Addio settimana bianca: il caro-sci spinge le famiglie al “mordi e fuggi” e alle offerte tutto compreso

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Un inverno da favola, turisticamente parlando. Quasi tutto esaurito pressoché ovunque sulle Alpi. Prenotazioni che fioccano per i fine settimana e il Carnevale. Fiocca un po’ meno la neve, ma non sembra essere un grosso problema in tempi di innevamento artificiale.

Gli operatori si fregano le mani, e non per il freddo. Ma sarà tutto oro quello che luccica? Non proprio. Il rincaro dei prezzi – dallo skipass all’alloggio alle lezioni col maestro – ha registrato punte del +15% in dodici mesi, sfiorando anche il 40% di aumento in tre anni. Ciò nonostante il costo dell’energia sia sotto controllo e il tasso di inflazione sia di poco superiore all’1%. Risultato: nelle località più esclusive i turisti stranieri stanno superando gli italiani.

Specialmente sulle piste da sci, dove 83 euro di skipass giornaliero (tanto costa in alta stagione nel carosello dolomitico Superski, poco meno a Campiglio, Cortina e in Val Gardena) non sono proprio alla portata di tutti. A maggior ragione delle famiglie con figli, che i costi devono moltiplicarli per tre o per quattro. Arrivando a spendere fino a 7000 euro (fonte: Federconsumatori) per una settimana bianca tra Natale e Capodanno in una stazione alla moda; 4500 euro a coppia in base alla località stando a un’altra un’indagine di Altroconsumo. In nessun caso mai meno di 1500 euro a testa per Assoutenti, che ha recentemente denunciato «il salasso per gli appassionati della neve», per via di «aumenti del tutto ingiustificati e inaccettabili».

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E allora non è un caso se negli ultimi anni le discese in pista occupano solo il quinto posto durante una vacanza sulla neve degli italiani, stando all’osservatorio di Confcommercio-Swg.

Sempre meno sci e giorni di vacanza
Il risultato di questa valanga di rincari? L’abbandono della cara, vecchia settimana bianca a beneficio di soluzioni più economicamente sostenibili: weekend lunghi fuori dalle feste comandate, pacchetti “tutto compreso” hotel+skipass magari in piccoli borghi, la riscoperta di altre attività all’aria aperta meno costose dello sci, come ciaspole, sci di fondo o semplici camminate sulla neve. Insomma, sempre più “après” e meno “ski”. E in ogni caso, sempre meno giorni di vacanza nell’ottica di contenere i costi.


La piccola stazione di Crèvacol, nella valle del Gran San Bernardo, in Valle d’Aosta (foto: Damiano Levati)

 

Secondo l’ultimo studio realizzato da Tecnè per conto della Federalberghi, sono stati solo 3.3 i giorni di vacanza che gli italiani si sono ritagliati in occasione dell’Epifania, montagna compresa. In Valle d’Aosta «sono state delle ottime vacanze natalizie – ha dichiarato Luigi Fosson, presidente dell’Adava, l’Associazione degli albergatori e delle imprese turistiche valdostani della Federalberghi. Nelle principali località abbiamo buone prenotazioni da parte degli stranieri per le settimane bianche» di febbraio e marzo. Per il resto pesano le seconde case di milanesi e torinesi.

Benedetti stranieri anche sulle montagne del Trentino: «Negli ultimi dieci anni – dicono da Trentino Marketing – tra gennaio e marzo sono costantemente aumentati i flussi turistici sulla neve. Analizzando la dinamica, emerge però una crescita percentuale maggiore degli arrivi rispetto alle presenze, il che implica una riduzione della permanenza media. Nel 2024 gli italiani si sono fermati mediamente 4 notti, mentre gli stranieri 6».

Più tranchant, a volte, sono gli stessi albergatori. A San Martino di Castrozza, i titolari dello storico Hotel Savoia ammettono di avere «una clientela invernale composta ormai quasi esclusivamente da sciatori stranieri. Di famiglie numerose non c’è più l’ombra». Dal Trentino all’Alto Adige, lo scenario cambia poco. «In Val Gardena a dicembre abbiamo registrato una durata media del soggiorno di 4.5 giorni – spiega Christina Demetz di Val Gardena Marketing –. Durata che scende però a 4 giorni se si considera solo il mercato italiano».

Il caso della Val di Rhêmes
Ecco allora che le piccole località di valle, di questi tempi, possono rappresentare un’alternativa più abbordabile per le famiglie. La valdostana Val di Rhêmes, nel Parco nazionale del Gran Paradiso, quest’inverno ha rappresentato un caso anche per il TG1 delle 20: tutto esaurito già da prima di Natale per quasi tutta la stagione invernale, con oltre il 70% della clientela rappresentata da famiglie.


