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Contraffazione: così ricerca e innovazione tutelano il made in Italy #finsubito prestito immediato

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La contraffazione, fenomeno globale riferito alla produzione e distribuzione di beni falsificati, colpisce duramente il tessuto socioeconomico del nostro Paese, in particolare il prestigio del “Made in Italy”.

Quanto vale il mercato del falso

Secondo gli ultimi dati a disposizione (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, OCSE), il mercato globale della contraffazione è in crescita e ha raggiunto nel 2020 un valore di oltre 460 miliardi di dollari, rappresentando il 2,5% del commercio mondiale. Questo valore, già di per sé allarmante, tende a crescere costantemente, alimentato dalla crescente domanda di beni di lusso a prezzi accessibili e dalla facilità con cui i falsificatori possono operare in un’economia globalizzata. In Italia, la contraffazione rappresenta una grave minaccia economica, sociale e ambientale. Secondo il Rapporto sulla Contraffazione in Italia 2023 dell’Osservatorio Nazionale sulla Contraffazione, il mercato del falso vale circa 15 miliardi di euro, causando la perdita di oltre 120.000 posti di lavoro. Questo impatto negativo è esacerbato dall’importazione di prodotti contraffatti dall’estero, che trovano un ampio mercato nel nostro Paese. La globalizzazione e la facilità di commercio internazionale hanno incrementato significativamente l’importazione di falsi, soprattutto dalla Cina, uno dei maggiori produttori di merci contraffatte al mondo.

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il progetto MICS “Made in Italy Circolare e Sostenibile”

Per rafforzare il valore del Made in Italy e affrontare tale sfida oltre a quella che riguarda l’economia circolare e la sostenibilità, è stato lanciato il progetto MICS “Made in Italy Circolare e Sostenibile, un Partenariato Esteso tra Università, Centri di Ricerca e Imprese finanziato dal MUR – Ministero dell’Università e della Ricerca grazie ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea nell’ambito del programma NextGenerationEU (PNRR). Il MICS è composto da 25 partner, di cui 12 partner del settore pubblico e 13 partner industriali provenienti da tre settori chiave dello scenario industriale italiano, ovvero Moda, Arredamento e Automazione di fabbrica.

L’attività di ricerca del Dipartimento di Management della Sapienza Università di Roma

All’interno di questo mega-progetto si inserisce l’attività di ricerca del Dipartimento di Management della Sapienza Università di Roma con specifico riferimento alle Politiche e strumenti per la protezione dalla contraffazione”.

La ricerca mira a supportare le imprese italiane fornendo modelli e linee guida per salvaguardare la reputazione internazionale delle produzioni Made in Italy. Tra gli obiettivi principali vi sono la promozione della sostenibilità e della circolarità delle produzioni italiane, l’implementazione di tecnologie innovative per la tracciabilità e l’autenticazione dei prodotti e la sensibilizzazione delle imprese sulle migliori pratiche per combattere la contraffazione. In particolare, il progetto mira a fornire alle PMI italiane strumenti e risorse per proteggere i loro diritti di proprietà intellettuale, superando le barriere economiche e tecnologiche che attualmente ne limitano la capacità di difesa. Prima di riaddentrarci negli obiettivi del progetto, tuttavia. è opportuno fornire un contesto, esaminando l’entità del fenomeno e i contraccolpi sul nostro mercato.

