Nella giornata odierna, venerdì 10 gennaio, il Venezuela si trova al centro dell’attenzione internazionale per un evento cruciale che potrebbe segnare un’involuzione ulteriore della democrazia nel paese. Nicolás Maduro, al potere sin dal 2013 ed oggi leader del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), inaugurerà infatti ufficialmente, più o meno autoproclamandosi, il suo terzo mandato presidenziale nonostante le elezioni di luglio siano state ampiamente contestate per diversi brogli documentati. Parallelamente, l’opposizione organizzerà delle proteste contro il regime autoritario e per reclamare la vittoria di Edmundo González Urrutia, riconosciuto da molti a livello internazionale come il legittimo presidente eletto.
La cerimonia di insediamento di Maduro si svolgerà dunque in un clima teso. Dopo essersi autoproclamato vincitore nelle elezioni di luglio, il presidente uscente non ha infatti mai pubblicato le ricevute del voto elettronico, nonostante le promesse fatte nei mesi successivi. Nel frattempo, l’opposizione, supportata da una parte significativa della comunità internazionale, non ha mai smesso di contestare il risultato elettorale. Secondo il Centro Carter e una commissione dell’Onu, uniche entità neutre a osservare il processo elettorale, Edmundo González Urrutia avrebbe ottenuto circa il 67% dei voti, contro il 31% di Maduro. Proiezioni statistiche indipendenti confermerebbero inoltre un margine di 35-40 punti percentuali tra i due contendenti, consolidando le accuse di brogli nel processo elettorale.
Il ritorno in Venezuela di González Urrutia
L’evento più atteso della giornata è però l’annunciato ritorno in Venezuela di Edmundo González Urrutia. Costretto all’esilio in Spagna dal settembre 2024, proprio a causa di un mandato d’arresto emesso dal regime di Maduro, González aveva promesso di tornare in patria per reclamare il suo ruolo di presidente. Il governo di Maduro ha posto una taglia di 100mila dollari sulla sua testa ed al momento non è chiaro dove si trovi Edmundo González Urrutia e in che modo intenda rientrare in patria, né quali potrebbero essere per lui le conseguenze.
Nel frattempo la risposta del governo di Maduro alle proteste è stata repressiva. Dal luglio 2024, sarebbero state registrate oltre 2.000 persone scomparse e più di 3.000 arresti arbitrari, inclusi cittadini stranieri e minori accusati di terrorismo. Il Parlamento europeo, in una risoluzione del 19 settembre 2024, ha riconosciuto González come presidente legittimo e democraticamente eletto, denunciando torture, omicidi e arresti arbitrari commessi dal regime. La Corte Penale Internazionale (CPI) sta attualmente indagando sui presunti crimini contro l’umanità.
Il sostegno del Comune di Verona
Il Venezuela ha ricevuto un ampio sostegno dall’estero e anche dall’Italia. In particolare il Comune di Verona, attraverso il consigliere delegato alle relazioni internazionali Francesco Fasoli, ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e a González Urrutia. Il Consiglio comunale ha infatti approvato lo scorso 12 dicembre, all’unanimità, una mozione per condannare la violenza e le persecuzioni politiche e per sostenere il riconoscimento dei risultati elettorali.
«Una mozione – ha spiegato il consigliere Francesco Fasoli – frutto di una sintesi, dove vengono riportati gli aspetti più rilevanti, sulla base di documenti ufficiali. Come Comune di Verona riconosciamo il nostro sostegno a tutto il popolo venezuelano. In oltre 7 anni la situazione è drammaticamente peggiorata, stiamo parlando della più grande crisi di rifugiati in America Latina, e una delle più grandi al mondo, con oltre 8 milioni di emigrati. Una terra – ha ricordato Francesco Fasoli – a cui l’Italia è fortemente legata. Dal dopoguerra alcune centinaia di migliaia di persone, molte veronesi, sono emigrate in Venezuela ed hanno contribuito in modo sostanziale allo sviluppo del paese stesso. Attualmente, – ha sottolineato ancora Francesco Fasoli – l’ambasciata italiana di Caracas rileva che gli italo-venezuelani sono nell’ordine di circa 160 mila, a Verona risiedono circa 350 persone, e stima che siano più di un milione e mezzo i venezuelani con ascendenza italiana».
Lo stesso consigliere Fasoli ha inoltre ricordato che, dopo le elezioni del 28 luglio 2024, tenutesi secondo l’Accordo di Barbados dell’ottobre 2023, disatteso dal governo, il Cne (Consiglio elettorale nazionale) non ha ancora pubblicato i verbali ufficiali degli scrutini e tutti i poteri di controllo, sottomessi evidentemente alla volontà di Maduro, hanno dichiarato che il già due volte presidente avrebbe vinto nuovamente, senza però portare le prove effettive dell’esito del voto. Durante la conferenza stampa di questa mattina svoltasi a Palazzo Barbieri erano presenti anche Lys Golia e Elisabeth Contreras del direttivo dell’Associazione Casa Italo Venezuelana NCS – Nord Centro Sud e Mari Alarcon rappresentante comunità Italo Venezuelana del Veneto.
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