Bari, arrivano 14mila alberi grazie ai progetti Pnrr: «Città sempre più green»

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Almeno 14mila nuovi alberi arriveranno a Bari grazie ai fondi Pnrr: circa 10mila nell’ambito della riqualificazione di Costa Sud, 2.700 con il Parco della Rinascita, 500 nel corso delle riqualificazioni di via Manzoni, via Argiro, via Calefati e via Putignani. Nel complesso il patrimonio arboreo sarà incrementato del 200%: ai 6mila esemplari piantati tra il 2019 e il 2024, se ne sono già aggiunti altri 1.400 nel secondo semestre dello scorso anno e si raggiungerà quota 14mila alla fine del 2026.

L’annuncio

Sono i dati comunicati ieri mattina durante la conferenza stampa tenuta ieri mattina in Comune e voluta dall’Assessore, Elda Perlino, insieme al direttore della ripartizione ambiente, Antonio Toritto, per fare il punto sullo stato di salute del verde della città e presentare le strategie di incremento del patrimonio arboreo che l’amministrazione comunale vuole mettere in campo nei prossimi due anni. «Numerosi eventi atmosferici ci hanno messo nella condizione di constatare che – racconta l’assessore Perlino – nelle intenzioni, desideriamo raddoppiare il nostro patrimonio arboreo, ha bisogno di una accurata manutenzione nel tempo, sia da parte delle amministrazioni sia dei cittadini». Il cambiamento climatico che sta colpendo l’intero pianeta, in questo ultimi anni sta portando ed effetti catastrofici. Ciò, in scala ridotta, impatta anche su Bari che possiede un patrimonio arboreo che risale a tanti anni fa quando “il verde” non era considerato una vera e propria infrastruttura ma un elemento decorativo che abbelliva il territorio urbano.

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Negli anni, dunque, questo patrimonio “vetusto” – come dice l’assessora Perlino – ha dovuto accompagnare le trasformazioni urbane del tessuto cittadino. Solo per riportare un esempio di cronaca recente, sabato è stato abbattuto un albero secolare in piazza Balenzano, perché oggetto di azioni vandaliche. Oggi gli abbattimenti sono tantissimi, si veda il caso degli alberi in corso Mazzini, dove la ripartizione all’ambiente, ha ritenuto necessario toglierli perché obsoleti nel collocamento urbano, causando la fuoriuscita delle radici dai marciapiedi nonché la rottura del manto stradale che talvolta diventa causa di incidenti anche mortali.

«Vorrei rassicurare quei cittadini che, attenti all’ambiente, ci chiedono perché abbattiamo – continua l’assessore – invece che raddoppiare, dicendo che le nostre sono valutazioni basate su metodi scientifici, ogni scheda di valutazione si avvale di un team di esperti tra agronomi e forestali, i quali prima di far intervenire la multiservizi per l’abbattimento valutano sapientemente la situazione, l’esempio del leccio è sintomatico di quanto cerchiamo di salvare esemplari che altrove stanno morendo a causa del rapido essiccamento che la momento pare essere incurabile».

Questa trasformazione vede il verde non più piantato per abbellire ma diventa, secondo anche le indicazioni del piano di restauro della natura a livello europeo, una vera e propria infrastruttura in cui la città cresce e si adegua di pari passo. Dunque una trasformazione anche culturale che partirà grazie ai fondi Pnrr, in parte già con i lavori del progetto denominato “Bari Costasud, dove ci sarà un parco lineare costiero lungo 6 km che connetterà il lungomare monumentale novecentesco e le spiagge urbane con i quartieri collocati a est e a sud del nucleo urbano centrale.

«Il verde diventa la guida per la costruzione della futura città. A tal proposito come tutti i cambiamenti, anche questo ha bisogno di tempo, per cui stiamo interagendo con i nostri partners per rieducarli a tale mentalità, abbiamo necessità di interferire nelle regole di alcuni appalti che necessariamente dovranno tenere conto di una mentalità nuova» continua la Perlino. Avendo acquisito che per un buon uso ecosistemico il verde deve rispondere ad un’azione di mitigazione degli eventi climatici estremi, l’amministrazione vorrebbe che tutto fosse condiviso dai cittadini. Bari si avvia verso un progetto di pianificazione arborea importante come quello già avvenuto in città come Reggio Emilia, 58% al metro quadrato di verde pro capite, alla quale ci ispiriamo con modesta presunzione (per oggi siamo al 9% di verde pro capite) arrivando a città come Bologna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA – SEPA

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