Il “doppio danno” della contraffazione al Made in Italy

L’Italia, rinomata per la qualità delle sue produzioni, soprattutto nei settori dell’abbigliamento, arredamento e automazione, subisce un doppio impatto dalla contraffazione. I prodotti italiani vengono copiati e venduti illegalmente in tutto il mondo, mentre il mercato interno è inondato di merci contraffatte dall’estero, minacciando l’economia nazionale. Questo doppio danno non è solo economico, ma anche sociale e ambientale. Economicamente, le imprese legittime subiscono perdite dirette, la riduzione dell’occupazione e danni significativi al gettito fiscale. Socialmente, la contraffazione alimenta il lavoro nero e sfruttamento, mentre a livello ambientale, la produzione di merci contraffatte spesso non rispetta gli standard imposti dalla legge, causando impatti negativi sull’ecosistema. Secondo un rapporto dell’OCSE, l’Italia è tra i paesi più colpiti dalla contraffazione a livello globale, con un impatto economico stimato che rappresenta circa il 2,2% delle vendite totali nei settori tessile, abbigliamento, calzature, cosmetici e giocattoli. Questo scenario è aggravato dal danno reputazionale che subiscono le imprese italiane, il cui marchio “Made in Italy” è sinonimo di qualità e eccellenza. La diffusione di prodotti falsi mina la fiducia dei consumatori e la percezione globale del brand, compromettendo la competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali.

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Le azioni di contrasto alla contraffazione

Nel periodo 2018-2022, sono state condotte 152.397 operazioni di contrasto alla contraffazione. Di queste, 30.403 sono sfociate in sanzioni penali (20%) e 121.994 in sanzioni amministrative (80%), con il sequestro di merci contraffatte per un valore stimato di oltre 3,375 miliardi di euro. Questo dato secondo le stime del Ministero dell’Interno (2023) mostra chiaramente la gravità del fenomeno e la sua diffusione capillare. La maggior parte degli interventi (95%) è stata effettuata durante la fase di commercializzazione, evidenziando l’importanza strategica di questa fase per l’intercettazione dei prodotti falsificati.

I principali paesi di origine delle merci sequestrate sono l’Italia e la Cina, con la Turchia che emerge come nuovo attore rilevante. Le categorie merceologiche più colpite includono beni di consumo (49%), giocattoli (23%), capi di moda (12%), oggetti di elettronica (13%) e prodotti agroalimentari (3%), riflettendo la varietà dei prodotti falsificati e l’ampiezza del fenomeno.

Per ciò che riguarda l’Italia, è la regione Lazio a detenere il primato per numero di interventi, con una percentuale del 33,60% del totale nazionale. Le città metropolitane come Roma, Milano, Venezia, Firenze e Napoli sono i principali teatri di operazioni contro la contraffazione, rappresentando il 63% delle operazioni totali e l’80% dei soggetti sanzionati.

Contraffazione e Made in Italy: le PMI italiane

In questo contesto, il Made in Italy si trova in una posizione particolarmente vulnerabile. Simbolo di qualità, artigianalità e design innovativo, come accennato, i prodotti italiani sono sempre più spesso presi di mira e settori come la moda, gli alimentari e il lusso risultano particolarmente colpiti. Questo non solo danneggia le aziende italiane in termini di vendite e reputazione, ma compromette anche la fiducia dei consumatori e la percezione globale del brand “Made in Italy”.

Inoltre, la diffusione di prodotti contraffatti può portare a una perdita di posti di lavoro e a un indebolimento della competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali. D’altra parte, la contraffazione non costituisce un pericolo soltanto per le grandi imprese, realtà che possono dedicare risorse significative alla protezione dei loro marchi, spesso creando funzioni a questo dedicate. Le PMI sono particolarmente vulnerabili alla contraffazione a causa della mancanza di risorse per proteggere i loro diritti di proprietà intellettuale. Secondo un rapporto di E.U.I.P.O. e O.C.S.E., il 40% delle PMI non effettua monitoraggi sistematici sulle violazioni della propria proprietà intellettuale. Questo deficit di vigilanza rende difficile bloccare tempestivamente le attività dei contraffattori.

L’impatto economico e reputazionale della contraffazione

Ancora, non va trascurato l’impatto economico e reputazionale della contraffazione. Le imprese di grandi dimensioni possono assorbire meglio i costi associati alla difesa della proprietà intellettuale, mentre per le PMI questi costi rappresentano una frazione significativa del loro budget operativo: spesso, ancora, queste non dispongono delle risorse necessarie per estendere la protezione dei loro diritti a livello internazionale, lasciando vulnerabili i loro prodotti nei mercati esteri.

