Fiorenzo Nada e i Barbaresco di Treiso a Terni con la Banca del Vino

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difficile da pignorare

 


I Barbaresco di Fiorenzo Nada sono stati protagonisti dell’evento inaugurale della nuova sede didattica di Terni della Banca del Vino. Ospite Danilo Nada, quarta generazione di una famiglia da lungo tempo dedita alla viticoltura in quel di Treiso.

Fu Carlo Nada, bisnonno di Danilo, ad acquistare la Cascina Rombone e i 25 ettari di vigneto prima condotti da mezzadro. L’idea era di lasciare tutto ai 4 figli maschi, mandando in sposa le altre 3 figlie; invece alla sua morte gli eredi si spartirono tutta la proprietà. Fiorenzo, uno dei figli, si dedicò unicamente alla produzione e alla vendita delle uve ai commercianti del luogo; ma fu suo figlio Bruno, nel 1982, a decidere di trasformarle direttamente in vino: una responsabilità che è oggi nelle mani del figlio Danilo, classe 1986.

Una lunga storia familiare, insomma, che si è intrecciata con quella di un territorio che ha conosciuto la fama soltanto dopo la fame. I Nada non hanno mai rinnegato le proprie origini: lo dimostra, innanzitutto, la scelta di non andare oltre l’attuale dimensione aziendale, con poco meno di 10 ettari vitati, prima garanzia di un controllo totale dell’intera filiera produttiva.

La degustazione dei vini di Fiorenzo Nada a Terni

Ma veniamo ai sei vini degustati venerdì 29 novembre scorso presso l’Enoteca Le Clos, che ha accolto per l’occasione circa 40 tra sommelier e appassionati provenienti da ogni parte dell’Umbria, insieme con Danilo Nada e Federico Varazi, Presidente della Banca del Vino e Vice Presidente di Slow Food Italia.

Microcredito

per le aziende

 

A dispetto della denominazione utilizzata – secondaria rispetto alla Docg rivendicabile con le uve di nebbiolo coltivate nei comuni di Barbaresco, Neive, Treiso e nella frazione San Rocco Seno d’Elvio di Alba – il Langhe Nebbiolo 2020 è parso tutt’altro che un vino semplice, anzi. Potremmo dire abbia i crismi della contemporaneità, non da ultimo per quella sua (non scontata) capacità di mantenere presenza gustativa e slancio al palato, che si muove sul registro della finezza floreale e della verticalità. Un gioco di opposti che ha decretato il largo apprezzamento in sala di quello che nei fatti è il Nebbiolo ottenuto dai grappoli delle piante più giovani e collocate nelle zone più fresche delle 2 MGA del Comune di Treiso nella disponibilità aziendale: Rombone, dove si trova la cantina, e Manzola*.

Una quota delle stesse uve è, invece, utilizzata in taglio con i grappoli di barbera raccolti in una parcella piantata nel 1947: se la barbera, complice l’abbraccio alcolico, conferisce pienezza e avvolgenza al Langhe Rosso Seifile 2020, l’apporto del nebbiolo può invece tranquillamente misurarsi in fatto di incisività. Il match tra le due grandi uve rosse piemontesi è perfetto, a dispetto del crescente disinteresse verso i blend e una diffusa ossessione langarola per il monovarietale.

Passando alle etichette più ambiziose, con il millesimo 2020 abbiamo messo a confronto i Barbaresco delle due MGA di Treiso rivendicate dall’azienda.

Tra Manzola e Rombone ci passa in mezzo una strada comunale, eppure vi si ottengono liquidi assolutamente diversi, al netto di leggere variazioni nella vinificazione. Più aereo e rarefatto il Barbaresco Manzola 2020, come già anticipa per certi versi il colore provvisto di bellissima luce e trasparenza; più potente e saporito, profondo nella beva, che è incisiva e quasi salata, il Barbaresco Rombone 2020, le cui uve hanno caratteristiche tali da suggerire maggiore prudenza nell’estrazione, data una già abbondante dotazione tannica di partenza.

Gli ultimi assaggi sono due vecchi millesimi del Rombone: qualche incertezza in più per il Barbaresco Rombone 2013, che sconta anche una certa variabilità tra le bottiglie, è complessivamente più interessante il Barbaresco Rombone 2010. Entrambi hanno comunque messo in mostra due tra le principali peculiarità dell’uva nebbiolo: innanzitutto la repentina virata verso tonalità più mattonate del colore, poi la decisa balsamicità a suggellare la terziarizzazione dei profumi, che sono più cupi e speziati nel primo, più mentolati e mediterranei nel secondo.

* l’altra MGA rivendicata dall’azienda, Montaribaldi, si trova nel territorio comunale di Barbaresco.





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