non chiede che vengano ridotte le borse di studio come si vuol far credere cercando una facile polemica politica”, aggiunge Vignale, “ma si dice che le borse di studio erogate devono essere in equilibrio con il bilancio perché qualunque famiglia cerca di garantire al proprio interno il diritto allo studio, alla mobilità e alla salute. Un governo che vuole governare con correttezza deve fare in modo che le tasse dei piemontesi vengano utilizzate in modo omogeneo e corretto per tutti i cittadini. Noi abbiamo garantito sempre il 100% del pagamento delle borse, che vogliamo continuare a garantire”.
Revisione dei criteri
Per garantire il pagamento del 100% delle borse di studio, ma riducendo la spesa l’unica via percorribile è quella della revisione dei criteri di assegnazione delle borse di studio che in parte sono stabiliti a livello nazionale e in minima parte a livello regionale. A oggi però sul come non vi sono i dettagli. Per Silvio Magliano della Lista Civica Cirio Presidente “l’obiettivo è privilegiare il merito, aumentando il numero di CFU per mantenerle, nel rispetto delle esigenze di bilancio”, così “Torino e il Piemonte rilanceranno la propria vocazione universitaria”.
Evidente che alla protesta degli studenti si è aggiunta anche quella delle opposizioni in consiglio regionale. Per Vittoria Nallo di Stati Uniti d’Europa “la scelta della maggioranza di centrodestra di tagliare i fondi per le borse di studio è ingiusta e dannosa. Non si premia il merito e si penalizzano gli studenti che non possono permettersi l’università. È una scelta sbagliata che farà scappare migliaia di giovani dalla nostra regione”. Il Movimento 5 Stelle parla di dibattito surreale: “A destra la Lega segna un formidabile autogol presentando un ordine del giorno per tagliare dal prossimo anno le borse di studio universitarie, sconfessando l’aumento di fondi nell’ultima legislatura anche grazie all’apporto di PNRR e fondi FSE”. Per AVS “la discussione di oggi è stato un concentrato dei fantasmi che muovono la destra: borsisti stranieri guardati con sospetto e disprezzo; assurde accuse agli studenti di far aumentare il mercato immobiliare, che invece spolpa proprio quegli studenti con prezzi sempre più irragionevoli; studenti “pelandroni” che prendono la borsa di studio e poi osano contestare in piazza il Governo. Su tutto, una visione arrogante dei criteri di merito, che per loro diventano uno strumento di esclusione e non di premialità”.
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