L’esperienza di volontariato di quattro giovani (anche dell’oggionese) in Malawi

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La permanenza presso l’Alleluya Orphan Care Centre di Namwera, in Malawi, ha lasciato un segno indelebile nelle loro vite. Un’esperienza forte quella vissuta da quattro giovanissimi volontari provenienti da Ello, Oggiono, Bergamo e Ballabio: Elia Ardagna, Marta Casiraghi, Greta Finazzi e Margherita Tagliaferri, che hanno deciso di mettersi al servizio di una comunità distante migliaia di chilometri dalla loro quotidianità, uscendone davvero arricchiti. 
La struttura, fondata dalla missionaria laica Rita Milesi, originaria di Erve, è un rifugio per bambini orfani o abbandonati, una vera e propria ancora di salvezza in un Paese segnato da povertà estrema e gravi emergenze sanitarie.

La missionaria laica Rita Milesi, detta ”Mamma Lita”

Rita, conosciuta affettuosamente come “Mamma Lita”, ha dedicato la sua vita ai piccoli di Namwera, avviando un progetto che oggi è portato avanti grazie all’impegno di Luigi Fusini, direttore operativo dell’ONG che supporta il centro, e della sua compagna Mariella Giambellini. In Malawi tutti la chiamavano ”Mamma Lita” ma prima della lunga avventura africana, Rita ha lavorato per una dozzina di anni nelle strutture pubbliche di Bergamo e Milano come infermiera e come educatrice in un asilo nido. L’amore per i bambini è stato un marchio, una inclinazione che l’ha abitata fin da quando studiava alle elementari. Durante la sua vita si è impegnata per dare un futuro a chi, altrimenti, non lo avrebbe potuto avere. 

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I quattro giovani protagonisti dell’esperienza di volontariato

Durante la loro permanenza in Malawi, i ragazzi hanno vissuto a stretto contatto con la realtà locale, immergendosi in un mondo fatto di sorrisi, mani tese e storie da noi molto distanti. Le testimonianze raccolte dai quattro giovani rivelano quanto questa esperienza li abbia profondamente cambiati. 
”Quando ho deciso di partire non avevo aspettative particolari, volevo vivere ogni momento senza preconcetti” racconta Margherita. ”Quello che mi ha colpito di più sono state le persone: la loro generosità, la loro forza d’animo. Non immaginavo che in sole due settimane si potesse creare un legame così forte”. Il rapporto con i bambini dell’orfanotrofio è stato un aspetto fondamentale dell’esperienza. Nonostante alcune iniziali preoccupazioni, come la difficoltà di entrare in sintonia con i più piccoli, i volontari hanno trovato nei loro sorrisi una fonte inesauribile di energia e motivazione.
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L’Alleluya Care Centre non si limita a fornire un tetto e un pasto ai bambini ospitati. Il centro si prende cura di loro in modo completo, offrendo assistenza sanitaria, educativa e affettiva. I bambini accolti provengono da contesti difficili: molti hanno perso i genitori a causa dell’AIDS o di altre malattie, altri sono stati abbandonati perché le famiglie non potevano prendersi cura di loro. Grazie al supporto del centro, questi bambini ricevono le cure necessarie e, una volta raggiunti i tre anni di età, vengono reinseriti nelle loro comunità di origine, dove continuano a essere seguiti dallo staff del centro. ”Quello che mi ha colpito di più è stata la loro gioia nonostante le difficoltà” racconta Marta, un’altra volontaria. ”Questi bambini hanno così poco, ma sono felici di essere vivi, di poter giocare, di ricevere attenzioni. La loro gratitudine per ogni piccolo gesto d’affetto è stata una lezione di vita”. 

Galleria fotografica (19 immagini)

La figura di Rita Milesi, fondatrice del centro, è una fonte d’ispirazione per chiunque entri in contatto con la realtà dell’Alleluya Care Centre. Nata a Erve nel 1943, Rita ha dedicato oltre quarant’anni della sua vita al Malawi, dove ha avviato numerosi progetti a favore dei bambini orfani e delle loro famiglie. Infermiera ed educatrice, ha lavorato a lungo nelle strutture pubbliche italiane prima di intraprendere la sua missione africana. ”Dobbiamo aiutare questi bambini, hanno voglia di vivere e noi dobbiamo essere la voce della loro speranza” amava dire.

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I ragazzi hanno avuto modo di conoscere da vicino le molteplici attività portate avanti dal centro, che spaziano dall’assistenza sanitaria alla formazione professionale. L’orfanotrofio accoglie bambini da 0 a 3 anni, ma il sostegno non si ferma con il loro reinserimento nei villaggi: lo staff continua a monitorare le loro condizioni di salute e il loro percorso di crescita. Inoltre, il centro ha avviato progetti di sviluppo per la comunità locale, come la costruzione di mulini, scuole e ambulatori.
”Essere in Malawi è stato un privilegio. Ho capito quanto sia importante mettersi a disposizione degli altri, uscire dalla propria zona di comfort e confrontarsi con una realtà tanto diversa – ha aggiunto Elia – quest’ esperienza mi ha insegnato a concentrarmi sulle cose essenziali, lì manca tutto, spesso la salute, la famiglia, l’istruzione. Quei luoghi mi hanno insegnato molto. Si parte per fare volontariato convinti di poter donare, e invece quello che ti viene restituito è immensamente più grande”. 
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Altre immagini di ”Mamma Lita”

Il centro, con il supporto delle Suore Cappuccine di Madre Rubatto, continua a rappresentare un punto di riferimento per la comunità di Namwera e per i tanti bambini che vi trovano accoglienza. L’impegno dei volontari italiani e dei sostenitori del progetto permette di mantenere viva l’eredità di Rita Milesi, garantendo un futuro migliore a chi altrimenti non avrebbe avuto possibilità.
”Non immaginavo che potesse essere così coinvolgente. Ho lasciato una parte del mio cuore in Africa, ma ho ricevuto molto di più di quello che ho dato. Le persone che ho incontrato, i bambini, gli operatori locali: tutti mi hanno insegnato qualcosa di prezioso” conclude Greta. 
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L’Alleluya Care Centre è molto più di un orfanotrofio: è un luogo di speranza, dove ogni bambino può sentirsi amato e protetto. Per i volontari, l’esperienza in Malawi è stata un viaggio di scoperta interiore, un percorso che ha aperto loro nuovi orizzonti e che li ha resi più consapevoli delle proprie responsabilità verso gli altri. ”Torneremo – promettono – perché una parte di noi è rimasta lì, tra le mani di quei bambini che ci hanno insegnato il valore della gioia più pura”. 
Domenica 19 gennaio alle ore 17 presso il Teatro Papa Giovanni XXIII i ragazzi saranno presenti alla serata in memoria di Rita Milesi, ospite Andrea Arena Sand Art.


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