Associazione mafiosa: esempi e pena

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  • L’articolo 416-bis del Codice Penale è una norma centrale nel contrasto alla criminalità organizzata di tipo mafioso e punisce proprio il reato di associazione di tipo mafioso.
  • La pena prevista varia a seconda dei casi e può arrivare fino a 18 anni.
  • L’associazione per delinquere, invece, è disciplinata dall’art. 416 c.p.

Una delle piaghe dell’Italia è la mafia, un’organizzazione dedita a svolgere attività criminali. Nata in Sicilia ed estesa poi in tutto il Paese e oltre i confini, il volume d’affari annuo perpetrato dalle mafie italiane si aggira attorno ai 40 miliardi di euro l’anno, secondo i dati resi noti dall’Ufficio studi della CGIA. 

Volendo fare un paragone, il fatturato dell’industria del crimine risulta essere ipoteticamente al quarto posto a livello nazionale, dopo quello registrato da Eni (93,7 miliardi di euro), Enel (92,9 miliardi) e dal Gestore dei Servizi Energetici, GSE (55,1 miliardi), come risulta dai dati dell’associazione degli artigiani di Mestre. 

L’ultimo boss di Cosa Nostra, l’organizzazione mafioso-terroristica più nota nel nostro Paese, è stato Matteo Messina Denaro, finito in manette il 16 gennaio 2023, dopo trent’anni di latitanza, e deceduto il 25 settembre 2023 a causa di un tumore. Ma come viene punito il reato di mafia dal nostro codice penale?

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Reati di criminalità organizzata: quali sono

I reati di criminalità organizzata sono una categoria di reati caratterizzati dalla partecipazione o dal contributo ad associazioni o sodalizi che perseguono scopi illeciti attraverso strutture organizzate e modalità operative sistematiche.

Sono reati di criminalità organizzata:

  • l’associazione per delinquere (art. 416 c.p.), punito con la reclusione da 3 a 7 anni;
  • quella di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.);
  • lo scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.);
  • l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti (art. 74 D.P.R. 309/1990);
  • il reato di terrorismo e eversione dell’ordine democratico (art. 270-bis c.p.);
  • il reimpiego di capitali illeciti (art. 648-bis e 648-ter c.p.);
  • la tratta di persone e la riduzione in schiavitù (art. 600 e 601 c.p.);
  • il contrabbando di tabacchi lavorati esteri (D.Lgs. 43/1973).

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Quali sono i reati di associazione mafiosa?

I reati di associazione mafiosa sono rubricati all’articolo 416 bis del Codice penale, intitolato “Associazioni di tipo mafioso anche straniere” e dall’art. 416 ter c.p., rubricato “Scambio elettorale politico-mafioso”.

La norma di cui all’art. 416 bis c.p. recita testualmente che:

Chiunque fa parte di un’associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da dieci a quindici anni.

Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l’associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da dodici a diciotto anni.

L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.

Se l’associazione è armata si applica la pena della reclusione da dodici a venti anni nei casi previsti dal primo comma e da quindici a ventisei anni nei casi previsti dal secondo comma.

L’associazione si considera armata quando i partecipanti hanno la disponibilità, per il conseguimento della finalità dell’associazione, di armi o materie esplodenti, anche se occultate o tenute in luogo di deposito.

Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà.

Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l’impiego. 

Le norme del Codice penale dedicate al reato di associazione mafiosa si applicano anche alla camorra, alla ‘ndrangheta e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, anche straniere, “che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso”, si legge nella norma.

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Cosa precede l’art. 416 bis c.p.?

L’art. 416-bis si configura come una norma complessa e centrale nella lotta alla criminalità organizzata, anticipando la rilevanza penale al momento della formazione dell’associazione e prevedendo severe sanzioni per coloro che ne prendono parte, anche indirettamente.

Il reato di associazione di tipo mafioso ha degli elementi caratterizzanti, modalità operative, e conseguenze giuridiche, tutte definite con l’obiettivo di tutelare l’ordine pubblico, minacciato dall’uso sistematico della forza intimidatrice propria delle associazioni mafiose.

