MANOVRA E SFIDE UE: L’Italia affronta l’anomalia della stabilità!

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Il periodo che inizia con dicembre e si protrae nei mesi successivi si preannuncia cruciale per le dinamiche politiche del Governo. In tempi brevi, abbiamo assistito al sorgere di molteplici questioni. Prima della fine dell’anno, dovrà essere approvata la Manovra, la quale è stata presentata in anticipo dall’Esecutivo, permettendo così il rispetto degli iter parlamentari e la possibilità di discuterne, opportunità che negli ultimi anni è stata spesso preclusa a causa dei tempi stretti di presentazione e approvazione. I conflitti nelle commissioni sembrano ormai un lontano ricordo, risultati di incidenti più o meno intenzionali, e l’impressione è che la maggioranza procederà in modo unito.



Relativamente alla Legge di bilancio, è fondamentale esaminare in dettaglio il rapporto dell’Istat sulla crescita economica, che è stata ridimensionata per il 2024 (da 1% a 0,5%) e per il 2025 (da 1,1% a 0,8%). Nonostante ciò, la Manovra riceve approvazione per quanto riguarda l’incremento dei consumi, la crescita del PIL e il sostegno alle famiglie. Tuttavia, è essenziale non dimenticare che la ripresa sarà influenzata anche dalle politiche della BCE, che sembrano orientate verso un ulteriore abbassamento dei tassi.

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Ma non è soltanto la Manovra a essere al centro delle attenzioni del governo: la situazione dei centri in Albania rimane di primaria importanza. Da un lato, questo modello sembra poter essere esportato in Europa, dall’altro, esiste un reale rischio di fallimento a causa delle tensioni con la Magistratura. Un aspetto trascurato da tutti, oltre alle questioni legali, è la tutela della dignità umana in tutti i suoi aspetti. Purtroppo, il dibattito politico non ha mai affrontato questo tema, focalizzandosi esclusivamente sui costi.

Per quanto riguarda la politica interna, con una legislatura che si concluderà tra tre anni, è prevedibile che il 2025 diventi l’anno in cui si accelererà sulle riforme, in particolare riguardo al premierato e alle modifiche parlamentari sulla legge dell’Autonomia differenziata, come indicato dalla Corte Costituzionale. Se l’Autonomia è una bandiera politica della Lega, è sul tema del premierato che Fratelli d’Italia gioca, in parte, la sua credibilità, nonostante sia stato più volte affermato che tale riforma è il risultato di una mediazione tra diverse parti.



Importante è anche la questione relativa all’elezione dei giudici costituzionali: dopo 10 votazioni non è ancora stato trovato un sostituto per Silvana Sciarra, il cui mandato è scaduto un anno fa, e presto sarà necessario eleggere altre tre persone per altrettanti giudici che termineranno il mandato alla fine di dicembre.

Il Governo è atteso da altre sfide anche in campo internazionale: per quanto riguarda i conflitti globali, un cambio di direzione sembra dipendere dalle politiche della nuova amministrazione statunitense, mentre in Europa la nomina di Raffaele Fitto a Vicepresidente esecutivo della Commissione rappresenta certamente una notizia positiva. Resta da vedere se Ursula von der Leyen riuscirà a mantenere unita la maggioranza eterogenea che ha votato i commissari, dato che l’ultima votazione ha ottenuto solo 370 voti (51%, contro i 401 della sua riconferma a luglio). Rimane incerta anche la posizione di Ecr, il gruppo di FdI in Europa, che ufficialmente non sostiene von der Leyen ma che potrebbe votare singoli provvedimenti, venendo in soccorso a una Commissione più debole rispetto a quella uscente.

Ulteriori questioni internazionali includono i rapporti con le nazioni: in Francia il Governo Barnier è caduto di recente e Macron sta vivendo un costante calo di popolarità, tanto che, anche se il suo mandato scadrà nel 2027, sembra già giunto al termine della sua traiettoria politica. Dall’altro lato, il Governo tedesco non se la sta passando meglio, con Scholz che è stato sfiduciato e con le prossime elezioni (anticipate) previste per febbraio 2025. Tra i principali partner europei, l’Italia appare come l’unica nazione con un Governo stabile (indipendentemente dai giudizi politici, positivi o negativi che siano) e, estendendo l’analisi al G7, sembra che ci siano problemi anche per il Governo canadese guidato da Trudeau e per quello laburista britannico, alle prese con difficoltà di popolarità legate alle sue politiche e alla legge sull’eutanasia, dove ha incontrato un’opposizione trasversale ai partiti stessi, anche se va notato che il Premier Starmer gode di una maggioranza schiacciante, con 412 seggi su 650.

In questo contesto di fragilità trasversale, quando il 20 gennaio inizierà il secondo mandato di Donald Trump, l’unico Governo che non sembra alle prese con crisi interne ma che anzi mostra una certa stabilità sembra essere proprio quello italiano. Ciò, considerando la storia dei Governi nel Bel Paese, non dovrebbe mai essere dato per scontato. Pertanto, per Giorgia Meloni si prospettano mesi impegnativi ma decisivi per il futuro politico, suo e del Governo.

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Tags: Governo MeloniDonald TrumpOlaf ScholzRaffaele FittoUrsula Von Der Leyen



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