Banca Reale: il 2024 e la nostra intelligenza naturale

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Care colleghe e cari colleghi,

il 2024 ha segnato nuove conquiste evolutive nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Il progresso continuo ed esponenziale degli strumenti fa brillare gli occhi di stupore e preoccupa un poco. A tutti noi piacciono gli avanzamenti che comportano l’essere finalmente liberati da quelli che David Graeber chiamava i bullshit jobs. Così come godiamo delle innovazioni in ambito medico e bio-medico, ecc. E che dire della robotica: guidata dall’IA, ha raggiunto nuovi livelli di precisione e adattabilità, specialmente in ambiti come la logistica, la sanità (chirurgia robotica avanzata), la produzione manifatturiera e l’agricoltura.

Non sfuggono però una serie di dubbi e timori rispetto a tutto quello che sta accadendo. Accanto a preoccupazioni razionali, trovano posto legittimi timori irrazionali per le generazioni che sono cresciute con la saga di Terminator o del mondo controllato dalle macchine della trilogia di Matrix. Il 13 marzo di quest’anno l’Unione Europea ha finalizzato il suo “AI Act”, imponendo regole più severe per garantire la trasparenza e la sicurezza delle tecnologie IA.

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Insieme alla IA, si sviluppano nuove discipline legate all’etica e al diritto. Sembrerebbero questi i due pilastri che tenteranno di imbrigliare il dibattito prima e l’utilizzo poi della Intelligenza Artificiale. Si sostiene spesso che, dopo tutto, questa è una situazione inedita nella storia dell’umanità e non abbiamo punti di riferimento: siamo in mezzo al mare in una notte nuvolosa e senza bussola.

È del tutto vero?

Letture di antropologia ci raccontano di come I Cro-Magnon, con i loro scheletri moderni, le loro armi superiori e la loro complessità culturale, in poche migliaia di anni rimpiazzarono i neandertaliani, che avevano vissuto indisturbati come gli unici abitanti del continente per centinaia di migliaia di anni. Sembra evidente, allora, che i primi si servirono della loro superiore tecnologia, ma soprattutto della capacità linguistica per prendere il posto dei secondi. Lo sviluppo delle corde vocali prima, la capacità di emettere suoni poi, la nascita del verbo e quindi la capacità di costruire un pensiero fu determinante al pari della scoperta del fuoco.

I filosofi del ‘900 si sono a lungo interrogati sulla Società della Tecnologia, sul rapporto con la scienza. Heidegger vedeva il rischio che lo sviluppo tecnologico, privato di una profonda riflessione filosofica e di aspetti valoriali forti, fosse destinato a subire il modello egemone. Nel nostro tempo: il denaro, il profitto, l’accumulo di ricchezza.

Il modello alternativo a questa società, scriveva Marcuse, è una società senza guerra, senza sfruttamento, senza oppressione, senza povertà e senza sprechi. La società industriale avanzata possiede le risorse tecniche, scientifiche e naturali che sono necessarie per soddisfare e tradurre in realtà tali aspirazioni. Ciò che impedisce una siffatta liberazione sono semplicemente il sistema esistente e gli interessi che operano senza sosta in difesa di esso, impiegando a tale scopo mezzi sempre più potenti.

L’immagine che vedete in testa è stata prodotta dall’IA: è efficace, suggestiva eppure imperfetta, evidentemente fallata. Il nuovo paradigma forse è proprio questo: l’IA senza l’Intelligenza Naturale dell’essere umano vale poco. Senza un pensiero umano e filosofico forte, il potere dei pochi sulle moltitudini sarà sconfinato e più forte che mai. Certo, che tutto questo arrivi nella società che ha ripudiato le grandi ideologie del novecento, così come le religioni e le grandi filosofie del passato, oltre che ad avere abbandonato il senso critico, fa un po’ più paura.

Ma non si dica che non sappiamo da dove partire: non da sterili leggi o da futili codici etici ma da idee forti e da una visione nuova dell’uomo e della società, del rapporto fra persone e ambiente, fra l’uomo e l’universo. Verso una nuova forma di coscienza kantiana: «Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me».

Che il 2025 sia l’anno della nostra intelligenza e del nostro senso critico. Buone Feste a tutte e tutti voi!

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