Quali tutele per le PMI italiane

Lo scenario a livello nazionale, tuttavia, consente a tali realtà numerose tutele. Le PMI italiane, infatti, possono beneficiare di contributi a fondo perduto e agevolazioni fiscali per la registrazione di marchi e design, e ottenere brevetti sia in Europa che nei Paesi extra-europei. Iniziative come “Ideas Powered for Business” di E.U.I.P.O. forniscono supporto finanziario per proteggere i loro diritti di proprietà intellettuale. Non sempre le imprese sono consapevoli che – nella maggioranza dei casi – per contrastare la contraffazione non è necessario affrontare costosi procedimenti giudiziari. Spesso è sufficiente notificare al contraffattore l’esistenza del diritto di esclusiva tramite una diffida. Per quanto riguarda la presenza di falsi online, esistono procedure amministrative veloci ed economiche che danno ottimi risultati, sia per il take down di prodotti contraffatti, che per la riassegnazione di nomi a dominio. Queste strategie offrono alle PMI strumenti più accessibili per proteggere i loro diritti.

Gli obiettivi del progetto MICS

Il MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile) è un ambizioso progetto di ricerca volto a promuovere la sostenibilità e la circolarità nelle produzioni italiane. La struttura del MICS è articolata in diverse aree tematiche, chiamate “spokes“, ciascuna dedicata a un aspetto specifico del Made in Italy. Questi spokes coprono una vasta gamma di settori, dall’abbigliamento all’agroalimentare, dal design alla meccanica, passando per la salute, il benessere, l’energia e l’ambiente. Il progetto MICS ha recentemente dato il via al suo primo roadshow, finanziato con 21,5 milioni di euro, destinato a sensibilizzare e coinvolgere le aziende italiane sui temi centrali del progetto, tra cui anche quello della sostenibilità e della lotta alla contraffazione. Il roadshow toccherà diverse città italiane, con l’obiettivo di diffondere le conoscenze sviluppate nell’ambito del progetto e fornire supporto pratico alle imprese per l’adozione di pratiche sostenibili e strategie di protezione contro la contraffazione.

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Questo evento rappresenta un passo importante per rafforzare ulteriormente la tutela del “Made in Italy” e promuovere un’economia più sostenibile e resiliente. Tra questi, lo Spoke 7, sviluppato dalla Sapienza Università di Roma in collaborazione con il Politecnico di Milano, il Politecnico di Bari e l’Università di Firenze, è particolarmente rilevante per la sua attenzione sulla governance e sulla comunicazione della sostenibilità.

Il progetto “Customer-based Marketing Strategies for the Sustainable and Circular Made in Italy” 

Il progetto dal titolo “Customer-based Marketing Strategies for the Sustainable and Circular Made in Italy” mira a definire un nuovo paradigma competitivo per le aziende del Made in Italy, focalizzato sulla sostenibilità e la circolarità. L’obiettivo è sviluppare modelli, approcci e metodi per delineare e implementare strategie di marketing che valorizzino non solo l’eccellenza qualitativa, ma anche il valore aggiunto della sostenibilità.

Più in dettaglio il progetto “Customer-based Marketing Strategies for the Sustainable and Circular Made in Italy” sviluppa dapprima un modello interpretativo per il brand “Made in Italy sostenibile e circolare”, concentrandosi sull’identificazione degli elementi distintivi e dell’immagine del marchio. Questa base teorica è fondamentale per creare una strategia di comunicazione efficace. Parallelamente, viene elaborata una roadmap per le strategie di comunicazione, sfruttando le tecnologie digitali per promuovere i prodotti sostenibili e circolari del Made in Italy. L’uso di strumenti innovativi consente di raggiungere un pubblico più ampio e di sensibilizzare i consumatori sui valori della sostenibilità.

