Superbonus, in Umbria oltre 2,2 miliardi di investimenti. Lavori conclusi al 96,8%


Perugia, 10 aprile 2025 – Quasi 9.500 edifici coinvolti, investimenti per oltre 2,2 miliardi di euro e lavori conclusi per più del 96%. È la fotografia dell’Umbria sul Superbonus al 31 marzo 2025, secondo il report pubblicato da Enea e ministero dell’Ambiente e sicurezza energetica. Numeri che confermano, anche per la regione, il rallentamento fisiologico degli interventi: la corsa al 110% si è praticamente esaurita. Il Suberbonus, come è noto, è stato infatti archiviato. Oggi i bonus edilizi sulle ristrutturazioni prima casa sono scesi al 50%. 

Nel dettaglio, sono 9.483 gli edifici umbri oggetto degli incentivi, con poco meno di 2,3 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione. I lavori conclusi ammontano a quasi 2,12 miliardi, corrispondenti al 96,8% del totale.

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La spinta dei condomini e l’alto tasso di completamento

La maggior parte degli investimenti è stata concentrata sui condomini, che rappresentano il 35,2% del totale (3.336 edifici). L’investimento medio per ciascun condominio supera i 485 mila euro, con un volume totale di 1,6 miliardi di euro ammessi a detrazione, e il 96% dei lavori già conclusi.

Segue il comparto degli edifici unifamiliari, con 4.262 immobili e 482 milioni di euro ammessi a detrazione. Qui il tasso di completamento è ancora più alto: 98,6% dei lavori conclusi.

Chiudono le unità immobiliari funzionalmente indipendenti, come porzioni di bifamiliari o immobili con accessi autonomi, pari a 1.885 casi per 179 milioni di euro di spesa detraibile. Anche in questo segmento i lavori sono praticamente finiti, con un completamento del 98,6%.

Come in molte altre regioni italiane, non risultano interventi sugli immobili A/9 aperti al pubblico, come castelli e palazzi di pregio.

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Una misura che ha lasciato il segno

Il Superbonus ha avuto un impatto rilevante anche sull’economia umbra, mobilitando migliaia di professionisti, imprese e tecnici. Le detrazioni maturate per i lavori conclusi superano i 2,36 miliardi di euro, totalmente a carico dello Stato.

Se da un lato il 110% ha generato una notevole spinta nel comparto edilizio e nella riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare, dall’altro ha lasciato sul campo molti nodi aperti, tra cui ritardi nei pagamenti, difficoltà nella cessione dei crediti e un crescente contenzioso tra condomìni e ditte per lavori interrotti o non a regola d’arte.



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