I fatti economici del 2024: dal risiko bancario di Orcel, alla crisi nera di Stellantis e Benetton, fino al boom di Nvidia e del Bitcoin

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I dossier economici del 2024

Il 2024 è stato un anno da montagne russe per l’economia italiana e globale, e no, non solo per il tracollo dell’automotive che ha colpito duramente anche il colosso italo-francese Stellantis. Il Bitcoin ha infranto ogni record storico, superando la soglia dei 100.000 dollari, mentre Nvidia, spinta dall’ondata dell’intelligenza artificiale, si è issata al vertice mondiale per capitalizzazione di mercato. Nel frattempo la Bce e la Fed la Bce hanno continuato con politiche di ferro e sforbiciate senza tregua per tutto l’anno.

Banche: il risiko senza tregua 

Andrea Orcel, Ceo di Unicredit, è stato senza dubbio l’architetto principale del risiko bancario europeo. Dopo aver acquisito una quota significativa di Commerzbank, ha poi lanciato un’OPA su Banco BPM. Nonostante le critiche, Orcel alza il tiro: ha già raggiunto il 28% delle azioni di Commerzbank e mira al 29,9%, mentre sulla sua strada verso Piazza Meda si frappone un ostacolo importante: Crédit Agricole, che ha aumentato la sua partecipazione in Banco BPM al 15%, ostacolando i suoi piani. Il conflitto è appena iniziato e promette di scatenare non poche tensioni.

Nel frattempo, anche gli altri attori del settore non sono rimasti a guardare. Banco BPM ha acquisito il 5% di MPS dal Tesoro, proseguendo una privatizzazione che ha già portato 2,7 miliardi nelle casse dello Stato. Allo stesso tempo, Banca Generali ha fatto la sua mossa con un’OPA su Intermonte, offrendo un premio del 21,9%.

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Benetton: da simbolo del Made in Italy alla crisi nera

Il Gruppo Benetton, un tempo simbolo del Made in Italy, è stato travolto nela 2024, e già da prima, da una crisi finanziaria e reputazionale senza precedenti. Luciano Benetton, in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera, aveva rivelato un buco di bilancio di 100 milioni di euro per il 2023, ma le perdite complessive si sono dimostrate ben più gravi: 230 milioni. La famiglia Benetton ha deciso così di ritirarsi, con Luciano che ha lasciato la presidenza dopo aver criticato duramente l’ex AD Massimo Renon, sostituito poi da Claudio Sforza.

La reputazione del marchio ha subito un duro colpo, e il modello di franchising, che inizialmente aveva garantito successo, si è rivelato un fallimento: negozi chiusi da Milano agli Stati Uniti, scelte manageriali miopi e un contenzioso con l’AGCM per abuso di dipendenza economica. Il futuro del marchio è stato quindi affidato alla holding Edizione, che ha cercato di mettere a punto un piano di salvataggio. Le misure adottate finora dovrebbero permettere a Benetton di dimezzare nuovamente le perdite entro la fine del 2024, portandole a circa 110 milioni, e proseguire con ulteriori riduzioni nel 2025, fino a 50-60 milioni. Riusciranno a risollevare il brand o sarà la fine del mito Benetton? Il 2024 è stato un anno cruciale, ma le risposte definitive arriverano solo con i bilanci dei mesi successivi.

Nvidia: regina indiscussa della Borsa nel 2024

Il 2024 ha visto Nvidia emergere come la vera regina della Borsa, con un’impennata incredibile del 200% nel valore delle sue azioni in soli dodici mesi. Un’ascesa che ha spinto l’azienda californiana oltre colossi come Microsoft e Apple, facendo lievitare la sua capitalizzazione di mercato fino a un record stratosferico di 3.300 miliardi di dollari. Questo trionfo non è frutto del caso, ma il risultato di una visione lungimirante e di un timing impeccabile, alimentato dalla corsa inarrestabile delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale (IA).

Fino a pochi anni fa, Nvidia era semplicemente il leader nel mercato delle schede grafiche per videogiocatori. Ma la rivoluzione dell’IA ha cambiato le regole del gioco. L’azienda ha colto l’opportunità di evolversi, trasformandosi nel pilastro tecnologico che sostiene l’intero ecosistema. Oggi, un sistema completo Nvidia per l’IA può superare i 20.000 dollari, e servono migliaia di unità per costruire data center che alimentano l’intelligenza artificiale. Anche giganti come Alphabet e Amazon, pur sviluppando i propri processori, restano profondamente legati a Nvidia per soddisfare la domanda che non smette di crescere.  Questo successo non è solo un trionfo aziendale: è il segno di una rivoluzione, paragonabile a quella di Internet.

Stellantis: dalle stelle alla crisi

Nel febbraio 2024, Stellantis era in cima al mondo: l’utile netto era salito dell’11%, i dividendi erano di 6,6 miliardi di euro e le azioni toccavano il record di 27,16 euro. Ma a dicembre del 2024, la situazione cambia drasticamente: le azioni crollano a 11,75 euro, i profitti del terzo trimestre scendono del 27% e, il 1° dicembre, Carlos Tavares, l’amministratore delegato,  si dimette. Un colpo che ha segnato un punto di non ritorno per l’azienda.

La causa di questa crisi è un mix di fattori. Da un lato, il mercato automobilistico europeo ha subito una contrazione, aggravata dalla concorrenza dei produttori cinesi di veicoli elettrici che ha reso le auto europee meno competitive. Dall’altro, la gestione di Tavares ha lasciato il segno, con rapporti tesi con governi, sindacati e fornitori, che hanno rallentato la produzione. Stellantis ha perso il 41% della sua quota di mercato in Italia, vendendo meno di un terzo delle auto nel Paese.

Dal 2021, l’azienda ha perso 12.000 posti di lavoro, spesso senza grandi eco mediatici o politici. Le dimissioni di Tavares potrebbero essere l’occasione per ridisegnare il futuro del gruppo, ma i prossimi passi saranno cruciali. 

 

Bitcoin oltre i 100k: è l’anno dei record

Il Bitcoin supera finalmente i 100.000 dollari (circa 95.000 euro) nel 2024, raggiungendo il suo massimo storico. Un’impennata che arriva dopo mesi di rialzi e speculazioni legate all’elezione di Donald Trump.  La sua vittoria, infatti, ha dato un nuovo slancio al mercato: in poche settimane, il valore del Bitcoin è aumentato del 50%, raddoppiando rispetto ai livelli di inizio anno. Il tycoon ha promesso di rendere gli Stati Uniti una “superpotenza del Bitcoin”, con una regolamentazione più favorevole e vantaggi fiscali per gli investitori in criptovalute. La nomina di Paul Atkins, noto sostenitore delle cripto, a presidente della SEC conferma il cambiamento in corso. Atkins, che aveva già guidato la commissione tra il 2002 e il 2008, è visto come il garante di un approccio più permissivo nei confronti delle monete digitali.

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Non è un caso che Trump abbia puntato su questa narrativa durante la sua campagna elettorale, accettando donazioni in Bitcoin e promettendo di fermare quella che ha definito la “crociata anticripto” dell’amministrazione Biden. Con il controllo repubblicano su Camera e Senato, le sue ambizioni di abbattere le tasse sui guadagni delle cripto e incentivare il settore sembrano più che mai alla portata.



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