L’ordinario di diritto penale Gatta: «La Costituzione è chiara: nessuno è sopra la legge»

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Gian Luigi Gatta è professore ordinario di Diritto penale all’università Statale di Milano. Ci aiuta a fare chiarezza sull’ipotesi di «scudo penale» per gli agenti di polizia prefigurata dal governo.

Al momento si tratta solo di dichiarazioni politiche, anche contrastanti. Quali sono le possibilità concrete a livello giuridico?
I limiti sono molto stretti perché c’è l’obbligatorietà dell’azione penale. In presenza di una denuncia o se il pm ha una notizia di reato non può decidere: deve procedere come “atto dovuto”. I costituenti hanno introdotto questo principio per garantire l’uguaglianza, evitando disparità di trattamento. In ogni caso bisogna vedere come la proposta di scudo sarà formulata.

Siamo nel campo delle ipotesi, ma già emergono profili di incostituzionalità. Questa dovrebbe essere accertata dalla Consulta con dei tempi lunghi in cui comunque la norma sarebbe in vigore?
Sì. I tempi della Corte costituzionale sono lunghi, ma potrebbe intervenire il Colle nella fase della promulgazione o della firma. Da parte del presidente della Repubblica c’è comunque una verifica preliminare di eventuali profili di evidente incostituzionalità.

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Potrebbero esserci?
Sì, per l’obbligatorietà dell’azione penale, per il principio di uguaglianza e per la tutela effettiva ed efficace dei diritti fondamentali. Per esempio in caso di omicidio, tortura o lesioni. Si pensi ai procedimenti che riguardano le carceri, come quelli su Santa Maria Capua Vetere. Le forze dell’ordine sono autorizzate a usare la forza ma entro certi limiti. Se la nuova disciplina affievolisse la tutela delle vittime ci sarebbero profili di incostituzionalità e possibili violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Vedo un paradosso: da un lato un disegno di legge costituzionale per introdurre la tutela della vittima nella Carta, dall’altro norme che potrebbero limitarla. Pensiamo al G8 o ai casi Cucchi e Aldrovandi: lo scudo sarebbe stato altamente problematico.

Per Nordio non si parla di garantire l’impunità, ma di evitare condanne anticipate per mezzo dell’informazione di garanzia o dell’iscrizione nel registro degli indagati. Vogliono modificare il codice di procedura penale invece del codice penale?
Credo che la proposta sia quella. Ma la presunzione di non colpevolezza è già un principio costituzionale che vale per tutti, comprese le forze dell’ordine. La riforma Cartabia ha anche introdotto un principio importante nel codice di procedura secondo cui il solo fatto di essere sottoposti a indagine non deve comportare effetti pregiudizievoli di natura extra penale (civili, amministrativi o disciplinari).

Esiste un problema di tutele ridotte per le forze di polizia?
Direi di no. Anzi il pacchetto sicurezza prevede che lo Stato paghi l’avvocato di fiducia degli agenti per i fatti commessi nell’esercizio delle funzioni fino a 10mila euro per grado di giudizio. È qualcosa di straordinario, i difensori degli imputati che accedono al patrocinio a spese dello Stato non ricevono cifre così elevate. Già qui c’è una disparità di trattamento. Basti pensare che i rimborsi per i difensori degli immigrati dei centri in Albania prevedono per decreto ministeriale massimo 500 euro. Comunque il punto importante è che indagini e processi non servono a dichiarare colpevoli le forze dell’ordine ma ad accertare, nel loro interesse, se sussistono cause di giustificazione. Come aver agito nell’adempimento di un dovere o aver usato legittimamente le armi. Il codice penale prevede queste due cause di giustificazione, ma per accertare se il fatto non è punibile servono indagine e processo.

Ci sono scudi in altre professioni?
Un articolo del codice penale esclude la responsabilità del medico per la morte o lesione del paziente se ha osservato linee guida e buone pratiche sanitarie. E c’è una norma temporanea per situazioni eccezionali di carenza di personale. Ma non viene escluso o ritardato l’avvio di un procedimento penale. Si esclude invece, in presenza di determinate condizioni, la punibilità all’esito dell’accertamento. Lo stesso avviene già per le forze dell’ordine se hanno adempiuto al dovere o usato legittimamente le armi. Con la pandemia da Covid-19 si era posto il tema di non iniziare i procedimenti contro i medici: non è stato possibile per i nostri principi costituzionali.

Nella questura di Brescia alcune ecoattiviste sono state costrette a denudarsi e fare dei piegamenti. È una prassi legittima?
Esistono regole precise che le forze dell’ordine devono seguire per perquisizioni e ispezioni. Ma non si possono dare giudizi affrettati o condanne anticipate. Bisogna accertare i fatti. Magistratura e processo servono a questo. Nessuno può essere immune dalla legge perché altrimenti si rischia di abbassare la guardia a scapito del lavoro della polizia e della tutela dei diritti di tutti noi.



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