Il presidente venezuelano Nicolás Maduro presta giuramento nonostante le proteste

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Il presidente venezuelano Nicolás Maduro, in carica dal 2013, presterà giuramento per un terzo mandato il 10 gennaio, nonostante le proteste che hanno portato migliaia di persone in piazza alla vigilia della cerimonia.

La leader dell’opposizione María Corina Machado, uscita dalla clandestinità per guidare una manifestazione a Caracas il 9 gennaio, è stata arrestata per un breve periodo dopo il suo comizio, secondo quanto riferito dal suo staff, riaccendendo le critiche internazionali sulla rielezione di Maduro, accusato di frode elettorale. Il governo ha negato di averla arrestata.

Il 10 gennaio il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha definito “combattenti per la libertà” i leader dell’opposizione venezuelana María Corina Machado ed Edmundo González Urrutia. “Non devono subire danni e devono rimanere al sicuro e vivi”, ha scritto sul suo social network Truth.

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Durante il suo primo mandato, Trump aveva inasprito le sanzioni contro il governo autoritario di Maduro. Le misure sono state in parte revocate, poi reimposte, dal suo successore Joe Biden e potrebbero essere di nuovo inasprite nel prossimo mandato di Trump.

Anche la Colombia, il cui presidente di sinistra Gustavo Petro è storicamente un alleato di Maduro, ha condannato gli “attacchi sistematici” nei confronti di Machado. L’Ecuador ha denunciato quella che ha definito la “dittatura” di Maduro, mentre la Spagna ha espresso una “totale condanna” per la detenzione, anche se breve, di Machado.

Lo staff di Machado ha riferito su X che la politica è stata “violentemente fermata” mentre lasciava la manifestazione e ha affermato che sono stati sparati colpi di arma da fuoco vicino al suo convoglio. È stata quindi trattenuta e costretta a registrare una serie di video, prima di essere lasciata andare.

In precedenza Machado ha tenuto un discorso di sfida a migliaia di sostenitori nel centro di Caracas, inviando un messaggio al governo: “Non abbiamo paura”. A Parigi si è svolta una protesta a cui hanno partecipato la figlia di Machado, Ana Corina Sosa, e decine di sostenitori dell’opposizione.

Gli oppositori del governo hanno denunciato una nuova ondata di repressione in vista del giuramento di Maduro, compreso l’arresto di un altro candidato presidenziale dell’opposizione, del capo di un’ong per la libertà di stampa e del genero di González Urrutia. Questa settimana le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per le notizie di detenzioni arbitrarie e intimidazioni.

Più di 2.400 persone sono state arrestate, 28 uccise e circa duecento ferite nelle proteste che hanno fatto seguito alla vittoria elettorale di Maduro lo scorso luglio.

Da allora Maduro ha mantenuto una pace fragile attraverso un massiccio dispiegamento di forze armate e di polizia e con l’aiuto dei “colectivos” paramilitari, volontari civili armati accusati di reprimere le proteste con metodi brutali.

L’ex diplomatico González Urrutia, 75 anni, aveva manifestato l’intenzione di tornare a Caracas questa settimana per insediarsi come presidente, ma si ritiene improbabile che il piano possa essere messo in pratica. Manifesti con la scritta “wanted” (ricercato) offrono una ricompensa di centomila dollari per il suo arresto e sono stati affissi in tutta Caracas.

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González Urrutia è stato impegnato in un viaggio internazionale per cercare di fare pressione su Maduro, 62 anni, affinché lasci il potere. Ha fatto tappa a Washington per incontrare il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha chiesto un “ritorno pacifico al governo democratico”.

Maduro è al potere dal 2013, dopo la morte di Hugo Chávez, il suo mentore. Anche la sua rielezione nel 2018 è stata contestata per brogli, ma il leader venezuelano è riuscito a rimanere al potere attraverso un miscuglio di populismo e repressione, anche se l’economia è implosa.

Maduro gode del sostegno della Russia e di Cuba, oltre che di un esercito fedele, di giudici e istituzioni statali in un sistema di clientelismo politico ben consolidato. Migliaia di sostenitori del partito al potere hanno tenuto una manifestazione nel centro di Caracas, giurando di impedire qualsiasi tentativo di ostacolare il ritorno in carica di Maduro.





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