La nave cargo russa Ursa Major è affondata al largo della Spagna. La notizia è stata confermata dall’unità di crisi del ministero degli Esteri russo in un comunicato citato dall’agenzia Tass. “La nave cargo russa Ursa Major, di proprietà della compagnia SK-Yug, è affondata nelle acque internazionali del Mar Mediterraneo dopo un’esplosione avvenuta nella sala macchine. Quattordici dei 16 membri dell’equipaggio (tutti cittadini russi) sono stati tratti in salvo e portati al porto di Cartagena nella regione spagnola di Murcia dal servizio di soccorso”, si legge nella nota. Due risultano dispersi.
Ufficialmente la nave trasportava materiale civile ed era diretta al porto di Vladivostok, nell’estremo oriente russo sul Pacifico, dove sarebbe dovuta arrivare il 22 gennaio. Secondo il canale Telegram ucraino Crimean Wind, citato da diversi siti, sull’imbarcazione viaggiavano due grandi gru del produttore tedesco Liebherr da 371 tonnellate ciascuna (ed in grado di movimentare carichi fino a 124 tonnellate), “due portelli da 45 tonnellate per reattori nucleari” destinati alla “rompighiaccio del progetto 10510 Leader”. La circostanza è riferita anche dal sito russo Mediazona, secondo cui Ursa Major trasportava “gru portuali del peso di 380 tonnellate ciascuna, necessarie per l’espansione del terminal di Vladivostok, e 45 tonnellate di coperture per boccaporti per le nuove navi rompighiaccio”.
Il mercantile, prosegue Mediazona, “era salpato da San Pietroburgo l’11 dicembre (circostanza confermata dai siti che monitorano il traffico marittimo internazionale, ndr). Ufficialmente la sua destinazione era Vladivostok. In un comunicato stampa della società Oboronlogistics, società di proprietà del ministero della Difesa della Federazione Russa e di cui fa parte la società Sk-Yug, si legge che la nave ‘è partita per il suo prossimo viaggio in Estremo Oriente con un grosso carico di progetto nell’ambito dell’attuazione dei compiti statali per lo sviluppo delle infrastrutture portuali e della rotta del Mare del Nord’”.
Secondo altre fonti invece la sua destinazione era la Siria, dove sorgono le due più importanti basi controllate da Mosca nel Mediterraneo, Tartus e Latakia. Diversi siti specializzati riferiscono che Ursa Major era entrata nel Mare nostrum dallo stretto di Gibilterra in quello che è stato definito il “Syria Express“, un convoglio di navi russe diretto a Tartus. Il convoglio era composto da diverse imbarcazioni, tra cui navi civili utilizzate dal Ministero della Difesa russo come la Sparta e la Ursa Major, insieme a tre navi da trasporto militari, la Alexander Shabalin, la Ivan Gren e la Aleksandr Otrakovskiy. L’ipotesi era che dovessero supportare il ritiro di “attrezzature russe” dal paese mediorientale. Una nave della Marina russa dello stesso convoglio ha chiesto di assumere il controllo delle operazioni di salvataggio, citando il quadro UNCLOS (Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare). Il controllo delle operazioni di salvataggio è stato quindi trasferito alla nave russa.
“La Ursa Major è stata la prima ad entrare nel Mediterraneo – riferisce Itamilradar -, poiché la Sparta aveva incontrato problemi nell’Atlantico ed era rimasta indietro”. Poi “da ieri mattina, l’ Ursa Major ha ridotto notevolmente la sua velocità e, a partire da ieri sera (intorno alle 3 del mattino UTC), ha iniziato a spostarsi verso sud a una velocità di 1 nodo. Inizialmente, si pensava che la nave russa avesse rallentato per aspettare il resto del convoglio. Tuttavia, i suoi movimenti sembravano più indicativi di una nave alla deriva. Ulteriori dubbi sono sorti quando tre unità di soccorso marittimo spagnole (Clara Campoamor , Salvamar Draco e un’altra nave non identificata) hanno lasciato i rispettivi porti e si sono dirette” verso di lei.
Le due navi, riferiva ancora Itamilradar, prima di varcare lo stretto di Gibilterra erano state “accompagnate per gran parte del loro viaggio” da due navi militari: la corvetta Soobrazitelnyy e la “fregata Admiral Gorshkov”. “Sebbene indichino Vladivostok e Port Said come destinazioni, è altamente probabile che entrambe le imbarcazioni siano in rotta verso Tartus in Siria, dove dovrebbero caricare equipaggiamento militare da riportare in Russia dopo il ritiro russo dalla regione”.
Secondo Mediazona, “le navi portarinfuse ‘Sparta’ e ‘Ursa Mayor’ hanno trasportato per molti anni carichi del cosiddetto ‘Syrian Express’, la via di rifornimento per le truppe russe in Siria. Gli analisti presumevano che tutte e cinque le navi fossero destinate a evacuare le basi russe a Tartus e Khmeimim in Siria”. Sebbene la causa dell’esplosione sia ancora sconosciuta, conclude Itamilradar, le speculazioni si sono rivolte ai servizi segreti ucraini, che sono stati i primi a segnalare su Telegram e Twitter le difficoltà incontrate dalla nave.
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