Trasformazione di Piazza Quaranta Martiri, scoppia la polemica

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La trasformazione di Piazza Quaranta Martiri a Gubbio continua a suscitare accese polemiche, con la sezione locale di “Salviamo il Paesaggio” in prima linea contro i lavori di riqualificazione in corso. Il progetto, avviato dalla precedente amministrazione e portato avanti dalla Giunta Fiorucci, ha diviso l’opinione pubblica tra chi sostiene la necessità di interventi modernizzanti e chi teme la perdita di un patrimonio storico e sociale insostituibile.

Secondo l’associazione “Salviamo il Paesaggio”, il cantiere ha già prodotto un “doppio fenomeno di estinzione”: la distruzione dei giardini storici ottocenteschi e la chiusura dell’ultimo banco di frutta e verdura sotto le Logge dei Tiratori. Una volta cuore pulsante della vita cittadina, Piazza Quaranta Martiri è descritta come una piazza del mercato che risuonava di muggiti, belati e il vociare dei commercianti e dei contadini. In ogni caso riverberi di un’epoca che non può ritornare dopo il diviato di vendere animali vivi.

Le accuse mosse all’amministrazione eugubina sono pesanti. Si punta il dito contro la scelta di premiare la grande distribuzione e i centri commerciali a scapito dei piccoli commercianti locali, nonché contro la trasformazione della piazza in un luogo dominato da “falso lusso” e modernità priva di anima.

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La trasformazione di Piazza Quaranta Martiri non è un esempio isolato nella storia urbanistica in Italia

Il caso di Piazza Quaranta Martiri riporta alla mente altri episodi storici di interventi urbanistici controversi. Un esempio emblematico è la realizzazione di Via della Conciliazione a Roma, che per collegare San Pietro al resto della città comportò la demolizione della Spina di Borgo e lo spostamento forzato di migliaia di abitanti. Questo sacrificio fu giustificato dall’obiettivo di creare un’arteria monumentale, ma i costi sociali e culturali furono immensi.

Similmente, ogni progetto di riqualificazione urbana comporta una scelta tra la conservazione del passato e l’adattamento alle esigenze del presente. È impossibile ottenere tutto senza sacrifici, ma la sfida sta nel trovare un equilibrio che rispetti la memoria storica senza frenare il progresso.

Il malcontento degli abitanti di Gubbio è particolarmente legato alla gestione dei giardini ottocenteschi. Le immagini degli operai che utilizzano il corten (una lega di acciaio resistente alla corrosione) per circondare gli alberi secolari hanno sollevato preoccupazioni, in particolare per il taglio delle radici, ritenuto necessario per posizionare le strutture. Questa operazione, secondo gli attivisti, potrebbe compromettere la stabilità e la salute degli alberi, aumentando il rischio di crolli futuri.

Il dibattito ricorda un tragico episodio avvenuto a Roma, dove il crollo di un albero, le cui radici erano state tagliate anni prima, causò la morte di una donna. Questo precedente dovrebbe far riflettere su come interventi apparentemente minori possano avere conseguenze disastrose nel lungo periodo.

Fiorucci difende il progetto come necessità di rendere la piazza più funzionale e moderna

Un altro aspetto doloroso per molti eugubini è la chiusura dell’ultimo banco di frutta e verdura sotto le Logge dei Tiratori. Descritto come “l’ultimo baluardo” di un passato glorioso, questo banco rappresentava la continuità con la tradizione locale, una testimonianza vivente di una Gubbio che non esiste più. La chiusura è vista come il simbolo dell’abbandono del piccolo commercio e della progressiva desertificazione del centro storico, trasformato in un luogo sempre più orientato al turismo di massa.

Dall’altro lato, l’amministrazione Fiorucci difende il progetto come una necessità per rendere Piazza Quaranta Martiri più funzionale e moderna, con l’obiettivo di attrarre turisti e migliorare la qualità della vita dei residenti. La piazza, attualmente utilizzata anche come parcheggio, è spesso considerata uno spazio sottoutilizzato rispetto al suo potenziale.

La Giunta sottolinea che i cambiamenti urbanistici non possono accontentare tutti, ma devono essere orientati al bene comune e a una visione a lungo termine per la città. La sfida, però, resta quella di bilanciare l’esigenza di innovazione con il rispetto della storia e delle tradizioni locali.

La questione di Piazza Quaranta Martiri si inserisce in un dibattito più ampio sul ruolo delle città storiche nell’era moderna. In tutta Italia, molte città stanno affrontando problemi simili, cercando di conciliare le esigenze di conservazione con quelle di innovazione. A Venezia, per esempio, la lotta contro il turismo di massa e il degrado delle infrastrutture storiche rappresenta una sfida continua. A Firenze, interventi urbanistici come la pedonalizzazione del centro storico hanno suscitato polemiche ma anche apprezzamenti per la valorizzazione del patrimonio artistico.

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Ogni trasformazione urbana richiede sacrifici e il successo si misura nella capacità di integrare passato e presente

Nel caso di Gubbio, il coinvolgimento della comunità locale potrebbe rappresentare la chiave per trovare una soluzione condivisa. Incentivare il dialogo tra cittadini, amministratori e associazioni come “Salviamo il Paesaggio” potrebbe portare a un compromesso che rispetti le esigenze di tutti.

La trasformazione di Piazza Quaranta Martiri è un tema complesso che tocca corde profonde nella comunità eugubina. Da un lato, c’è il desiderio di conservare l’identità storica e culturale della città; dall’altro, la necessità di adattarsi ai tempi moderni per garantire sviluppo economico e attrattiva turistica. Come dimostra l’esempio di Via della Conciliazione, a Roma, ogni trasformazione urbana comporta sacrifici, ma il successo dipende dalla capacità di integrare passato e futuro in modo armonioso.

Per Gubbio, la vera sfida sarà quella di non perdere di vista ciò che rende la città unica: il suo tessuto storico, culturale e sociale. Se il progetto riuscirà a rispettare questi valori, Piazza Quaranta Martiri potrà diventare un esempio virtuoso di riqualificazione urbana, capace di conciliare tradizione e innovazione.



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