Il Comune di Siena e la libertà limitata di informazione

Dal Comune di Siena le linee operative sul funzionamento delle commissioni consiliari: ammessi alle sedute solo i giornalisti preventivamente autorizzati

La trasparenza non è, e non deve essere, un optional nell’amministrazione pubblica. E quanto sta accadendo a Siena è probabilmente unico nel suo genere.

Dal Comune di Siena sono state individuate le linee operative integrative sul funzionamento delle commissioni consiliari permanenti. Ai componenti le commissioni è stata inviata quella che dovrebbe essere una bozza, ma che è già stata messa in atto in occasione della commissione cultura e scuola.

Al comma D si legge: “Le commissioni consiliari sono di regola pubbliche (art. 16, co 3, regolamento vigente). Le presenze, tra il pubblico, di professionisti (ad es. giornalisti, ecc….) tesa ad esercitare le proprie attività professionali devono essere preventivamente autorizzate dal Presidente della commissione consiliare, tramite richiesta alla Segreteria del Consiglio, in modo da avere la consapevolezza dei contenuti di diffusione successiva“.

In pratica viene sottoposta ad autorizzazione la partecipazione di giornalisti alle commissioni consiliari che per legge sono aperte al pubblico così come lo è il Consiglio comunale.

I giornalisti devono chiedere preventivamente autorizzazione. Che può essere data ma anche negata. E che quindi prevede una discrezionalità nell’accesso.

Addirittura viene anche specificato il motivo: “in modo da avere la consapevolezza dei contenuti di diffusione successiva“. Quindi si vuole essere certi in precedenza che i contenuti vengano diffusi secondo quello che è più favorevole all’ente.

La Costituzione su questo è precisa: “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure“. Ma quanto stabilito dal Comune di Siena sembra andare in tutt’altra direzione.

La consigliera Pd Gabriella Piccini ha presentato un’interrogazione urgente sul tema. “Su questioni di estrema delicatezza quali sono quelle che riguardano l’informazione – scrive – c’è sempre necessità di assoluta trasparenza. E, nei casi controversi, all’opinione pubblica sono dovuti chiarimenti tempestivi”.

L’interrogazione di Piccinni

Ieri, 10 gennaio, si è riunita la Commissione cultura e scuola e, diversamente dal solito, i consiglieri hanno costatato che non si è presentato nessun giornalista. A eccezione di un fotografo che, accompagnato da una persona dell’ufficio stampa del comune, ha scattato alcune foto prima dell’avvio dei lavori. Ho pensato che i giornalisti sono spesso pieni di lavoro, sebbene all’odg ci fosse una questione di rilievo non solo politico come la risoluzione consensuale della donazione di una raccolta di opere d’arte contemporanea, accettata al tempo delle giunta De Mossi, intorno alla quale si erano levate a suo tempo non poche perplessità e voci di dissenso.

Ma non di questo che voglio parlare, ma del fatto che, sebbene la presidente Maria Antonietta Campolo non abbia dato nessuna informazione in apertura di seduta in merito all’eventuale secretazione della commissione. Oggi, 11 gennaio, si è letto su alcuni organi di stampa che la commissione era “inibita ai giornalisti su richiesta del presidente Maria Antonietta Campolo”.

Su questioni di estrema delicatezza quali sono quelle che riguardano l’informazione c’è sempre necessità di assoluta trasparenza e, nei casi controversi, all’opinione pubblica sono dovuti chiarimenti tempestivi. Per questo ho presentato una interrogazione urgente per avere chiarimenti su quattro punti:

• se quanto sopra corrisponda al vero;

• nel caso lo fosse, quale significato assumerebbe la frase ‘inibire ai giornalisti’ rispetto a ‘secretare’ una commissione;

• nel caso lo fosse, per quale motivo i membri della commissione non sarebbero stati informati in apertura di seduta del fatto in sé e delle sue motivazioni;

• nel caso lo fosse, quali rapporti – se formali oppure informali – siano intercorsi tra la presidente Campolo e gli organi di stampa.

L’ordine dei giornalisti

Della questione è stato messo a conoscenza l’ordine dei giornalisti che si esprimerà in merito alla discrezionalità dell’accesso all’informazione da parte del Comune di Siena. Scegliere a chi far dare l’informazione e pretendere consapevolezza dei contenuti è un attacco non solo nei confronti dei giornalisti ma di tutta la società civile.