Il cibo che verrà: 5 tendenze che vedremo nel 2025

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Non è che un semplice passaggio di anno comporti rivoluzioni nel mondo del cibo. Ma è anche vero che ci sono tendenze destinate a diventare abitudini nel momento in cui escono appunto dal concetto modaiolo per ispirare cuochi, locali ma anche la grande distribuzione. Alla fine, quando un prodotto diventa disponibile al pubblico e non alla nicchia – pensiamo al bio e negli ultimi anni al plant-based – la novità è normalità. E non si limita al concetto di food trend ma a quello di uno stile di vita diverso: il prossimo anno, per esempio, è evidente un’attenzione sempre maggiore per i packaging biodegradabili ed ecocompatibili, anche per quello che concerne il Food Delivery che secondo recenti indagini viene utilizzato almeno una volta al mese dal 21% degli italiani, in particolare i giovani 18-34 anni (29%) con una predilezione per il weekend, momento in cui questi servizi vengono usati da quasi la metà delle persone.

Come negli Stati Uniti – che, dobbiamo ammettelo, anticipa quanto succede in Europa di qualche mese o al massimo un anno – si delineano altre tendenze interessanti, come sempre registrate dall’osservatorio di Whole Foods, uno dei più grandi retailer oltreoceano: il boom del lievito madre (ma in questo lo abbiamo anticipato noi, purtroppo in pandemia), le nuove declinazioni del tè (negli States la bevanda spopola sotto varie forme, anche come insaporitore nei dessert), le acque funzionali e il beverage sostenibile, nel senso che abbraccerà sempre maggiormente il concetto di innovazione e sostenibilità ‘farm to bottle’ come è per il cibo. Tornando in Italia, ecco quali saranno i cinque prodotti che saranno protagonisti – secondo noi – nel prossimo anno.

Grani antichi

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Sono varietà di frumento che, nel corso del tempo, non hanno subito modificazioni genetiche e selezioni da parte dell’uomo, rimanendo alla loro natura originaria. Si tratta di varietà di cereali molto pregiate, diverse dai cereali «moderni», meno produttive ma più resistenti (tanto da non avere bisogno di pesticidi), più sane, dal gusto intenso e dalle loro proprietà nutrizionali incomparabili. Sembravano retaggio del passato, invece sono tornate di moda anche e soprattutto perché i prodotti che li utilizzano danno meno intolleranze e sono più digeribili in generale. Quindi, oltre al già notissimo khorasan (il termine commerciale è Kamut®) ci sarà sempre più spazio per i nostri grani antichi come la tumminia, tipica della Sicilia, o il Senatore Cappelli che fa parte del repertorio anche di grandi pastai.

Pasta ripiena

In tempi di comfort food, il mistero goloso di un ripieno avvolto da una sfoglia di pasta è più che mai ricercatissimo. Anche perché il ripieno può essere di carne, di pesce, di formaggio, di verdura (sempre più probabile) e la sfoglia può essere «bianca», all’uovo e persino creativa. I miti nostrani non si toccano: tortelli alla zucca padani, plin piemontesi, tortellini emiliani, casoncelli bergamaschi…Ma a dare ulteriore peso alla tendenza, ecco una passione crescente per i gyoza alla piastra, i dumpling al vapore e gli emergenti pierogi che arrivano dall’Europa Orientale: un impasto semplice di uova, acqua e farina per un ripieno salato o dolce e una cottura prevalentemente in padella. Curiosità: non pochi studiosi sostengono che in realtà a portarli nel Vecchio Continente sia stato Marco Polo, di ritorno dal famoso viaggio in Cina. Guarda caso…

Il cibo che verrà 5 tendenze che vedremo nel 2025

Cristian Daniel Tam

Formaggi vegetali

Nella crescita generale per i prodotti vegeteriani e vegana, sono i formaggi che negli ultimi anni hanno fatto registrare gli incrementi maggiori. E c’è la sensazione che nel 2025 proseguirà con valori importanti. Niente di strano: Mentre si fa sempre meno fatica a rinunciare alla carne, è difficile eliminare i formaggi che arricchiscono molti piatti o sono amati al naturale, magari con un buon bicchiere di vino. A sdoganare ulteriormente la tendenza, contribuiranno le pizzerie che bene o male restano i locali più amati dagli italiani: soprattutto a Milano, è obbligatorio per i pizzaioli più famosi o le catene di livello mettere in carta proposte dove la mozzarella è vegana. Un esempio: da Lionello – pizzeria che è Tre Spicchi per la Guida del Gambero Rosso – il latticino tradizionale viene sostituito da un prodotto (eccellente) fatto di latte di riso e semi di carrube.



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