Un aspetto altrettanto cruciale riguarda lo studio delle nuove tecnologie per prevenire la contraffazione. Il progetto definirà linee guida manageriali e identificherà le pratiche più efficaci per proteggere i prodotti Made in Italy da imitazioni e falsificazioni, considerando anche il Metaverso e le sue applicazioni, valutandone l’impatto sulla sostenibilità.

Le tecnologie e barriere all’adozione

La tecnologia ha assunto un ruolo cruciale nel fenomeno della contraffazione, con effetti contrastanti. Da un lato, ha reso la falsificazione sempre più sofisticata e accessibile, permettendo a chiunque di riprodurre prodotti contraffatti e di distribuirli facilmente grazie ai moderni mezzi di comunicazione. Dall’altro, offre alle aziende strumenti innovativi per combattere questa piaga, come sistemi avanzati per verificare l’autenticità dei prodotti e per monitorarne la tracciabilità lungo tutta la catena di approvvigionamento.

Le tecnologie utilizzate per contrastare la contraffazione

Le tecnologie utilizzate per contrastare la contraffazione si suddividono principalmente in tre categorie: tecniche di marcatura, soluzioni IT e tecniche di laboratorio, come illustrato nella Fig. 1. Ogni azienda deve scegliere la tecnologia più adatta in base alle proprie esigenze e al settore in cui opera, considerando i punti di forza e le debolezze di ciascuna opzione.

Tra le tecnologie più diffuse ci sono quelle di marcatura, come codici a barre, codici QR e ologrammi. Questi strumenti sono visibili a occhio nudo e non richiedono particolari competenze per essere valutati, ma offrono una protezione efficace solo se combinati con altre soluzioni più sofisticate.

Fonte: Gayialis, 2022

IoT, Rfid e blockchain

L’Internet of Things (IoT) rappresenta un’altra innovazione chiave, permettendo ai dispositivi di comunicare tra loro e con l’ambiente circostante, rendendo possibile, ad esempio, il monitoraggio in tempo reale di un prodotto lungo tutta la filiera. Tecnologie come l’RFID, già utilizzate da marchi come Gucci e Dolce & Gabbana, consentono di tracciare ogni fase del processo produttivo, garantendo così l’autenticità del prodotto.

La blockchain, con la sua capacità di creare registri immutabili delle transazioni, è un’altra arma potente contro la contraffazione, assicurando che ogni fase della produzione e distribuzione sia documentata in modo sicuro e trasparente. Allo stesso tempo, l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui rileviamo i prodotti contraffatti, grazie alla sua capacità di analizzare enormi quantità di dati e individuare anomalie che sfuggirebbero all’occhio umano.

Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie non è priva di ostacoli. I costi elevati di implementazione e manutenzione rappresentano una barriera significativa, specialmente per le piccole e medie imprese, che costituiscono gran parte del tessuto economico italiano. Inoltre, la mancanza di standard globali uniformi per la certificazione e la tracciabilità complica ulteriormente il panorama. A ciò si aggiungono le sfide legate alla maturità digitale delle aziende, molte delle quali non dispongono delle competenze necessarie per implementare e gestire efficacemente questi sistemi. Infine, la resistenza culturale al cambiamento e una limitata consapevolezza dell’importanza di queste tecnologie rallentano ulteriormente la loro diffusione.

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Nonostante queste difficoltà, è evidente che la tecnologia rappresenta una risorsa fondamentale nella lotta alla contraffazione. Le aziende che riusciranno a superare queste barriere e a integrare efficacemente queste soluzioni innovative nei loro processi produttivi non solo proteggeranno meglio i loro prodotti, ma rafforzeranno anche la fiducia dei consumatori, ponendosi all’avanguardia in un mercato sempre più esigente e globalizzato.

