È quanto chiede Svt, vertice in Provincia. Nardin: «Se non arriva personale, non c’è alternativa»
Non ci sono autisti. Non in organico a Società Vicentina Trasporti, non nelle forze delle aziende sub-affidatarie che gestiscono il 20 per cento delle corse. Le quali, oggi, ammontano a 3.200 nei giorni lavorativi.
I bandi
Le conseguenze toccano le corse prettamente scolastiche, ossia il plus che l’azienda pur non essendone obbligata pianifica da decenni. Conseguenze, ancora, che si traducono nell’impossibilità di garantire per il prossimo anno scolastico il servizio il sabato. È questo il fulcro del vertice di ieri a Palazzo Nievo tra Provincia, Svt (che gestisce in house per conto dell’ente provinciale il trasporto pubblico locale) e una manciata di presidi e dirigenti del provveditorato. Un vertice che ha spinto un suggerimento-proposta: portare tutti gli istituti scolastici del Vicentino ad adottare la settimana corta, dal lunedì al venerdì con un numero maggiore di rientri pomeridiani. Sotto il profilo politico, nell’accezione più ampia del termine, il suggerimento-proposta è stato formulato con tutta la diplomazia del caso a fronte della suscettibilità dei dirigenti davanti a qualsiasi cosa possa anche solo sfiorare il principio dell’autonomia scolastica. A far testo, oggi, sono le storiche battaglie tra Svt e scuole sugli orari provvisori, definitivi, rientri, corse.Insomma, la professione di autista non piace più. Non per gli orari, non per lo stipendio, non per i potenziali rischi. E la cartina di tornasole è in una decina di bandi di reclutamento a condizioni vantaggiose di assunzione (compreso il ristoro agli interessati delle spese per conseguire la patente idonea) andati a vuoto. O comunque con risultati non sufficienti per sopperire le dimissioni volontarie e i pensionamenti.
L’attrattività della professione
«C’è una difficoltà insormontabile di trovare personale – spiega il presidente della Provincia Andrea Nardin – La questione è molto semplice. Se la situazione non cambia sul breve-medio periodo a settembre l’azienda non sarà in grado di garantire le corse scolastiche il sabato». C’è poi un altro elemento che influisce nella mancanza di attrattività della professione che a queste latitudini, sotto il profilo antropologico, è quasi rivoluzionaria. «Negli ultimi anni – afferma – l’evoluzione del mondo del lavoro ha fatto sì che numerosi autisti abbiano deciso di non lavorare il sabato o nel fine settimana alla ricerca di una migliore qualità della vita». Nel dettaglio delle corse scolastiche «riteniamo che uniformare su cinque giorni l’attività didattica, come già sta avvenendo nella stragrande maggioranza degli istituti scolastici, ci consentirebbe di ottimizzare l’impiego delle risorse del personale», aggiunge il presidente di Svt Marco Sandonà.
Corse scolastiche ancora una volta sotto i riflettori, dunque. Le quali, da eccezione che erano nella loro genesi, spinte da ragioni di consenso sono diventate oggi il core business di Svt, azienda il cui azionista di maggioranza è la Provincia.
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