“I buoni risultati raggiunti nella Zes unica del Sud con le 413 autorizzazioni rilasciate dalla sua introduzione a oggi, per un valore di 2,4 miliardi di investimento e oltre 7mila occupati, a cui aggiungere i 6.885 soggetti che hanno richiesto il credito d’imposta per investimenti, per un valore complessivo di oltre 2,5 miliardi di euro, rilanciano le prospettive di sviluppo del Sud. Per accrescere la competitività delle attività produttive del Mezzogiorno è comunque necessario che insieme ai significativi provvedimenti e alle efficaci misure del Governo, contestualmente, si rafforzino i progetti di autoproduzione di energia rinnovabile e quelli sui crediti di carbonio”. Così Angela Cestari, dirigente del Gruppo Cestari, che si occupa nello specifico di progetti energetici e sui crediti di carbonio e partecipa a tutti i programmi legati alla COP29 e alla prossima COP30 . Nel sottolineare che “secondo le dichiarazioni ufficiali della COP29 di Baku, il nuovo sistema dei crediti di carbonio dovrebbe ridurre i costi per l’implementazione dei piani climatici nazionali dei paesi per un importo massimo di 250 miliardi di dollari all’anno” Angela Cestari riferisce che “in tema energeticio il Gruppo attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero, da tempo sta lavorando nel campo “Protocolli energetici” per ridurre il costo dell’energia per le imprese operanti nella Zes e più in generale per l’ incremento della competitività delle imprese, sia in maniera diretta, attraverso la consulenza e l’assistenza tecnica per il sostegno finanziario agli investimenti, sia in maniera indiretta, attraverso azioni volte al potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali. Un’attività – battezzata “International Green Zes” – che si svolge in forma sinergica per offrire pari opportunità alle imprese che investiranno e quindi si localizzeranno nella Zes unica”. Quanto ai crediti di carbonio alla COP29, dopo quasi un decennio dall’accordo di Parigi , sono stati definiti i termini dell’articolo 6 del trattato, che riguarda appunto gli scambi internazionali di crediti di carbonio. Sono state introdotte nuove regole che i paesi possono seguire per acquistare crediti in un altro paese (comma 2 dell’articolo 6), anche se non sono tenuti a rispettarle. Inoltre è stato creato un sistema gestito dalle Nazioni Unite per valutare la qualità delle attività che li generano (comma 4 dell’articolo 6), che possono essere finanziate anche dalle aziende, per dire di aver parzialmente rimediato al proprio impatto sull’ambiente.
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