Salvare Augusta chiama la Procura

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AUGUSTA – Una rigenerazione del tessuto urbano esistente”, realizzata piazzando un ipermercato davanti il cimitero monumentale. Approvata dalla giunta senza la presenza del sindaco, Giuseppe Di Mare. Né dell’assessore Pino Carrabino, all’epoca con delega proprio all’Urbanistica. Nè del consigliere-assessore Rosario Sicari, che poi avrebbe lasciato la poltrona assessoriale, subito dopo il via libera alla riconversione dell’ex falegnameria omonima in un insediamento commerciale. E’ da quella delibera numero 115 datata 18 maggio 2021, riguardante 5 anonime particelle catastali in contrada Pezzagrande, e da quelle assenze su un atto sottoposto ai colleghi come un banale permesso di costruire convenzionato da parte della società Fin.operae srl”, che parte l’ultima tempesta politica sul “cerchio magico” di Fratelli d’italia. Alla guida di un’amministrazione di coalizione, ma dove il resto del centrodestra non nasconde più l’insofferenza per i “fatto compiuto”. Come il cantiere del nuovo Lidl al camposanto, autorizzato sotto Natale e partito subito dopo la Befana. Lavori che hanno scatenato di nuovo ambientalisti e opposizione, su un indirizzo amministrativo che fa sponda alla speculazione. Difeso solo dalla pattuglia consiliare dei “Di Mare boys”, ma non dai partiti alleati. Forza italia, Lega e Mpa non hanno voluto mettere la faccia sul boom di supermercati, approvati sugli snodi strategici della via di fuga da una città ad altissimo rischio: sismico, industriale e militare. Ma soprattutto vogliono stare bassi su una storia che vede il coordinamento “Salvare Augusta” rivolgersi nuovamente alla magistratura. 

Nuovo esposto del coordinamento ambientalista sul nuovo supermercato davanti il camposanto.

Dopo che le numerose segnalazioni alla Vigilanza urbanistica della Regione Siciliana si sono impantanate, nella palude di un assessorato regionale retto dallo stesso Fdi dove militano il sindaco e l’assessora competente Tania Patania, il pool di associazioni con capofila Legambiente ha inviato un altro circostanziato esposto alla Procura di Siracusa. Ne ha dato notizia il comitato che raggruppa anche Natura sicula, Punta izzo possibile, Piano terra, Stop veleni e Rinnova augusta, con un comunicato diffuso il 9 gennaio alla stampa locale e provinciale. Dove si contesta l’ultima autorizzazione data alla multinazionale della grande distribuzione, quando a Palermo è ancora in corso l’ispezione sulla regolarità delle procedure seguite dal Comune. Il documento fa sapere di aver ulteriormente arricchito quel corposo dossier tramesso a suo tempo anche dai consiglieri di Partito democratico e 5 Stelle, sull’uso dei terreni riservati a verde pubblico. Concetto interpretato estensivamente per impiantare grandi attività commerciali, senza passare dal consiglio comunale per approvare le modifiche al piano regolatore sulla destinazione delle cosiddette “zone F”.

Contestata incompatibilità con destinazione urbanistica: ipermercato non è di interesse generale.

“Ancora una volta ribadiamo che l’ipermercato, come qualunque altra media o grande struttura commerciale, risulta incompatibile con la destinazione urbanistica di zona F riservata a ‘impianti e attrezzature di interesse generale‘”. Lo scrive il comunicato di Salvare Augusta, puntualizzando tuttavia che “a dichiararlo, nel gennaio 2023, era stato anche il Dipartimento regionale delle Attività produttive“. Il quale aveva testualmente evidenziato che “la zona prevista per l’insediamento della grande struttura (oggi media struttura di vendita, a seguito dell’entrata in vigore dell’articolo 43 della legge regionale 3/2024) non è rispondente alla zona specialistica prescritta dal D.p.Reg 165/2000, trattandosi di zona F”. Il coordinamento aggiunge che “ciononostante l’amministrazione comunale ha rilasciato il permesso di costruire alla Lidl, continuando caparbiamente a favorire la speculazione edilizia e scegliendo di ignorare le denunce delle associazioni ambientaliste, le dichiarazioni dell’Asp e i fondati dubbi sulla legittimità dell’iter amministrativo”. Il coordinamento ricorda nuovamente che il Lidl “con i suoi parcheggi, le strade e le altre strutture di servizio, comporterà una drastica riduzione della fascia di rispetto cimiteriale. La quale, spiega, è “inedificabile per legge”. 

