Il misterioso delitto della bambina uccisa dal prete e dalla sua amante ad Aidomaggiore nel 1925

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Aidomaggiore Un prete, la sua amante e una bimba uccisa. Ci sono tutti gli elementi per un giallo, ma questo fu un dramma realmente accaduto. Nel centenario della morte, la comunità ricorda la piccola Vanda Serra, vittima di un efferato delitto consumato tra le mura domestiche di compaesani insospettabili. Alla vittima della malvagità umana, che si palesò nelle vesti di un uomo di chiesa e della sua sodale, sabato 11 gennaio, saranno dedicate la presentazione di un romanzo evocativo della drammatica vicenda, scritto da Giorgia Loi intitolato Il fiore selvatico del Guilcer e la messa in suffragio. L’evento è organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con la libreria Bachisio Medde di Ghilarza e l’associazione locale Ensemble MusicÀditus. Dopo la funzione, in programma alle 16.30 nella chiesa di Santa Maria delle Palme, saranno deposti i fiori sulla tomba in cui riposano le spoglie della bambina, all’interno del cimitero monumentale. Seguirà il racconto del sequestro della dodicenne e della morte procurata, secondo il processo, da Peppa Rosa Ziulu, amante del parroco Giovanni Spanu.

La memoria La tragica fine della bambina uccisa a colpi di accetta il 7 gennaio 1925 è bene impressa nella memoria dei più anziani, che ne sentirono parlare a lungo in famiglia e in paese dopo la scomparsa della piccola e il processo. In Sardegna l’assassinio colpì profondamente l’opinione pubblica, a cui l’eco non arrivò attraverso i giornali, sottoposti a censura dal regime fascista che non gradiva che si parlasse di episodi di cronaca nera, né tramite gli atti del processo. Lo stesso clero impose per decenni una sorta di oblio. La storia fu invece divulgata dai poeti dialettali e dai cantatori popolari, che all’avvenimento dedicarono svariati componimenti. Uno di questi è Costantino Cadone, originario di Aidomaggiore, fonte di ispirazione per il giornalista Antonio Delitala nella stesura de L’amante del prete, pubblicato postumo nel 2012.

Il delitto Secondo la ricostruzione romanzata dello stesso Delitala, che presenta molti punti di contatto con la realtà descritta nei resoconti dell’epoca, Vanda Serra fu attirata in trappola a scopo di estorsione da Peppa Rosa Ziulu, irretita dal parroco don Giovanni Spanu con la falsa promessa di fuggire negli Stati Uniti una volta intascato il riscatto e di vivere il loro amore alla luce del sole grazie alle leggi meno restrittive sul celibato dei preti. Qualcosa scompaginò i piani dei carnefici, che uccisero la bambina la stessa sera del rapimento. Secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri subito dopo la scomparsa, Vanda Serra lasciò la scuola di cucito alle 17 per poi svanire nel nulla. Il suo cadavere fu rinvenuto nell’abitazione di Peppa Rosa Ziulu dopo che le forze dell’ordine ebbero perquisito quasi tutte le case.

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I dubbi A questo punto della storia emergono alcune incongruenze fra le indiscrezioni circolate al tempo e le ricostruzioni fatte nelle aule di tribunale. Ad Aidomaggiore alcuni sono convinti che sulla vicenda non sia stata fatta piena luce, forse anche a causa degli atteggiamenti omertosi di chi sembrava sapere più di quanto non rivelasse. Per questa ragione alcuni aspetti del caso sono ancora avvolti dal mistero. Uno degli interrogativi rimasti insoluti anche dopo la condanna all’ergastolo di don Spanu, che ottenne la grazia nel 1943, e dell’amante, che si vide ridurre la pena a ventisei anni nelle Corti d’Assise e d’Appello di Oristano e Cagliari per effetto dei decreti d’indulto e di una serie di condoni, è il numero delle persone implicate nel delitto. Peppa Rosa Ziulu fu ritenuta colpevole di sequestro e di omicidio dal tribunale di Oristano, che le imputò pure il tentativo di estorsione in correità con don Spanu. Il sacerdote, che si precostituì un alibi per la fase del sequestro, in sede di giudizio fu identificato come mandante. Del coinvolgimento attivo della donna nell’assassinio sono convinti anche gli anziani di Aidomaggiore, certi del fatto che agì dietro istigazione del religioso, ma allo stesso tempo scettici sul fatto che ad aggredire e a uccidere la fanciulla in maniera così spietata potesse essere stata un’unica persona.

L’evento Quei tragici eventi saranno ripercorsi nel centro di aggregazione sociale proprio dalla scrittrice Giorgia Loi, che ha tratto spunto dall’attualità dell’epoca per il romanzo d’inchiesta a tinte gialle. Alle 17.30 interverranno all’incontro, insieme all’autrice, il sindaco Antonello Virdis, l’assessora alla Cultura Consuelo Pinna e Claudio Quirico Serra, discendente della famiglia della giovane vittima, figlia amatissima di Juanne Serra, ricco proprietario terriero. Durante la serata il poeta dialettale Celestino Mureddu declamerà i versi in ventotto ottave scritti dal nonno Francesco poco tempo dopo il delitto, che in paese rappresenta ancora oggi una ferita aperta.

Dolore ancora vivo «Il dramma ha segnato profondamente non solo la famiglia, ma l’intera comunità, per come si svolsero i fatti, per la giovane età della vittima, le modalità dell’omicidio e l’identità dei responsabili», afferma Claudio Quirico Serra, nipote omonimo del cugino di primo grado della piccola Vanda. Rievocando la storia il giovane parla di «nervo ancora scoperto». «In paese l’argomento è trattato con estremo pudore, con la delicatezza che meritano quelle drammatiche circostanze e con il rispetto dovuto alle persone che patirono un grande dolore. Quella voluta dal Comune è la prima commemorazione ufficiale, tributo alla memoria di una ragazzina vittima di una cattiveria inaudita».



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