Nel reato troviamo quindi:

  1. un promotore, inteso come colui che stimola inizialmente la formazione dell’associazione;
  2. un costitutore, che, insieme al promotore, contribuisce alla nascita del sodalizio;
  3. l’organizzatore che regola e gestisce l’attività dell’associazione;
  4. il partecipe, ovvero colui che mette stabilmente a disposizione il proprio contributo, rafforzando la struttura associativa. Il suo apporto può essere anche morale, e non richiede un formale atto di adesione.

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Quali sono le caratteristiche del reato di associazione mafiosa?

Il reato è permanente nel senso che si consuma nel momento in cui l’associazione assume una struttura concretamente idonea a turbare l’ordine pubblico. Essendo un reato già configurato in uno stadio avanzato di pericolosità, il tentativo non è ammesso (art. 56 c.p.).

Il metodo mafioso che caratterizza il reato si compone di:

  • un lato attivo, intendendo per tale l’uso della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo;
  • un lato passivo, che consiste nella creazione di una condizione di assoggettamento e omertà nella collettività, capace di indurre comportamenti non voluti senza necessariamente ricorrere a minacce o violenze esplicite.

Le finalità dell’associazione di tipo mafioso possono includere il controllo di attività economiche, l’ostacolo al libero esercizio del voto e altri scopi leciti o illeciti. La norma prevede che il pericolo per l’ordine pubblico derivi dalla stessa esistenza dell’associazione mafiosa, indipendentemente dalla natura delle attività che essa svolge. 

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Competenza

La competenza per il reato di associazione mafiosa è stabilita in base alla gravità del reato e alla sua natura. Il giudice competente generalmente è il Tribunale in composizione collegiale, essendo un reato punito con pene molto severe. Nei casi di particolare rilevanza e connessione con altri gravi reati, la competenza potrebbe passare alla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), un organo della Procura della Repubblica specializzato nella lotta alla criminalità organizzata.

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Prescrizione

La prescrizione per il reato di associazione mafiosa è soggetta a disposizioni particolari a causa della sua gravità. Il termine ordinario di prescrizione si calcola sulla base della pena massima prevista per il reato, che è di 15 anni di reclusione per i promotori e di 9 anni di reclusione per i partecipanti (art. 416-bis c.p.).

Eventuali atti interruttivi (come il rinvio a giudizio o altre attività processuali) sospendono il decorso del termine e lo fanno ripartire. In caso di interruzioni, la prescrizione si protrae fino a 22 anni e 6 mesi per i promotori e fino a 15 anni e 9 mesi per i partecipanti. Per i reati di tipo mafioso, la legge n. 3 del 2019 (cd. Spazzacorrotti) ha introdotto limiti stringenti: se l’imputato ha una condanna definitiva, il beneficio della prescrizione è escluso nei gradi successivi.

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Quali sono i reati commessi da Matteo Messina Denaro?

Matteo Messina Denaro è considerato responsabile delle stragi mafiose avvenute tra il 1992 e il 1993. Il boss di Castelvetrano, latitante da oltre trent’anni, fu tra gli esecutori materiali dell’omicidio di Vincenzo Milazzo, e della compagna di lui Antonella Bonomo, incinta di tre mesi.

Viene ritenuto il mandante anche delle stragi di via dei Georgofili a Firenze, di via Palestro a Milano e davanti alle chiese San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano a Roma. Il boss di Castelvetrano è stato anche il mandante dell’omicidio del 15enne Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido. 

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Reato di mafia – Domande frequenti

Quali sono i reati commessi dalla mafia?

La mafia si caratterizza per una vasta gamma di reati, spesso strettamente legati al controllo del territorio, al profitto economico e alla corruzione del sistema sociale e politico. Tra i principali reati commessi dalle associazioni mafiose troviamo l’associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p) e lo scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.).

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L’articolo 416-bis del Codice Penale è una norma centrale nel contrasto alla criminalità organizzata di tipo mafioso. Esso introduce e punisce il reato di associazione di tipo mafioso.

Quali sono i reati di criminalità organizzata 231?

Il D.Lgs. 231/2001 disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per alcuni reati commessi nel loro interesse o a loro vantaggio. 

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