Dal rapporto di previsione dell’autunno di Confindustria emerge che a Milano il canone di affitto mensile supera la media nazionale del 70%. Ecco dove il costo del lavoro è disallineato rispetto al costo delle abitazioni
La crescita del Pil sarà sempre più condizionata anche dalla mancanza di manodopera. Tra 5 anni ci saranno 850 mila persone in età lavorativa in meno. I lavoratori sul mercato avranno un maggiore potere negoziale. E i territori dove il costo del lavoro è disallineato rispetto al costo delle abitazioni saranno più facilmente penalizzati.
A Milano e Roma il divario più alto
Ma quali sono questi territori? A chiarirlo è il rapporto di previsione dell’autunno 2024 di Confindustria. Dove sono stati messi a confronto i canoni di affitto con i budget medi disponibili per i lavoratori. In particolare si è andati a vedere dove il budget di un lavoratore medio è inferiore al costo dell’affitto di un alloggio di 60 metri quadrati. Si poteva immaginare: Milano e Roma sono due tra i territori con i divari più alti. A Milano il canone di affitto mensile supera la media nazionale del 70% mentre la produttività è più alta solo del 40%. Insomma: sarebbero giustificati affitti più alti della media, ma non così tanto.
Confindustria chiede un piano casa
Il problema riguarda anche una buona fetta di territori in Emilia Romagna, in particolare Modena, Bologna, Parma. In Lombardia, Como. Un bel pezzo di Toscana oltre a Venezia, Padova e Verona.
Come ovviare a questo disallineamento? La Confindustria preme perché il governo affronti la questione con un piano casa. E per l’introduzione di agevolazioni fiscali già nella legge di Bilancio.
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