Ep. 09 – Pensioni, le novità del 2025

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


I conti di famiglia: Pensioni, le novità del 2025

  • play_arrow

    Ep. 09 – Pensioni, le novità del 2025
    Simona De Francisci, Gabriele Deiana, Noemi Secci, Pierluigi Ledda

Conti di Famiglia è la trasmissione di Radiolina condotta da Simona De Francisci Giuseppe DeianaCon la nuova manovra il Governo ha deciso di mantenere alcuni punti fermi sulle pensioni, con quota 103, ape sociale, opzione donna e l’apertura alla previdenza integrativa. La popolazione invecchia, gli attivi sono sempre meno e si deve fare i conti con i bilanci per mettere in sicurezza la pensione. Ma come fare? Il Governo ha deciso di mantenere qualche possibilità di pre-pensionamento ma la tendenza è quella di disincentivarlo. I provvedimenti infatti prevedono tagli anche molto sostanziosi agli assegni. Ne parliamo con Noemi Secci, consulente del lavoro esperta in previdenza e Pierluigi Ledda, segretario generale della Cisl sarda.

Quota 103: i requisiti non cambiano, ma la pensione si sposta ancora

Una delle conferme del governo è Quota 103: i requisiti sono gli stessi dell’anno scorso, ovvero avere 62 anni di età e 41 di contributi. La finestra d’attesa è stata allungata molto negli ultimi anni e nel 2024 è diventata 7 mesi per i lavoratori nel settore pubblico e di 9 mesi per chi lavora in quello privato. L’obbiettivo sembra essere quello di spostare il pensionamento il più possibile. A complicare la situazione, c’è anche il fatto che la previdenza e il welfare aziendale in Sardegna è ancora indietro e riguarda solo le aziende più strutturate e il settore edile.

Ape Sociale: l’assegno che accompagna alla pensione

Anche l’Ape Sociale è rimasto: per usufruirne è necessario avere almeno 63 anni e 5 mesi di età e tra i 28 e i 36 anni di contributi in base alla categorie. Chi può beneficiare dell’Ape Sociale sono i disoccupati di lungo corso, i caregiver (coloro che assistono un malato da più di sei mesi in casa), è destinato anche agli invalidi al 74% e gli addetti ai lavori gravosi. Questi ultimi devono avere esercitato il lavoro gravoso per 6 anni negli ultimi 7 e per sette anni negli ultimi 10, in modalità di lavoro dipendente. L’ape sociale non è una pensione, ma un assegno che accompagna alla pensione e che può raggiungere un massimo di 1500 euro.

Opzione Donna: l’età di pensionamento scende a 60 se si ha un figlio e 59 per due o più

Con Opzione Donna inoltre, le donne possono accedere a un pre-pensionamento che prevede sconti anche in base al numero di figli. I requisiti per usufruire di Opzione Donna sono avere un’età di 61 anni e 35 anni di contributi. L’età si abbassa in caso di una donna che è anche madre: 60 anni di età per le donne che hanno un figlio e 59 per coloro che invece ne hanno due o più. L’altra particolarità di Opzione Donna è che è destinata alle lavoratrici licenziate da imprese in crisi, che però devono essere abbastanza grandi da aprire un tavolo ministeriale per la valutazione. Altri requisiti con cui si può usufruire di questo provvedimento sono l‘invalidità del 74% e lo stato di caregiver.

Pensioni Integrative: da quest’anno si potranno integrare contributiva e complementare

Per quanto riguarda le pensioni integrative ci sono alcune novità. Da quest’anno infatti,  è prevista un’integrazione con le “normali” pensioni. Come spiega Noemi Secci, si tratta del cosiddetto “doppio binario della pensione anticipata” che prevede il pensionamento a 64 anni e 20 anni di contributi. Una norma che esisteva da tempo ma che ha subito una modifica quest’anno. Dal momento che questa opzione prevede un importo soglia minimo per l’accesso, per arrivarci più facilmente, è possibile integrare la previdenza complementare. Per la maggior parte dei lavoratori si tratta di una cifra tra 1616,17 euro mensili: sotto questa soglia di pensione non si può andare in pensionamento. Nel caso in cui il calcolo contributivo, si aggiri attorno ai 1200 euro e 500 della complementare, si arriva a 1700 euro, quindi in questo caso si può andare in pensione, anche se il requisito contributivo passerà dai 20 ai 25 anni.

Pensioni in Sardegna: la 162 è l’asso nella manica della Regione

La media delle pensioni in Sardegna è più bassa rispetto al resto d’Italia, anche perché redditi bassi generano pensioni basse. Nell’Isola c’è un gran numero di persone che percepiscono pensioni sociali e i giovani sono molto esposti alla crisi della previdenza, perché le pensioni in futuro si ridurranno sempre di più. Per dare maggiori garanzie a i giovani, Cisl Sardegna, da tempo chiede una modifica della legge Fornero, che ha cambiato molto il sistema pensionistico italiano, che vede le persone attive ridursi sempre di più. In questo scenario, dove la sanità sarda fa fatica anche solo a certificare l’invalidità per la mancanza di medici, la Regione Sardegna ha un asso nella manica. Il fondo per la non-autosufficienza, la cosiddetta legge 162, dà una grossa mano a chi ha familiari non autosufficienti.

Clicca qui per scoprire tutti i podcast di Radiolina.

 


I conti di famiglia



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link