la Cina ha sviluppato una lega rivoluzionaria e ultraresistente

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Negli ultimi anni la Cina ha intensificato gli sforzi nella ricerca spaziale, con la costruzione della stazione spaziale Tiangong e avveniristici programmi di esplorazione lunare e marziana. Ma l’ambizione cinese non si limita alla sola conoscenza del cosmo: il governo di Pechino punta a raggiungere la leadership mondiale anche in settori tecnologici chiave, come l’aerospaziale e la difesa. In questo contesto, una recente scoperta scientifica realizzata grazie agli esperimenti condotti sulla stazione spaziale Tiangong potrebbe avere un impatto significativo sul futuro dell’aviazione e dei viaggi spaziali.

Un team di scienziati cinesi, guidato dal professor Wei Bingbo dell’Università Politecnica Nordoccidentale, ha infatti annunciato lo sviluppo di una nuova lega metallica dalle proprietà eccezionali. Si tratta di una lega di niobio e silicio, in grado di resistere a temperature estreme, ben superiori a quelle che possono sopportare le leghe attualmente utilizzate nella costruzione di motori aeronautici.

Il niobio è un metallo raro, conosciuto per la sua resistenza al calore e alla corrosione, utilizzato principalmente nella produzione di acciai speciali. Le leghe di niobio-silicio sono note per le loro potenzialità in applicazioni ad alta temperatura, ma la loro produzione presentava finora notevoli difficoltà, come spiega il professor Wei.

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“La crescita dei cristalli di questa lega richiedeva tempi lunghissimi, nell’ordine delle 100 ore a temperature elevatissime. Inoltre, il materiale risultante era estremamente fragile a temperatura ambiente, il che ne rendeva impossibile l’utilizzo nella produzione di motori.”

Ma grazie agli esperimenti condotti in condizioni di microgravità sulla stazione spaziale Tiangong, il team del professor Wei è riuscito a superare questi ostacoli. Sfruttando le condizioni uniche offerte dall’ambiente spaziale, i ricercatori cinesi hanno sviluppato un metodo di raffreddamento rapido che permette di produrre cristalli di niobio-silicio di alta qualità a una velocità di quasi 9 centimetri al secondo. Questo riduce drasticamente i tempi di produzione rispetto ai metodi tradizionali. Inoltre, l’aggiunta di una piccola quantità di afnio alla lega ha permesso di aumentarne la resistenza a temperatura ambiente di oltre tre volte, risolvendo il problema della fragilità.

Le implicazioni di questa scoperta sono molteplici. Secondo gli esperti, la produzione su larga scala della lega di niobio-silicio potrebbe dare un forte impulso all’industria aerospaziale cinese, consentendo la costruzione di motori per aerei ipersonici più efficienti e performanti. Gli aerei ipersonici, capaci di volare a velocità superiori a Mach 5, rappresentano una delle frontiere più avanzate della tecnologia aeronautica, con potenziali applicazioni sia in ambito civile che militare.

Ma la nuova lega potrebbe trovare applicazione anche in altri settori industriali, come la produzione di turbine a gas per la generazione di energia e la produzione di componenti per reattori nucleari.

La scoperta assume un significato ancora più importante alla luce delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti ad alcune università cinesi, tra cui la stessa Università Politecnica Nordoccidentale, accusate di collaborare con l’esercito cinese nello sviluppo di tecnologie avanzate, tra cui proprio gli aerei ipersonici. Le sanzioni hanno limitato l’accesso delle università cinesi a tecnologie e componenti stranieri, spingendo il governo di Pechino a investire massicciamente nella ricerca e sviluppo nazionale.

Inoltre, la dipendenza della Cina dalle importazioni di niobio rende questa scoperta ancora più strategica. La Cina è infatti il ​​maggior consumatore mondiale di questo metallo raro, ma possiede meno dell’1% delle riserve globali. Il Brasile, principale fornitore della Cina, produce quasi il 90% del niobio mondiale. La possibilità di utilizzare una lega di niobio-silicio prodotta internamente potrebbe ridurre la dipendenza cinese dalle importazioni e rafforzare la sua posizione nel mercato globale delle materie prime.

La ricerca del team del professor Wei è stata pubblicata sulla rivista scientifica cinese “Acta Physica Sinica” e ha già suscitato grande interesse nella comunità scientifica internazionale.



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