Rinasce Castelnuovo d’Avane. Il borgo si proietta verso il futuro. Albergo, parco dello sport e ospedale

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Partiranno a fine gennaio i lavori che restituiranno nuova vita al borgo fantasma di Castelnuovo d’Avane. Ad annunciarlo il sindaco di Cavriglia Leonardo Degl’Innocenti o Sanni venerdì sera, a margine della presentazione del progetto di rigenerazione urbana che si è tenuta alla sala Poggi di Castelnuovo dei Sabbioni. L’obiettivo è il completamento delle opere entro al fine del 2026. “Il 25 ottobre 2024 si è svolta l’iniziativa della posa della prima pietra, non solo un atto simbolico, ma determinava l’avvio della messa in sicurezza di tutti gli edifici e l’apertura della gara pubblica europea per l’individuazione dei soggetti appaltatori. Immaginiamo di iniziare con i lavori a fine gennaio per il primo lotto e a fine febbraio per il secondo. Si tratta di un progetto che due anni fa Regione Toscana ha selezionato tra 42 diverse proposte quindi è per noi una grande soddisfazione che ci permetterà di restituire alla cittadinanza uno dei luoghi del cuore di questo comune”.

Alla presentazione del progetto ha partecipato anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, assieme al capogruppo Pd in Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli. Sono intervenuti anche Enzo Brogi e Ivano Ferri, i sindaci che hanno posto le basi per la trasformazione di Castelnuovo dal ritorno in mano pubblica fino alla costruzione del Museo MINE, in dialogo con il vicesindaco Filippo Boni. Il nuovo borgo di Castelnuovo d’Avane sarà un luogo dedicato alla conservazione della memoria, ma proiettato verso il futuro.

Qui sorgerà Avane Centrale Creativa, un esempio di rigenerazione non solo urbana, ma anche socio-culturale. Ci sarà spazio per un polo museale (Museo MINE, Casa della Memoria e Casa del Sarto), per spazi di coworking e di formazione, per laboratori di artigianato e per strutture ricettive, tra cui un albergo diffuso, un’osteria, un bar e un ristorante. Si parla anche di edilizia residenziale, con le abitazioni che saranno date in concessione dal Comune attraverso un bando pubblico.

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E ancora, residenze per artisti e botteghe. “Non c’è in Toscana un altro luogo che ci consente di portare a termine i lavori velocemente – ha spiegato Giani, rivelando i motivi che hanno portato alla scelta di Cavriglia – perché tutto il territorio è oggi di proprietà pubblica, dopo che nei primi anni Duemila la proprietà è passata da Enel al Comune. E poi per il campo da golf, per il parco dello sport e per il recupero dell’area mineraria. È un esempio a livello nazionale”. “Un plauso alle capacità dell’amministrazione comunale – ha affermato Vincenzo Ceccarelli – che è riuscita a catturare 20 milioni di euro per la rigenerazione di un borgo. La Regione ha scelto di investire su Cavriglia per dar vita ad un progetto straordinario, che si incastona in un quadro complessivo di recupero di un territorio devastato dalle escavazioni di lignite”. Ed è proprio su questi aspetti che ha puntato i riflettori il sindaco, presentando Cavriglia al resto del Valdarno come paese in grado di offrire nuove opportunità lavorative in un periodo attraversato dalla crisi produttiva della moda e della green economy, solo per citare alcuni esempi.

Una volta a regime, Avane Centrale Creativa, il Parco dello Sport con il campo da golf, la nuova area mineraria, l’ospedale di comunità e il bypass del Porcellino porteranno nuova linfa vitale in un territorio destinato a cambiare volto in maniera radicale. Alessandro Benvenuti, il super ospite, era assente perché impegnato in una tournée teatrale, ma ha voluto comunque salutare il pubblico attraverso un video messaggio, ricordando di aver contribuito anche lui a questo risultato facendo conoscere Castelnuovo al grande pubblico con il film “Ivo il tardivo”. “Ce lo dicevamo sottovoce mentre giravamo il film – ha raccontato l’attore fiorentino – quando abbiamo finito di girarlo e quando lo abbiamo visto e ci siamo emozionati. Adesso è un sogno che si avvera. Ho decine di memorie dolci e affettuose che riguardano quel borgo e quelle persone che ho conosciuto. Mi vengono in mente i nomi e le facce di chi non c’è più, a partire da Rambaldo Macucci, l’ultimo abitante del paese. Mi farò vivo in altro modo e nel frattempo vi auguro ogni bene. Vi sarò sempre vicino, perché quel posto resterà sempre nel mio cuore”. Una vera e propria dichiarazione d’amore alla cittadina mineraria, che attende con ansia di poter tornare a frequentare quei luoghi sottratti dalla storia.



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