Ricerca italiana e intelligenza artificiale: la sostenibilità post-2026

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L’innovazione avanza a ritmo incessante. IA, calcolo ad alte prestazioni e tecnologia quantistica si presentano come elementi fondamentali per mantenere il passo. La ricerca può portare ad applicazioni pratiche, come dimostrano le tante iniziative ammesse a finanziamento nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e ricerca” del PNRR, Componente 2 “Dalla Ricerca all’Impresa”.

Ne è un esempio il progetto IT4LIA AI Factory, un’importante iniziativa europea nel campo dell’intelligenza artificiale, uno dei sette hub selezionati dalla Commissione europea per costituire le prime AI Factories del continente. Il progetto ha un valore di 430 milioni di euro ed è cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), dal consorzio CINECA, dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), dalla Regione Emilia-Romagna, dall’Agenzia ItaliaMeteo, dall’Istituto italiano di Intelligenza Artificiale per l’Industria (AI4I) e dalla Fondazione Bruno Kessler (FBK). Si presenta tra i più importanti in Europa anche grazie alla stretta collaborazione tra i diversi partner.

La necessità di promuovere alleanze e programmi di investimento comuni, anche per garantire la sostenibilità dei progetti nati nell’ambito dei vari finanziamenti, di incentivare la cooperazione transnazionale nella gestione degli ecosistemi di ricerca è emersa anche durante la ministeriale del Forum G7 su Scienza e Ricerca dello scorso luglio. Un’esigenza ribadita durante l’incontro “Ricerca e innovazione: la sfida italiana tra infrastrutture, IA, big data e supercalcolo”, promosso da FPA in collaborazione con Dell Technologies e Microsoft. All’incontro hanno partecipato delegati PNRR, responsabili dei sistemi informativi di università ed enti di ricerca della pubblica amministrazione, nonché Rettori e Prorettori.

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Diverse riflessioni sono emerse riguardo al ruolo delle infrastrutture di ricerca nazionali e degli ecosistemi innovativi nell’affrontare le sfide presenti e future, come l’aumento della capacità computazionale e la gestione dei big data. Altri aspetti emersi riguardano la nostra capacità, come sistema paese, di valorizzare a sufficienza il ruolo degli enti di ricerca per lo sviluppo dell’IA, nonché la capacità di trasformare la ricerca in prodotti concreti. L’efficacia del PNRR dipende da queste capacità e da altre forme di collaborazione, come quella fra infrastrutture tecnologiche e infrastrutture di ricerca, fra tecnologia e aspetti umani.

Intanto, un dato fondamentale è che si registra un’accelerazione dell’avanzamento dell’impegno di spesa del PNRR nell’ambito della Missione 4, Componente 2 “Dalla Ricerca all’Impresa”. È stata completamente esaurita la dotazione finanziaria in termini di impegni e di risorse attivate. Ne abbiamo parlato con Patrizio Memé della Direzione Generale Unità di Missione per l’attuazione degli interventi del PNRR del Ministero dell’Università e della Ricerca, in questa intervista.

Rome Technopole: un ecosistema innovativo

Rome Technopole, è un classico progetto PNRR organizzato a spoke ed è nato con l’obiettivo di specializzare la Regione Lazio su tre aree tematiche innovative:transizione energetica, transizione digitale, salute e bio-farma. Avviato nel luglio 2022 con un budget totale di 110 milioni di euro, questo progetto comprende 39 partner tra università, enti di ricerca, enti pubblici (come la Regione Lazio, Roma Capitale), oltre a gruppi industriali e imprese. Il capofila dell’ecosistema della Regione Lazio è l’Università Sapienza. L’ENEA è coinvolta con le sue strutture: per la transizione energetica con la divisione all’interno del Dipartimento delle tecnologie energetiche e fonti rinnovabili che si occupa di smart grid e comunità energetiche; per la digitalizzazione, con la propria divisione ICT; e infine con il gruppo del Dipartimento che si occupa di salute e bio-farmaci. Le facility principali sviluppate all’interno del progetto mirano a creare un ecosistema, un’infrastruttura innovativa aperta che condivida strumenti e attrezzature tra i diversi partner del progetto. Due sono i task principali: gli Open Lab, gruppi di esperti in specifici settori scientifici e tecnologici che definiscono lo sviluppo delle linee tematiche del progetto; i Joint Lab, che sono dei laboratori che hanno il compito di testare specificatamente i prodotti risultanti dagli open Lab e di condividerli non solo tra i partner del progetto, ma anche con progetti simili o attività correlate, rafforzando le sinergie tra output specifici.

Il futuro della ricerca sull’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale rappresenta una delle sfide più complesse: da una parte offre enormi opportunità, dall’altra implica l’uso di applicazioni critiche ad alto rischio. L’università Sapienza, con il progetto FAIR (Future Artificial Intelligence Research) e coordinando lo spoke 5 “High quality AI”, guida gli sforzi per portare l’IA a livelli di sicurezza e fiducia sempre maggiori. È necessario un grande impegno per sviluppare sistemi di IA affidabili e trasparenti.

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L’investimento del PNRR 1.4 – Potenziamento strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali” di R&S su alcune Key enabling technologies -, ha permesso di istituire alcuni centri nazionali attraverso i quali lavorare proprio su nuovi modelli di IA performanti, con l’obiettivo di potenziarne le capacità predittive. Un esempio tangibile di questo impegno è il Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing, realizzato e gestito dalla Fondazione ICSC. La Sapienza è fortemente impegnata nello Spoke 6 “Multiscale Modelling & Engineering Applications”, che mira proprio a sfruttare le capacità di questi nuovi sistemi di calcolo ad alte prestazioni per sviluppare strumenti di simulazione, che permetteranno di condurre studi avanzati su sistemi complessi, prevedendone il funzionamento e consentendo decisioni più certe.

Guardando al futuro: sostenibilità e competitività

È emersa l’importanza della collaborazione a livello europeo, attraverso programmi come Horizon Europe, per mantenere in Italia i risultati della ricerca e contrastare il predominio di attori internazionali. Ciò implica non solo lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia, ma anche la creazione di un ambiente fertile per l’innovazione. Si è discusso il ruolo cruciale del settore pubblico nel promuovere l’innovazione, sottolineando l’importanza di affrontare i costi energetici e l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla società. È partito l’invito a riflettere su come garantire che i benefici economici derivanti dall’IA rimangano in Italia, contribuendo alla crescita economica nazionale e riducendo le disparità globali.

La sinergia tra infrastrutture, intelligenza artificiale e supercalcolo rappresenta non solo una sfida tecnologica, ma anche un’opportunità per ridefinire il ruolo dell’Italia nel contesto globale. L’importanza di una pianificazione strategica per tradurre l’innovazione in benefici sociali ed economici è stata chiaramente delineata, promuovendo una crescita sostenibile e inclusiva che valorizzi il patrimonio scientifico e tecnologico nazionale.

Questa convergenza di idee e iniziative dimostra che l’Italia è sulla buona strada per affrontare le sfide del futuro, ma è essenziale mantenere alta la guardia e investire nelle competenze e nella tecnologia per garantire un progresso sostenibile e inclusivo.



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