Torino, crescono i morosi nelle case Atc: 6.300 famiglie non riescono a pagare l’affitto. Riparte il «fondo incolpevoli»

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di
Nicolò Fagone La Zita

Le case popolari del comune ospitano oggi 25.566 nuclei familiari, ma sempre di più sono in difficoltà anche con il canone calmierato. DAl 2023 i casi sono aumentati di 200.

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Dal giovane precario al genitore separato, fino al commerciante e al pensionato. La crisi a Torino non sembra risparmiare nessuno: in città il numero dei nuovi poveri risulta in crescita, mentre quelli che vivono una situazione già critica temono per il proprio futuro. Anche le agevolazioni messe in campo dalle varie istituzioni sembrano non bastare. Secondo i numeri forniti dalla Diocesi torinese, le persone che non riescono ad arrivare a fine mese nel 2024 sarebbero aumentate del 10 per cento, arrivando a quota 19 mila.

Uomini e donne pronti a mettersi in fila nei vari centri di ascolto, ai refettori per i pasti o nei luoghi che forniscono vestiti gratis. Stesso discorso per i senzatetto: da 900 a 990 solo nel capoluogo




















































L’ennesima conferma arriva dai dati di Atc Piemonte, in riferimento alla case popolari. Sono 25.566 le famiglie che vivono negli alloggi di edilizia sociale e che pagano un canone agevolato nettamente al di sotto del prezzo di mercato. «Basti sapere che a Torino chi vive in queste case, in media, paga meno di 100 euro al mese, 92 per l’esattezza – spiega Marco Buttieri, presidente nazionale di Federcasa –. Alcuni contratti più recenti partono persino da 40 euro. In questo senso il Piemonte è come se fosse al sud, visto che i parametri sono simili a quelli della Puglia. Tra le regioni del nord, per intenderci, è quella che ha il canone minimo e medio più basso. Circa 30 euro in meno rispetto ai dati nazionali».
 
La cifra si basa su tre parametri principali: reddito Isee, metratura dell’alloggio e componenti del nucleo familiare. Ma nonostante questo, nell’ultimo anno, sono state circa 6.300 le famiglie presenti nell’area metropolitana che hanno presentato domanda per il fondo sociale regionale dedicato agli inquilini morosi incolpevoli, 200 in più rispetto al 2023. Proprio in questi giorni sta iniziando la raccolta delle domande per il nuovo anno, che proseguirà fino al 31 marzo, e si attende un’ulteriore impennata.

«Le nostre previsioni vanno in questa direzione – conferma Emilio Bolla, presidente di Atc Piemonte – un segnale negativo che denota una fragilità ancora più marcata tra i nostri residenti. Le famiglie che accedono all’edilizia sociale, nonostante l’aiuto, faticano a far fronte a qualsiasi spesa, bollette comprese».
 
La condizione economica di questi nuclei familiari è già chiara leggendo la soglia di accesso: per poter chiedere il bonus, infatti, occorre un indicatore Isee non superiore a 7.448 euro. Senza contare le 6 mila persone che attendono ancora un alloggio e restano in lista d’attesa. «È fondamentale che chi rientra nei parametri faccia domanda – aggiunge Bolla – altrimenti la morosità diventerebbe colpevole. Anche per questo le modalità di presentazione delle richieste sono state semplificate, grazie a sportelli decentrati e all’utilizzo del web. Insieme al Comune, inoltre, ci siamo impegnati in un’azione di informazione capillare tra le nostre residenze, perché spesso chi ne ha diritto è distratto da altro. Cerchiamo di aiutare come possiamo, ma servirebbero altri interventi».
 
E difatti il governo, meno di un mese fa, ha fatto retromarcia sul Fondo di morosità incolpevole. Abolito nel 2022, è stato rifinanziato per il 2025 con 30 milioni di euro da dividere spalmandoli nei prossimi 2 anni. Ulteriori risorse, visto il contesto, più che preziose.

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