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Il comitato denuncia l’invasione della zona di rispetto cimiteriale: mai modificata dalla Asp.

Eppure, tutta la pratica è andata avanti “senza che sia stato mai ottenuto il preventivo e obbligatorio parere dell’Azienda sanitaria locale, come confermato dalla stessa Asp di Siracusa“. Inoltre “nel deliberare l’intervento, la giunta Di Mare ha esautorato il consiglio comunale, unico organo competente in materia come prescritto dal testo unico delle leggi sanitarie“. Una valutazione che tuttavia l’ufficio tecnico aveva contestato punto per punto, durante la seduta consiliare sull’argomento. Sostenendo che i nuovi posteggi non rientravano fra le opere vietate nella zona di rispetto cimiteriale. E difendendo la regolarità delle procedure seguite, portando a supporto una sentenza favorevole del Tar di Catania. Spiegazioni tecniche che non hanno convinto Salvare Augusta. “In un contesto dove i piccoli commercianti, gli artigiani, l’economia locale vengono travolti dai giganti della grande distribuzione e dal moltiplicarsi dei centri commerciali, quello della Lidl è il secondo ipermercato autorizzato in tempi record nel sempre più intasato e caotico ingresso della città.

Città ad alto rischio sismico, industriale e ambientale: ora via di fuga intasate dai supermercati.

Il coordinamento avverte che “nella stessa zona, nella ex falegnameria Sicari e in contrada Scardina, l’amministrazione comunale ne autorizzerà ancora altri profittando e sorvolando sulla mancanza del Piano urbanistico commerciale. Un problema finora eluso con la richiesta al progettista del Puc, di certificare che l’insediamento previsto è compatibile con quanto sta redigendo. Un metodo che però alimenta il dubbio se lo strumento pianificatorio ha criteri logici propri, o sia adattato agli input della politica di maggioranza. Meno aggirabile sembra invece il problema dell’imbuto creato da tre grandi insediamenti commerciali raggruppati in 400 metri. Gli ambientalisti ritengono che “prevedibili, e purtroppo mai studiati dall’amministrazione, saranno gli impatti sul traffico veicolare e sulla funzionalità della principale arteria di entrata e di fuga dal centro abitato, vitale in termini di protezione civile. Ma per i sostenitori del sindaco ci sono anche altri aspetti da prendere in considerazione. “Noi, finalmente, diamo risposte agli imprenditori, ai cittadini, ai commercianti, a chi vuole investire nel territorio, agli studenti, agli sportivi e tanti tanti altri”, scrivono i sei consiglieri più vicini a Di Mare. Una presa di posizione arrivata dopo che Salvare Augusta e il Pd a fine anno avevano polemizzato sul settimo posto in Italia per consumo di suolo, e relativo primato regionale. Accompagnato dal record italiano per nuova edificazione in rapporto alla crescita della popolazione.

La difesa: scelte urbanistiche che vengono dal passato, utilizzati strumenti già esistenti.

“Inoltre sottolineiamo che abbiamo utilizzato gli strumenti di pianificazione esistenti, che prima andavano bene mentre oggi con un colpo di prestigio si cambia opinione. Incredibile che si tenti di scaricare sull’amministrazione di oggi, scelte urbanistiche che vengono dal passato e che, al tempo, non indignarono”. Sotto il documento di replica ci sono le firme del nucleo storico eletto con Di Mare, cioè l’ex assessore Sicari e Andrea Lombardo, consiglieri che hanno preso la tessera meloniana, insieme a Paolo Trigilio. Poi figurano quelle di Margareth Amara e Giuseppe Tedesco, eletti nelle liste a sostegno dell’ex sindaco Massimo Carrubba. E c’è pure la firma di Federico Palazzotto, eletto col M5s. Nel loro documento i sei replicano al capogruppo dem Giancarlo Triberio, dicendo che “a differenza sua, lavoriamo per sottrarre all’incuria e al degrado gli spazi produttivi della città, perché così si cresce e si sviluppa economia e progresso”. Per il consigliere Pd, però, “è ora di dire basta a queste politiche dell’amministrazione piegata agli interessi dei forti sulla pelle dei cittadini”.

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