Le attività del Consorzio AURA

La contraffazione rappresenta una minaccia significativa e crescente per l’economia italiana, danneggiando non solo le vendite e la reputazione delle aziende, ma anche la fiducia dei consumatori e la percezione globale del prestigioso brand “Made in Italy”. L’Italia, con il suo ricco patrimonio di artigianato e innovazione nel settore moda, alimentare e lusso, è particolarmente vulnerabile agli effetti devastanti della contraffazione. Le PMI, che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana, sono particolarmente colpite a causa della mancanza di risorse per proteggere adeguatamente i loro diritti di proprietà intellettuale. Tuttavia, iniziative nazionali e internazionali stanno offrendo supporto, attraverso contributi a fondo perduto, agevolazioni fiscali e programmi di assistenza come “Ideas Powered for Business” di EUIPO, che aiutano le PMI a difendersi dai falsificatori senza dover affrontare onerosi procedimenti giudiziari. 

In questo contesto, il Consorzio AURA rappresenta un esempio virtuoso di come i grandi brand abbiano trovato una soluzione efficace per adottare tecnologie anticontraffazione. Fondato nel 2020 dai giganti del lusso LVMH, Prada, Cartier e OTB Group, AURA è una piattaforma blockchain che consente ai marchi di certificare l’autenticità e la tracciabilità dei propri prodotti. Attraverso AURA, i brand possono fornire ai consumatori un certificato digitale che attesta l’origine del prodotto, migliorando così la trasparenza e riducendo il rischio di contraffazione. Questo consorzio si è rapidamente affermato come un modello di riferimento per l’industria del lusso, dimostrando come la collaborazione tra aziende possa portare a soluzioni innovative e condivise contro la contraffazione. 

Le PMI italiane, pur avendo risorse limitate, possono trarre vantaggio dalla collaborazione attraverso la creazione di reti d’imprese o consorzi, seguendo l’esempio dei grandi brand che hanno dato vita al Consorzio AURA. 

Questi modelli di aggregazione permettono di condividere costi e competenze, rendendo l’adozione di tecnologie avanzate come la blockchain più accessibile anche per le realtà di dimensioni minori. Un esempio concreto potrebbe essere la formazione di un consorzio di PMI nel settore del fashion o dell’alimentare, dove aziende che condividono la stessa filosofia produttiva potrebbero unire le forze per sviluppare una piattaforma comune di certificazione e tracciabilità dei prodotti.

Questo approccio non solo ridurrebbe i costi individuali per ciascuna impresa, ma rafforzerebbe anche la competitività collettiva sul mercato globale. In alternativa, le PMI potrebbero costituire reti d’imprese focalizzate sulla difesa del Made in Italy contro la contraffazione, ottenendo agevolazioni fiscali o contributi a fondo perduto per l’adozione di tecnologie innovative. Tali reti potrebbero beneficiare di programmi di assistenza come “Ideas Powered for Business” di EUIPO, che forniscono supporto per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale senza dover affrontare costosi procedimenti giudiziari. Questo tipo di aggregazione permetterebbe alle PMI di accedere a risorse e competenze altrimenti fuori portata, facilitando la transizione verso una maggiore digitalizzazione e una difesa più efficace contro la contraffazione. I progetti di ricerca che affrontano questi temi, come il progetto “Customer-based Marketing Strategies for the Sustainable and Circular Made in Italy” all’interno del MISC, rappresentano un faro di speranza per le imprese italiane, proponendo un paradigma competitivo basato su sostenibilità e tecnologia.

Conclusioni

Le opportunità offerte dalle tecnologie moderne, come l’IoT, la blockchain e l’intelligenza artificiale, forniscono infatti strumenti potenti per migliorare la tracciabilità e l’autenticità dei prodotti Made in Italy. Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie richiede investimenti significativi e un cambiamento culturale verso una maggiore digitalizzazione e consapevolezza, da parte anche delle PMI italiane.



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