La pista da fondo a Rhêmes-Notre-Dame (foto: Enrico Romanzi)

 

Merito di una strategia lungimirante con tariffe particolarmente contenute degli skipass (23 euro il giornaliero adulto, 16 l’under 16 anni, 110 euro il settimanale adulto, 77 euro l’under 16), pista da fondo, strutture e servizi per genitori e figli, tra cui un campo scuola baby e un parco giochi sulla neve che durante le Feste natalizie ha registrato oltre 500 ingressi al giorno.

«Trovo assurdi e controproducenti i rincari degli ultimi anni di skipass e non solo – ammette il presidente degli impianti, Bruno Rollandoz –. È vero che siamo la stazione più piccola della Valle d’Aosta, ma ci siamo sempre sforzati di venire incontro alle famiglie. Fino al 24 gennaio, per esempio, applichiamo un ulteriore 20% di sconto sul giornaliero. Con tanti altri vantaggi e facilitazioni per chi pernotta nelle strutture convenzionate».

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Tra l’altro Rhêmes-Notre-Dame fa parte delle piccole località valdostane raggruppate dal Magic Skipass: una bella iniziativa della regione che ha consentito alle stazioni minori di raddoppiare le presenze turistiche nell’ultimo anno: +53% di vendite sull’inverno scorso già a dicembre. Consiste in un abbonamento speciale di sei giornate non per forza consecutive che consente di sciare nei piccoli borghi a soli 100 euro, compresa un’ora di lezione col maestro e pure una notte gratis in albergo per i figli minorenni.

Formule hotel+skipass tutto compreso
Se poi si parla di settimana bianca, è impossibile non segnalare la proposta dalla Valsugana, in Trentino, la vacanza hotel+skipass più low-cost che ci sia per le famiglie: 5 notti più 5 giorni di skipass (weekend escluso) a partire da 282 euro. Sempre “tutto compreso” e a misura di famiglia – anche se con altri prezzi – sono anche i pacchetti neve proposti dal Club Med, che combinano soggiorno, skipass e servizi aggiuntivi in un’unica soluzione. Una formula flessibile che incontra sempre più il favore delle famiglie, testimoniato da un aumento costante delle prenotazioni anno dopo anno.


Lezioni di sci comprese nei pacchetti all-inclusive del Club Med (foto: Carlotta Navio)

 

«Il nostro modello Premium All Inclusive funziona ed è in crescita, come confermano i numeri – dice Rabeea Ansari, managing director Southern Europe and Emerging Markets –. La nostra offerta include davvero tutto: soggiorno, 25 ore di lezioni di sci e snowboard a settimana, ristorazione e intrattenimento. In un contesto in cui le famiglie cercano sempre più soluzioni complete e senza pensieri, la nostra proposta si dimostra vincente».

In gruppo per contenere i costi (e fare nuove amicizie)
L’ultima frontiera, per cercare di contenere i costi e allo stesso tempo fare nuove amicizie, sono i viaggi sulla neve di gruppo. Li propone anche WeRoad, la più grande community di viaggiatori d’Europa, non esattamente specializzata sulle famiglie ma di sicuro sui giovani e in generale su chi cerca una vacanza al risparmio. «Le prenotazioni per viaggi a tema neve a dicembre e gennaio sono cresciute dell’80% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – illustra Stefano Arossa, country manager Italia di WeRoad –. A riprova del grande interesse per i viaggi in gruppo sulla neve, la nostra offerta è aumentata molto: lo scorso anno avevamo sei itinerari, quest’inverno 25, con tantissima varietà: sia di durata (weekend, express, settimana) sia di location (Italia, Finlandia, Francia, Bulgaria), sia di tipologia: weekend base sci e relax, fine settimana intenso fino allo scialpinismo».


Un gruppo vacanza sulla neve di We Road

 

Anche in questo caso il format che va meglio non è la settimana bianca, scelta solo dall’1% dei viaggiatori, ma i cinque giorni (90% delle prenotazioni), seguito dal weekend (9%). Come budget, «tre nostri clienti su quattro spendono al massimo 700 euro, il 20% tra i 700 e i mille euro, solo il 5% oltre i mille».

Più focalizzati sui weekend sono invece gli eventi sulla neve di Comehome!, la piattaforma pensata per far socializzare le persone in maniera autentica, e non più solo digitale. Lo conferma il 35enne fondatore Michele Cesario: «Più che le settimane, funzionano molto bene i weekend in piccoli gruppi 8-10 persone. A metà dicembre abbiamo portato un gruppo di 60 persone a La Thuile con un format stile “Vacanze di Natale”: neanche 300 euro per due notti e tre giorni in mezza pensione in un hotel 4 stelle sulle piste da sci, comprese attività e party». Sole, whisky e sei in pole position.

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